La copertina di questo terzo viaggio all'interno del mondo americano della palla a spicchi, è dedicata a chi da 15 anni a questa parte ha imposto il dominio della propria squadra grazie a un gioco che sa sempre rinnovarsi, spezzando le difese avversarie come se le squadre affrontate fossero di un'altra Lega: Gregg Popovich. Sì perché oltre a schemi e tempi di gioco perfetti, in questo lasso di tempo Popovich ci ha regalato più di una perla: famose le sue interviste, in cui risponde monosillabicamente ai giornalisti, che ogni volta si spremono le meningi per riuscire a scucire qualche parola in più a uno degli head coach che con il suo pragmatismo è riuscito a portare ben 4 titoli a San Antonio. Indimenticabili poi i suoi "scatch" con Craig Sager, giornalista americano che si contraddistingue per il suo bizzarro (e, come vedrete qui sotto, sto usando un eufemismo) modo di vestire.

La NBA qualche tempo fa gli ha dedicato uno speciale "Best Of", che contiene tutte le sfumature di uno dei più grandi coach di sempre.

Questa settimana poi vogliamo parlare di un uomo che non scende in campo a giocare, ma vive la pallacanestro come pochi altri al mondo. Una delle 3-4 persone che possono chiamare l'ex Commisioner David Stern per nome, l'amante (o presunto tale) dell'esplosiva Tina Turner, diva anni 40/50 che ha spopolato con il suo film "Il postino suona sempre due volte". James Goldstein, un personaggio di culto a cui è stato dedicato anche un capitolo nel libro "Black Jesus" di Federico Buffa. Per enunciare le credenziali di "My Man" (così viene chiamato da qualsiasi personaggio della NBA, che sia GM o giocatore: "Jimmy quando sono arrivato c'era già, e non da poco) mi rifaccio direttamente ad un estratto dal libro dell'Avvocato: "Jimmy viene da Milwaukee, come Fonzie. Studia nel Michigan e poi, in contemporanea con i Lakers, sbarca a Los Angeles nel 1961".

Poi, vuoto di sceneggiatura. Come ha fatto a diventare miliardario? Lui risponde 'mistero'. Il suo biglietto da visita, alla voce lavoro recita: Fashion, architeture, basketball. Dovrebbe esserci spazio anche per la quarta voce, le donne, ma Jimmy è uno che non vuole farsi troppa pubblicità. Tranne quando ha deciso di prestare la sua umile dimora, il gioiello architettonico di John Lautner situato in quel di Benedectine Canyon a LA, per le riprese de "Il Grande Lebowski" consegnandola di fatto alla storia. Un'abitazione che solo negli anni '60 poteva essere concepita, per giochi di luci e finestre, e racchiude l'essenza di quel che rappresenta Jimmy, uno che di lavoro va a vedere le partite a bordocampo o le sfilate di moda in giro per il mondo. Ultima Buffa's note: "Odia i Lakers (anche se va a vedere quasi tutti i loro match) : tifa Clippers, e alla partite si siede di fianco a Donald Sterling, il proprietario. Prima di accomodarsi però si scusa con quelli dietro se si presenta alla partita con una piuma di sessanta centimetri sul panama (e si presenta, credeteci). Signori e signore, THE MAN".

Ecco il suo account di Twitter, sul quale si possono seguire le ultime mosse (e conquiste) di uno dei più pittoreschi della NBA contemporanea.

Questa settimana introduciamo anche quello che in America è diventato un must: Shaqtin’ A Fool, la rubrica settimanale redatta niente di meno che da Shaquille O'Neal, che seleziona i cinque momenti di gioco (e non) più divertenti e comici delle partite appena disputate. Protagonista incontrastato è da sempre Javale McGee, potente centro in forza ai Denver Nuggets che è sì una forza della natura, ma in certe occasioni pecca di ubris, chiedendo troppo alle sue capacità di hand balling (Ora che McGee è fuori per un infortunio "da stress" alla tibia, probabilmente la redazione avrà chiuso per lutto).

Per la terza volta in altrettante puntate, ci soffermiamo a Detroit: Andre Drummond direttamente dal suo profilo Instagram ci regala un altro capitolo della "Datome Mania", con protagonista già annunciato il nostro Gigi, che nelle fantasie dei Pistons sta assumendo sempre più sembianze Bibliche.