I Detroit Pistons dimostrano di essere di altra pasta rispetto alla scorsa stagione e tengono testa ai Thunder inchinandosi solo all'immensità di Durant. La rivoluzione voluta dal GM Joe Dumars ha portato sulla panchina dei Pistons Maurice Cheeks, reduce da 4 anni come assistant coach di Brooks ai Thunder. Cheeks, al centro di una calorosa accoglienza da parte di Durant & soci, sapeva bene che KD, al di là dell'affetto, gli avrebbe procurato un gran mal di testa. "E' difficile trovare la giusta soluzione per aggiustare ciò che non va quando ti trovi contro Kevin" dice Cheeks dopo la gara. "Devi sempre avere in campo qualcuno che possa difendere su di lui, e questo limita le tue opzioni se vuoi cambiare assetto". Josh Smith ha provato a tener testa a Durant difendendo su di lui e proponendosi come prima opzione offensiva, ma il suo 6 fallo ne ha poi reso vano gli sforzi. 
 
Nel primo quarto i Pistons provano a sfruttare la buona vena di Greg Monroe, che fa razzie nell'area di Oklahoma e permette a Smith di colpire dalla lunga distanza. Westbrook ha la mano fredda, così deve pensarci Sefolosha a fare da spalla a Durant, che costringe subito Smith a un fallo tecnico. Con un parziale di 5 punti, l'ex Atlanta si riscatta e permette ai Pistons di chiudere in vantaggio il primo quarto (22-20). Scott Brooks si affida a Jeremy Lamb e Steven Adams, che non deludono. La guardia da Connecticut e il centro neozelandese uscito da Pittsburgh si rendono protagonisti di un ottimo inizio di secondo quarto. Sull'altro versante, Gigi Datome fallisce una tripla ma sfrutta un assist di Stuckey per trovare il primo canestro della sua partita, poi si mette in proprio e realizza il canestro del 35-37, per essere subito dopo richiamato in panca. I Thunder ringraziano e volano sul +10 (38-48). Monroe è però una furia, e insieme a Jennings rimette le cose a posto, permettendo ai Pistons di andare al riposo lungo con soli 4 punti di svantaggio (51-55).
 
La ripresa si apre nel segno di Josh Smith: grazie a 8 suoi punti, i Pistons ribaltano il risultato (64-60), ma si spengono quando l'ala deve sedersi per falli. Cheeks rimanda in campo Datome, che però fatica a rientrare in ritmo. Sono Stuckey e Jennings a replicare ai canestri di Durant, ma coach Brooks azzecca il cambio: fuori Westbrook, dentro Reggie Jackson. Il 23enne da Boston College realizza 6 punti in 90 secondi, e grazie a una tripla di Lamb allo scadere i Thunder volano sul +8 (76-84). Il distacco sale di nuovo in doppia cifra in apertura di ultimo quarto, quando Adams sfrutta la presenza di Drummond, altra cosa rispetto a Monroe. Cheeks richiama in causa Smith, che però termina la partita col secondo tecnico. Durant dalla lunetta è una sentenza, e le triple di Stuckey e Jennings sono utili solo a contenere il distacco. 
 
Scott Brooks spende parole di elogio per le sue riserve: "Hanno svolto un lavoro eccezionale. Ci hanno dato un grande contributo, facendo circolare con cura il pallone. E in difesa, Adams e Collison hanno capito come giocare insieme facendo ciò di cui avevamo bisogno e difendendo la nostra area." Al resto, ci ha pensato Durant...