I Philadelphia 76ers continuano la loro (inaspettata) serie di vittorie, battendo nella notte i Chicago Bulls in rimonta, dopo aver passato gran parte della gara a dover inseguire la squadra di coach Thibodeau. Per i Bulls partita di spessore ancora una volta di Carlos Boozer (22 punti e 10 rimbalzi) che però scompare, come spesso succede, nell’ultimo quarto, mentre per Phila sugli scudi Michael Carter-Williams, che con 26 punti e 10 assist regala al Wells Fargo Center un’altra notte di felicità.
Nel primo tempo i Bulls premono subito sul pedale dell’acceleratore, con un bel gioco di squadra e delle buone scelte di tiro a mettere in ritmo i giocatori. Carlos Boozer prima e Taj Gibson poi sono i mattatori dei primi minuti, con quest’ultimo che nel secondo quarto schiaccia spaventosamente dopo aver recuperato un rimbalzo su tiro sbilenco di Kirk Hinrich. Chicago domina la partita, e prova anche degli esperimenti tattici: in alcune situazioni di gioco offensive infatti Joakim Noah e Carlos Boozer, rispettivamente Centro e Ala grande, si scambiano di posizione con Boozer che esce a prendere palla mentre Noah lotta per la posizione nel pitturato. Jimmy Butler viene poi incorporato nella second unit a far le veci di Loul Deng, compito che svolge egregiamente. Insomma sembra tutto facile per i ragazzi di coach Thibodeau, mentre dall’altra parte del campo il playmaker rivelazione Michael Carter-Williams ancora non ingrana e la squadra di coach Brett Brown sembra colare a picco, andando all’intervallo lungo sotto di 15 punti (64-49) e portandosi dietro una prestazione a tratti orrenda.
Si sa però che la pallacanestro è strana. Nel secondo tempo Carter-Williams ‘gira’ la vite giusta e tutti quei tiri che nel primo tempo non entravano, ora centrano perfettamente il bersaglio e i Sixers iniziano la loro rimonta. Sì perché nel terzo quarto si invertono le parti, ed è Chicago ora a recitare la parte dello sparring partner; difatti i Bulls spengono la luce e crollano sotto le combinazioni sotto canestro di MCW e di Spencer Hawes (18 punti, 11 rimbalzi) che punto dopo punto recuperano lo svantaggio. Sebbene Noah e Rose nel momento del black out siano fuori, Thibodeau non attua immediate sostituzioni, ma cerca di ricompattare la squadra, facendo però rimontare Philadelphia fino al -1 a fine terzo quarto, 83-82.
Nell’ultimo periodo Chicago sembra essersi ripresa, ma dopo uno sprint iniziale che li aveva portati sul +9 (stavolta con Rose e Noah in campo) Philadelphia ricomincia a giocare e Michael Carter Williams si dimostra leader anche nei momenti ‘clutch’, gestendo bene le palle a disposizione e riuscendo a issare i Sixers a +1 a pochi secondi dalla fine, con ulteriore possesso a favore. Palla in mano, il play di Phila prova la penetrazione, ma poi appoggia con un passaggio dietro la schiena a Spencer Hawes, che finta il tiro da 3 mandando fuori tempo Noah e poi sigla il definitivo 107-104 con un tiro da 2 incontrastato.
Infatti sull’ultimo possesso della partita, il tiro da 3 di Loul Deng finisce sul ferro e sul rimbalzo dei Sixers si spengono le speranze di vittoria di Rose e compagni.
Proprio DRose è stato uno dei Bulls che ha faticato di più. Per carità, siamo solo alla terza partita della stagione dopo un anno e mezzo fuori, ma non è reato dire che oggi il playmaker rookie Carter-Williams ha letteralmente asfaltato Rose su entrambe le metà del campo. L’MVP 2011 alterna giocate da superstar a passaggi a vuoto, come quando (in due azioni consecutive) prima perde palla concedendo due punti facili agli avversari, poi effettua un passaggio tutto campo per Boozer che schiaccia indisturbato. Ha lasciato intravedere ancora una volta sprazzi di esplosività devastanti, con delle ripartenze in campo aperto da fantascienza, ma manca ancora di continuità e sembra voler forzare troppo alcuni tiri.
In tutto ciò, Phila continua a stupire. Quella che veniva definitiva la peggior squadra NBA, ha vinto 3 partite (tutte in rimonta) contro Bulls, Wizards e Heat. MCW, Hawes e Turner stanno stupendo più di uno scettico, ma soprattutto questa squadra dimostra di avere un grande spirito di gruppo, perché per vincere certe partite bisogna innanzitutto crederci.
E’ solo l’inizio, e la squadra viaggia sulle ali dell’entusiasmo, e con un pizzico di incoscienza sta maltrattando le grandi franchigie della Eastern Conference. Si sono scoperti degli elementi per fare bene (ricordiamoci che c’è anche un certo Nerlens Noel infortunato) quindi sul 3-0 un pensierino del tipo “Winning, why not?” a qualcuno in quel di Phila può venire. Certo è che al Draft del prossimo anno c’è un ragazzo che inizia per W, e si sa che passare da “Winning” a “Wiggins” non sarà poi così difficile. Why Not?