Gli Indiana Pacers, reduci dall'esaltante finale di Conference contro Miami, ritrovano Danny Granger e sognano in grande. Altro atteso ritorni a Chicago, dove Derrick Rose calcherà il parquet dello United Center dopo un anno e mezzo. . I Pistons si sono mossi bene nel mercato dei Costless Agents, con Datome che mostrerà tutto il suo valore. I Cavs di Kyrie Irving hanno come unico obiettivo quello di crescere ancora, sfruttando il potenziale dei molti giovani nel roster. Grandi cambiamenti a Milwaukee.

INDIANA PACERS

Quest’anno nell’Indiana tira un’aria da Contender. Sì perché dopo aver portato a gara-7 gli Heat futuri campioni, quest’anno la rosa è stata rinforzata nel mercato estivo, ma soprattutto è da segnalare il ritorno di Danny Granger, che l’anno scorso ha saltato praticamente tutta la regular season. Sotto l’astro nascente di Paul George, sugli scudi nella serie contro Miami, quest’anno i Pacers hanno ancora più fame e non si accontenteranno più del solo titolo della Central Division, già vinto l’anno scorso. Il nucleo è quello delle 49 vittorie dell’annata passata, unito e combattente, con una panchina migliorata dagli innesti di C.J. Watson, Chris Copeland e Luis Scola. Il centro argentino si può rivelare fondamentale per far rifiatare Roy Hibbert, ma anche per ampliare i giochi della squadra, con la sua capacità di giocare in post alto. Copeland può essere un’alternativa a David West vista anche la partenza di Hansbrough, mentre Watson sarà il secondo di George Hill, playmaker titolare dopo la scorsa grande stagione, che però dovrà gestire meglio il gioco dei Pacers, soprattutto nei PlayOff, dove spesso Indiana si è trovata a dover inventare dei tiri allo scadere dei 24 secondi, riuscendo però poi a segnare sulle seconde occasioni, grazie allo straordinario lavoro dei lunghi.

Il ruolo accanto a Hill in back court sarà una matassa che toccherà sbrigliare a coach Frank Vogel e ai suoi assistenti: lanciare il giovane Stephenson, che ha fatto vedere ottime cose la scorsa stagione, o spostare Paul George da ala piccola a guardia, lasciando campo a Danny Granger, starter fino a prima di infortunarsi? L’ipotesi di vedere coesistere George e Granger non è così remota, e proprio l’alchimia tra questi due potrebbe essere la chiave di volta della stagione dei Pacers, da finali di conference a, perché no, Finals. Come detto, il ruolo di ala grande sarà ricoperto ancora da West, mentre come centro Roy Hibbert è chiamato a migliorare ancora dopo un’ottima post-season, che l’ha visto erigersi a ministro della difesa prima contro Hawks e Knicks, per poi mettere in difficoltà Chris Bosh (è uno dei pochi veri centri della Lega contro cui il numero 1 di Miami, e di conseguenza tutta la squadra, soffre parecchio). C’è chi ancora rimpiange la scelta di Vogel di lasciarlo fuori negli ultimi secondi di Gara-1 delle Finali di Conference, ma ormai ciò che è stato è stato, i ragazzi di Indiana pensano solo ad azzannare il futuro.

CHICAGO BULLS

E’ tornato. Dopo 526 giorni dall’infortunio in gara-1 dei playoff contro Philadelphia, Derrick Rose è sceso di nuovo in campo contro i Pacers in pre-season. Ci si aspettava #TheReturn , e così è stato. In questo anno senza Rose, i Bulls hanno dovuto fronteggiare più di una disavventura: gli infortuni, per esempio, ripetuti, che hanno portato i giocatori di coach Thibodeau a disputare alcune partite con le rotazioni ridotte addirittura a otto uomini. Nonostante tutto però sono arrivati in semifinale di conference, uscendo vittoriosi dal primo turno contro Brooklyn, e poi cedendo il pass per le finali in 5 gare agli Heat futuri campioni. Joakim Noah, roccioso centro, si è ritrovato a essere leader difensivo e spirituale della squadra nei momenti di difficoltà. “Sei in grado di dare tutto per la squadra? Chi non dà tutto non dà niente”, era solito ripetere ai compagni prima delle grandi partite. E’ da questo spirito guerriero che riparte la rincorsa al titolo di Chicago, con un Derrick Rose in più.

Accanto a DRose quest’anno ci sarà Jimmy Butler, che l’anno scorso si è guadagnato minuti e fiducia con prestazioni galvanizzanti su entrambi i lati del campo (ha abbassato le percentuali di LeBron al tiro al 40% durante i playoff), e quest’anno sarà la guardia titolare.In ala piccola troviamo Loul Deng, miglior marcatore dei Bulls nella scorsa stagione con 16,5 punti di media. Il giocatore ha dichiarato che a fine anno vorrà tastare il mercato dei costless agents, quindi questa potrebbe essere la sua ultima stagione alla corte di coach Thibodeau. Nella front-line ci saranno Carlos Boozer, al penultimo anno di contratto, e il già citato Joakim Noah, che vedrà calare il suo minutaggio in regular season per arrivare fresco ai playoff, visto che rappresenta una pedina fondamentale per l’equilibrio di Chicago. Nella passata stagione ha sviluppato anche notevoli qualità da assist-man, che magari riproporrà quest’anno in combinazioni sotto canestro con Rose.

A fronte delle partenze di Nate Robinson e Marco Belinelli, il mercato ha portato il solo Mike Dunleavy Jr, ala piccola di 33 anni che aggiungerà esperienza e le sue doti al tiro al servizio della squadra. Per il resto il tosto playmaker Kirk Hinrich, il centro Nazr Mohammed e Taj Gibson comporrano la second unit. Per quanto riguarda i rookie, Tony Snell è uno dei migliori prospetti NBA: nel ruolo di guardia/ala piccola sa farsi valere sotto canestro ed è molto forte senza palla, quando lavora per farsi trovare smarcato. Erik Murphy invece, PF, viste le carenze nel reparto lunghi dei Bulls potrebbe essere chiamato in causa per essere qualcosa di più di una semplice comparsa. Le probabilità di titolo ruoteranno tutte intorno a come Derrick Rose farà ingranare i meccanismi della squadra. L’ossatura del roster è magra ma molto solida, e se non ci sarà l’ecatombe di infortuni dell’anno scorso, quest’anno Chicago si vuole riservare un ruolo da protagonista.

DETROIT PISTONS

Ennesimo capitolo della rifondazione dei Pistons, anche se questa volta sembra essere quella buona per risalire la corrente che li aveva fatti sprofondare nella mediocrità della Eastern Conference. Detroit è stata una delle squadra che nel mercato dei costless agents si è mossa di più, portando nella Motor City Brandon Jennings e Josh Smith, oltre al veterano (ed ex campione NBA proprio con Detroit) Chauncey Billups.Quest’anno il quintetto titolare è molto forte e ben strutturato, con Jennings, giocatore dal grande talento ma che necessita ancora di qualche passo per diventare un giocatore vincente, tirerà le fila dell’attacco in cabina di regia. Come guardia è confermato Stuckey, che nella scorsa stagione ha fatto bene. Per quanto riguarda il reparto dei lunghi, c’è da sistemare la questione Greg Monroe: il giocatore è in scadenza, e la franchigia può decidere se rinnovargli il contratto o scambiarlo, prima di perderlo a zero la prossima estate.

Bisogna ricordare che negli ultimi 10 anni solo tre giocatori hanno raggiunto una media di 15 punti e 9 rimbalzi a partita in due delle loro prime tre stagioni, e sono Blake Griffin, DeMarcus Cousins e proprio Greg Monroe. Per cui è legittimo pensare che al lungo verrà offerto un contratto economicamente importante, e se Detroit vorrà pareggiare l’offerta bene, altrimenti bisognerebbe pensare a una trade per evitare di perdere senza vantaggi il giocatore. Bisognerà inoltre tastare la sua compatibilità con Smith, che dovrà limitare i tiri dalla media per attaccare di più il canestro. Il centro sarà Andre Drummond, che nella miscela di quest’anno dei Pistons potrebbe esplodere, migliorando le cifre della scorsa stagione: 14 punti, 2.8 stoppate e 1.7 rubate di media a partita. Potrebbe dimostrare anche di essere migliorato nei liberi, che l’anno scorso ha tirato con un orribile 37%. Da valutare anche che la presenza di lunghi così pesanti potrebbe creare qualche problema alla squadra, soprattutto nei playoff: nonostante la grande presenza sotto canestro, avrebbero ben più di una difficoltà ad allargare il campo (tirano con il 30% fuori dal pitturato).

Nota tricolore: dopo essersi guadagnato il titolo di MVP del campionato Italiano, Gigi Datome sbarca a Detroit per iniziare la sua carriera NBA. Se riuscirà a riprodurre la pallacanestro della scorsa stagione, sfruttando le sue caratteristiche da giocatore versatile, aprendo il gioco o andando a lottare sotto canestro, visto che è lì che gli americani testano se hai la stoffa per poter giocare con loro. Certo, ora va messo su qualche chilo “d’armatura”, ma non è detto che tra poco tempo non vedremo Gigione in rotazione a dare il cambio a Josh Smith, rubando minuti a Sullinger, che l’anno scorso era l’ala piccola titolare.

CLEVELAND CAVALIERS

Kyrie Irving quest’anno non si pone limiti. Ha recentemente affermato che la squadra è stata costruita per vincere molte partite, e lui come leader del gruppo di certo non scapperà di fronte alle difficoltà. “Essere una squadra giovane non deve essere una scusa”, ha affermato il playmaker. Ma ce la farà un roster che viene da 64 vittorie in 3 anni ad avere una stagione vincente? Partiamo con la nostra analisi proprio dal gioiellino ex Duke, che da due incanta il panorama NBA con giocate e personalità. Classe ’92, è l’uomo franchigia e il giocatore su cui i Cavs puntano di più per il futuro. L’anno scorso ha finito la stagione con 22.5 punti, 5.9 assist, 3.7 rimbalzi e 1.5 rubata di media per partita, numeri che vuole migliorare ancora in questa stagione, in attesa di un’annata vincente della sua squadra.

Al suo fianco avrà come guardia Dion Waiters, incluso nell’All Rookie first-team l’anno scorso, mentre come suo sostituto agirà dalla panchina Jarrett Jack, arrivato dopo l’esperienza dai Golden State Warriors.La franchigia ha avuto ancora un’altra prima scelta a disposizione al draft, con cui ha scelto a sorpresa il lungo Anthony Bennett, che sebbene sia sembrato un po’ troppo ‘rotondo’ in pre-season, potrà sicuramente dire la sua quest’anno, giocando da 3 o da 4. Il talento c’è, ora va incanalato nel modo migliore per aiutare una squadra giovane a crescere. Smaltito l’infortunio alla spalla, ha cercato dal training camp in avanti di migliorare la sua condizione fisica, smaltendo i chili in eccesso. Una vera è propria scommessa è stato invece l’ingaggio del centro Andrew Bynum, che tutta la scorsa stagione è rimasto fermo per un infortunio al ginocchio. Potenzialmente devastante, come tanti giocatori deve fare i conti con un fisico che scricchiola. Se riuscisse a giocare senza problemi, potrebbe formare un reparto esterni interessante con Tyler Zeller, il già citato Bennett, Earl Clark , C.J. Miles e Tristan Thompson, che per tentare di migliorare il proprio gioco sta cercando di cambiare mano di tiro, da destra a sinistra.

E’ una squadra molto giovane, con un giocatore fantastico come playmaker e tanti bei prospetti. L’obiettivo, se la squadra resistesse alla acciacchi, potrebbero essere i playoff, anche perché a East, tolte le prime 4-5 che per ora sembrano inarrivabili, c’è molto equilibrio. Certo, se la fortuna dovesse girare loro le spalle, l’unica legge sarebbe quella del “tank”, per pescare qualche altro ‘gioiello’ dal draft da aggiungere a una squadra che nel futuro prossimo potrà ricominciare un discorso interrotto con la partenza di LeBron James.

MILWAUKEE BUCKS

Dopo essere usciti di Sweep al primo turno dei PlayOff contro Miami, i Bucks hanno smantellato il reparto esterni del roster, sostituendo il duo estroso Ellis-Jennings con Knight e O.J. Mayo, guardie massicce ma non molto esplosive. Con l’obiettivo di sopperire alla partenza di Mike Dunleavy, è arrivato Caron Butler da Los Angeles (sponda Clippers) oltre a Gary Neal, accasatosi sotto lauto compenso a Milwaukee, dopo aver lasciato San Antonio al termine delle Finals. Alla ricerca dei playoff per il secondo anno consecutivo, i Bucks schiereranno Brandon Knight come playmaker titolare, e al suo fianco O.J. Mayo, che non ha rinnovato con i Mavericks.

Da ala piccola giocherà Caron Butler, veterano della squadra che dovrà portare la sua esperienza per aiutare i giovani a crescere, mentre il ruolo da ala grande sarà occupato da Ersan Ilyasova, che potrebbe essere una delle sorprese di questa stagione, insieme a John Henson, l’anno scorso 5 rimbalzi a partita di media, che giocando di più potrebbe migliorare ancora. Il centro sarà Larry Sanders, fresco di rinnovo contrattuale per 44 milioni di dollari in 4 anni. Si parla un gran bene del rookie Antetokounmpo, che con la sua fisicità (e le sue stoppate) ha impressionato gli addetti ai lavori in questo inizio di stagione. Il nuovo coach Larry Drew è alla seconda esperienza da capo allenatore, dopo 3 anni ad Atlanta.

(Foto Getty Images)