I New York Knicks dovranno vedersela con i concittadini di Brooklyn, che si sono rinforzati durante l'Off-Season. Per Boston è invece l'anno di un nuovo inizio, con coach Brad Stevens all'esordio in panchina. Philadelphia avrà l'ennesima stagione di transizione, con la speranza di pescare una scelta molto alta nel prossimo Draft. Infine, i Raptors del nuovo GM Masai Ujiri hanno avviato il processo di ristrutturazione cedendo Bargnani e ripartendo da Rudy Gay.
BOSTON CELTICS
E’ l’anno delle sfide in casa Celtics. In primis quella del GM Danny Ainge, che durante l’estate ha deciso di smantellare definitivamente la squadra costruita 6 anni fa e puntare su nuove leve per ricostruire un nuovo ciclo di vittorie. Via Paul Pierce e Kevin Garnett, cuore e motore del 17° titolo dei Celtics, vinto nel 2008, ora la squadra è nelle mani di Rajon Rondo, ancora convalescente dall’infortunio, che troverà al suo ritorno una squadra che necessiterà delle sue geometrie. Sarà un anno pieno di sfide anche per il nuovo coach Brad Stevens, fautore del fenomeno Butler in NCAA (due finali, entrambe perse) e ora debuttante (a 36 anni) in NBA. Maniacale conoscitore degli schemi avversari, la sua capacità di allenare è il primo tassello con cui Boston tenterà di tornare a vincere.
Come all’inizio di ogni nuovo progetto, le incognite sono tante, anche perché la squadra è molto giovane e molti giocatori devono trovare la propria dimensione. L’ago della bilancia in questa prima parte di stagione senza Rondo sarà quasi sicuramente l’ala Jeff Green, che dopo i problemi all’aorta vuole riproporsi da protagonista; quest’anno avrà minuti e occasioni per dimostrare quanto vale, visto che sarà uno dei cardini dell’attacco. Avrà una nuova chance anche Gerald Wallace che, chiusa la non entusiasmante parentesi a Brooklyn, vuole ricominciare, e dalle dichiarazioni di coach Stevens, “So che mi darà tutto quello che ha”, sembra essere partito con il piede giusto, sebbene alcuni lo vogliano nella fase calante della carriera.
A causa della mancanza di un vero centro inoltre avremo modo di ammirare il nuovo rookie, Kelly Olynyk, che tanto bene ha fatto in Summer League (18 punti di media) e proporrà una inedita staffetta magari con Humpries o Faverani, ultimo arrivato dal Brasile. Saranno importanti anche Avery Bradley, ottimo difensore perimetrale, e Jordan Crawford, che fungerà da sesto uomo. L’obiettivo primario di questa stagione è limitare i danni, sfoltire il monte ingaggi cedendo Humpries e magari Wallace e poi provare a pescare nel prossimo draft (anche se Ainge ha più volte scongiurato il “tanking”) o magari tentare di reclutare qualche stella nella prossima costless agency. Un anno di transizione, pieno di insidie, per aprire un nuovo ciclo vincente.
BROOKLYN NETS
Dopo il quarto posto nella Eastern Conference e l’uscita al primo turno dei play off contro i Chicago Bulls, i Brooklyn Nets di Michail Prokhorov, ricostruiti con una faraonica campagna acquisti, vogliono puntare subito al titolo. Nella Off-Season abbiamo assistito all’ingaggio di Andrei Kirilenko, all’arrivo di Shaun Livingston dai Cavs, e alla mega-trade con Boston, che ha visto partire Bogans, Wallace e Humpries per far spazio a Jason Terry, Kevin Garnett e The Captain & The Truth, Paul Pierce. Gli ex Celtics avranno il compito principale di portare una mentalità vincente in quel di Brooklyn: una ferrea tenuta mentale servirà nel corso della stagione per gestire l’energie di una squadra che non è giovanissima, per poi giocare i Play-Off senza problemi di infortuni o stanchezza. Alla guida della squadra è stato scelto Jason Kidd, che da giocatore ha portato i Nets a due Finals NBA. Ma l’ex playmaker saprà gestire, alla prima esperienza da head coach, a una pressione che vuole la squadra subito vincente?
In questi scorci di Pre-Season si è mostrato uno sviluppo del gioco, che l’anno scorso vedeva principalmente coinvolti Deron Williams e Brook Lopez, incentrato sulla circolazione della palla. Fondamentale sarà l’apporto qualitativo di Williams alla voce assist, visto che sarà lui a dover accendere le bocche da fuoco della squadra. Il centro Brook Lopez, massiccio centro con ottima visione di gioco, è chiamato a migliorarsi ancora, anche perché in difesa verrà supportato da Kevin Garnett, che come nel ciclo vincente Bostoniano si occuperà principalmente di rimbalzi e guardia del pitturato. La guardia titolare sarà ancora Joe Johnson, mentre in ala piccola toccherà a Paul Pierce portare punti alla squadra nei momenti caldi di partita, con Andrei Kirilenko che fungerà da sesto uomo di lusso.
La panchina è chilometrica, e starà a Kidd gestire minuti ed eventuali malumori; sarà supportato da un granitico staff coach, che lo aiuterà a dimenarsi tra i mille cavilli di un esordio su una panchina che scotta. Lo spogliatoio sarà una miscela esplosiva con un ego di dimensione spropositate. Come verrano distribuite le responsabilità dei tiri? Chi avrà la palla in mano nei momenti decisivi? Sono problemi a cui va trovata presto una soluzione, perché, come già annunciato dal proprietario di franchigia, qualsiasi risultato che non siano le Finals, sarà considerato un fallimento. I fantasmi degli 87 milioni di Luxury Tax probabilmente aleggeranno nei momenti più bui della stagione, a ricordare che la squadra è stata formata per avere risultati immediati. E’ chiaro però che dovrà essere ricostruita tra massimo due o tre anni (la prossima chiamata al Draft è targata 2018), ma questo a Brooklyn non interessa: ora vogliono solo vincere.
NEW YORK KNICKS
I New York Knicks ripartono all’assalto dell’anello con il capocannoniere della scorsa stagione (Carmelo Anthony, e chi se no?) e dal sesto uomo dell’anno, JR Smith (fresco di rinnovo del contratto). Ma si può giudicare NY una vera contender? Il sistema di gioco di Mike Woodsoon durante la regular season ha fatto faville, con la squadra al secondo posto nella conference e una percentuale di vittorie del 65,9%. Poi però nelle semifinali dei playoff la squadra si è sgretolata sotto i colpi dei lunghi di Indiana, che hanno massacrato Melo e compagni. Quest'anno il roster è rimasto pressoché invariato, con le uniche eccezioni del ritiro di Jason Kidd e l'arrivo di Andrea Bargnani, che sarà una pedina tatticamente utile per aprire il campo e far giocare Anthony da '3', suo ruolo prediletto.
Il Mago è chiamato al riscatto dopo le ultime due deludenti stagioni a Toronto, e chissà che messo in un contesto vincente come quello di NY non possa stupire anche gli scettici. Non è il giocatore che cambia la franchigia, ma può essere importante. Da valutare anche come Melo approccerà questa stagione, dopo aver dichiarato che tasterà la costless agency la prossima estate. Riuscirà a ripetere i numeri della scorsa annata? E' l'uomo franchigia e tutti gli schemi d'attacco passano da lui, ma non è così scontato che riesca a segnare ancora 30 punti di media. Tyson Chandler dovrà confermarsi come uno dei migliori centri della Lega (infortuni permettendo) e sarà il cardine difensivo della retroguardia di Woodsoon, magari aiutato da Metta World Peace, che corona il sogno di giocare nella sua città? Iman Shumpert potrebbe essere la sorpresa nel back-court; con la sua velocità e il tiro da 3 potrà essere un'arma sempre più decisiva negli schemi del coach.
Quello che potrebbe latitare quest'anno sono i punti dalla panchina. A parte il già citato JR Smith, garanzia di punti ed esplosività, e l'interessante rookye Hardaway JR, chi altro può fare la differenza subentrando a partita in corso? Senza dimenticare il problema legato ad Amar'e Stoudemeire, con il giocatore che percepisce un ingaggio spaventoso ma che non rientra nei piani tecnici. Le incognite sono tante, ma per i Knicks ci si aspetta un'altra stagione nelle parti alte della Eastern Conference. Con l'obiettivo di rifirmare la loro stella Carmelo Anthony.
PHILADELPHIA 76ers
Tempi duri in quel di Phila. Dopo la scorsa stagione terminata con un record di 34-48, con le prime mosse del mercato estivo, c’è bisogno di ricostruire. La squadra non sembra proprio costruita per vincere, anzi il vero obiettivo (non dichiarato) è avere quante più palline possibile al prossimo draft. C’è chi paventa addirittura la possibilità di abbattere il “record” delle 9 vittorie stagionali. Le sensazioni riguardo alla squadra non sono così tragiche, anche se si prevede un numero di vittorie davvero striminzito. A dirigere la squadra ci sarà un nuovo coach, Brett Brown, scuola Gregg Popovich, alla prima esperienza da head coach.
Per quanto riguarda il roster, lasciato partire senza rimpianti Andrew Bynum, che l’anno scorso non è mai sceso in campo per via dei problemi al ginocchio, e ceduto ai Pelicans Jrue Holiday, si riparte con un nuovo play-maker, Michael Carter-Williams, rookie da Syracuse e un nuovo centro, Nerlens Noel, anche lui draftato quest’anno, che però (come confermato anche dall’allenatore) salterà probabilmente l’intera stagione per l'infortunio ai legamenti del ginocchio. Thaddeus Young ed Evan Turner possono continuare il processo di crescita durante questa stagione verosimilmente perdente, senza pressioni o troppi stress. E’ anche da loro che passa il futuro di una franchigia che non può permettersi di veleggiare per troppo tempo nelle parti basse della Eastern Conference. Si prevedono giornate amare in questa stagione, perché le possibili star della squadra sono ancora acerbe e dalla costless agency non è arrivato nessun aiuto consistente, con acquisti come Darius Morris (3° PM dei Lakers lo scorso anno, che ha finito la stagione con 4 punti di media) o James Anderson (3 punti di media in 116 partite giocate) oltre al classe ’91 Royce White, giocatore enigmatico, che però è stato recentemente tagliato dal roster.
Non disperate però: il draft 2014 arriverà, e Phila, con una scelta probabilmente molto alta, potrà continuare a ricostruire, come fa da quando se n’è andato Allen Iverson.
TORONTO RAPTORS
Appena arrivato dai Denver Nuggets, Masai Ujiri (premiato come miglior GM della passata stagione) ha individuato un grande ostacolo nella crescita della franchigia nell’oneroso ingaggio di Andrea Bargnani, che legava il Mago e la squada canadese per 22,3 milioni per i prossimi due anni. Così, dopo aver trattato con Clippers e Knicks, si è accordato per lo sbarco a New York City del Mago, in cambio di Steve Novak più delle scelte nei prossimi Draft. Per i Raptors che, chiusa l’era Bargnani, vogliono tornare il più in fretta possibile ai play-offs, il punto di forza principale è sicuramente l’asse Rudy Gay e DeMar DeRozan, che in attacco garantiscono punti e fisicità.
In cabina di regia ci sarà Kyle Lowry, mentre nel ruolo di centro Valanciunas, fisico imponente e ampi margini di miglioramento, può migliorare e diventare un giocatore importante per questi Raptors. Sarà affiancato da Amir Johnson, uno dei migliori nella scorsa stagione, che rappresenta anche lui un ottimo prospetto. Da segnalare l’arrivo di Hansbrough dai Pacers, che darà respiro ai due lunghi titolari e porterà solidità sotto canestro, oltre all’apporto che potrà dare dall’arco Steve Novak, che lasciata New York si trova in una situazione con meno stress psicologico, e potrà dare un apporto fondamentale con le sue ‘bombe’ da 3. Questa squadra dimostra già di avere un progetto e non essere più un’accozzaglia di giocatori, ma come per tutte le squadre giovani sarà il campo a dire se il mix tra giovani ed esperti può essere produttivo. Certo è che il ritorno ai play-off non sembra più un miraggio, con un Rudy Gay che cerca riscatto dopo aver visto dalla poltrona i suoi ex compagni di Memphis battagliare nelle Finali di Conference.