35 secondi. Uno spiffero, un nulla. Un nulla che può incastonarti nella leggenda, se in quei 35 secondi scrivi una delle più incredibili pagine dello sport. La più grande prestazione a livello individuale che si sia mai vista su un parquet. Senza anello al dito, forse il più incompiuto talento della storia della pallacanestro. Si ritira Tracy McGrady. Dice basta, dopo l'ultimo cameo. Lì sorridente, sulla panchina degli Spurs, quasi estraneo al gruppo del sergente Popovich. I nero-argento, co-protagonisti in quel 2004, quando McGrady mise 13 punti in meno di un minuto, stupendo il mondo, memori di quanto visto, hanno scommesso l'ultima fiche su quel cavallo sedato.
Ci ha provato Tracy. É stato a un passo dal colmare l'ultima lacuna, dallo sconfiggere il demone della postseason. Lascia, senza anello, ma nella storia. Un genio cestistico scelto dalla Nba nel lontano 1997. Lascia ricordi e tristezza, per quel che è stato e per quel che sarebbe potuto essere. “The big sleep”, il genio dormiente. Quelle palpebre pesanti, quell'incedere ciondolante, quasi affannato. Ha sempre dato l'impressione di essere stanco T-Mac, quanto immarcabile. Un'eleganza, un'infinità di soluzioni senza eguali nella storia del gioco. Sette volte All Star tra Toronto, Orlando, Houston, New York, Detroit, Atlanta e infine San Antonio. Lampi isolati come quell'appoggio al tabellone durante un All Star Game, un assist a se stesso, prima di un'incredibile schiacciata, spot di un gioco bellissimo, istantanea di un ragazzo baciato dagli dei del gioco.
I problemi fisici, la schiena soprattutto, a bloccarne l'ultimo salto verso l'immortalità cestistica. A Houston con Yao Ming, si era costruito il binomio verso le Finals. Invece anche lì, al primo turno di playoff, la prematura uscita di scena. Tra infortuni e debolezze. Mentali, non certo tecniche. I dubbi sulla capacità di essere leader di un giocatore capace di far tutto con la palla a spicchi tra le mani, ma forse inadatto al ruolo di prima stella. Senza il carattere per emergere nei momenti caldi, quando i decibel si fanno insostenibili e il tasso fisico sale al limite del consentito. Si estranea Tracy dalla battaglia, lui naif, amante dell'improvvisazione e del colpo teatrale.
Chiude a oltre 19 punti di media, 5 assist, 4 rimbalzi. Un giocatore totale. Chiude dopo la National Basketball Association e una parentesi in Cina, luogo di recupero per stelle Nba in declino, luogo di denaro e spettacolo. L'Eldorado della pallacanestro. Un salto in Oriente prima dell'estremo tentativo americano. Il richiamo della competizione, di un basket di livello. Troppo forte la tentazione di provarci un'ultima volta. Ha fallito McGrady. Sarebbe potuto essere il più grande (parola di Kobe), invece resterà uno dei tanti. Solo per la storia e le statistiche però. Alla gente, al popolo delle arene, ai ragazzi che amano la strada e i canestri rovinati, bastano 35 secondi. Quei 35 secondi. Quelli della gloria e dell'immortalità. Tracy, Tracy, Tracy....