85 punti, 53% di realizzazione, 30 rimbalzi, 9 assist, 10 palle recuperate e 5 stoppate. Sono questi i numeri che il Big Three di Miami mette a referto in una delle partite più importanti della loro era. Miami si ricompatta velocemente dopo la tremenda sconfitta in Gara 3, ed infligge una sonora sconfitta ai padroni di casa.
La prima novità tra le file degli ospiti è il cambio di formazione, con il rigenerato Mike Miller titolare al posto di Udonis Haslem. LeBron passa quindi ad occupare la quarta posizione, diventando quasi letale. "Guardate, ve lo posso assicurare, domani giocherò meglio". Uomo avvisato mezzo salvato. James mantiene la parola e guida i suoi alla vittoria con una delle prestazioni più aggressive degli ultimi mesi. Sin dal primo possesso punge la difesa degli Spurs senza preoccuparsi di chi ha davanti. Il suo primo tempo è condito da 15 punti, che diventeranno poi 33 allo scoccare della sirena, tirando con la spaventosa percentuale del 60% con 15-25 dal campo. Ad essi vanno aggiunti anche 11 rimbalzi, 4 assist, 2 palle recuperate ed altrettante stoppate.
Se LeBron James non tradisce le aspettative, Dwayne Wade non è certo da meno. Il capitano della franchigia della Florida sigilla la sua miglior partita dell'anno collezionando 32 punti, 14-25 dal campo, aggiungendo 6 assist ed altrettante palle recuperate. Nonostante i 4 falli collezionati dopo nemmeno due quarti di gara, il numero 3 di Miami riesce a tenere la mente lucida e gioca con un'intelligenza invidiabile.
Dopo una serie di partite scandalose, il talento di Chris Bosh esplode in Gara 4. I suoi 20 punti e 13 rimbalzi sono solo un esempio dell'apporto che il numero 1 in maglia nera da alla sua squadra. Dopo un inizio tentennante, Bosh annulla Duncan e protegge il proprio canestro come mai lo si era visto fare in questi Playoff. Con Andersen seduto in panchina per tutta la gara, oltre all'esclusione di Haslem, lui è l'unico vero big man tra le file di Miami e dimostra di trovarcisi a proprio agio.
A completare la gara quasi perfetta dei Miami Heat ci pensa Ray Allen. Per l'ex-Celtics sono ben 14 i punti messi a segno, concludendo la sua gara con un +19 con lui sul terreno di gioco. I 4 migliori giocatori di Erik Spoelstra siglano 99 dei 109 punti finali.
San Antonio visibilmente affaticata, patisce nel finale le condizioni fisiche precarie di Tony Parker. Il francese mette in mostra un primo tempo da manuale, condito da 15 punti, 8 assist e tantissime giocate da copertina. Nella seconda frazione di gioco la condizione fisica viene meno e Popovic è costretto a lasciarlo in panchina per quasi tutto il tempo. La manovra offensiva passa dalle sue mani, e nelle rare circostanze in cui ciò non si verifica, gli Spurs appaiono irriconoscibili. Ancora una volta i texani si dimostrano superlativi da fuori il perimetro, ritardando di almeno un quarto la capitolazione. Per quanto entusiasmante sia l'apporto dato da Danny Green (3-5) e Gary Neal (3-4), non sono questi i giocatori che fanno vincere un titolo Nba. Tim Duncan mette a referto 20 punti ma il suo contributo, soprattutto difensivo (solo 5 rimbalzi), è assolutamente sotto la sua media e la squadra ne risente. Thiago Splitter mette in scena una prova quasi imbarazzante, venendo stoppato a turno da quattro giocatori diversi tra le file degli Heat. Ginobili non entra mai in partita, accumulando falli molto velocemente, chiudendo con soli 5 punti.
Così come è stato per le precedenti tre partite, non c'è assolutamente il tempo di riposare ne gioire per i successi ottenutil. Game 5, l'ultimo in quel di San Antonio, si giocherà già questa domenica, e tutti vorrano arrivarci preparati. Dopo la prima gara decisa all'ultimo dalla prodezza di Tony Parker, sono seguite due clamorose vittorie, una da ambo le parti, per poi arrivare alla gara della rinnovata parità della serie, decisa dai leader degli Heat.
Chi sarà il protagonista di Gara 5? A domenica!