MIAMI HEAT - CHICAGO BULLS 104 - 94

Gara 3 si apre sugli strascichi del secondo round giocato all'American Airlines Arena di Miami. Ad accendere subito gli animi ci pensa Noah il quale, dopo 9 minuti di gioco, pensa bene di provocare una prima rissa con Chris Andersen senza apparenti motivi. Stessa situazione andrà in scena pochi istanti dopo, quando l'astuto Mohammed, a 2 minuti dall'inizio della sua gara, pensa bene di spintonare per terra LeBron James rimediando una facile espulsione dalla partita. Il centro dei Bulls lascia la squadra, già da prima priva di risorse in panchina date le assenze di Hinrich, Deng e Rose, alla deriva con tutta la partita ancora da giocare. Non è un caso che infatti saranno ben in due a terminare la gara anzitempo per il raggiungimento dei 6 falli. Incomprensibile infine, la standing ovation riservatagli dal pubblico di Chicago, troppo elettrizzato dalla caduta a terra del 4 volte Mvp per realizzare il dramma che si stava sviluppando.

Nonostante gli uomini contati, la squadra di Thibodeau respinge colpo su colpo le offensive di Miami, chiudendo in parità il primo periodo e sotto di appena di due punti all'intervallo. Tuttavia, ad appena partita giocata, i Bulls si ritrovano con giocatori già sovraccarichi di minuti giocati e, soprattutto, con problemi di falli personali. Il terzo periodo si apre sulla falsa riga della primo tempo, con le due squadre arroccate in difesa, che tuttavia realizzano la maggior parte dei propri tiri, registrando una percentuale del 55% dal campo ciascuna. Con l'inizio dell'ultimo periodo, il tabellone registra il punteggio di 70-70. In una partita apparentemente equilibrata, i tifosi dei Bulls perdono la calma notando che, sino a quel punto, l'apporto di James e Wade non è stato quello consueto: i due giganti infatti, registrano uno score di 13 ed 8 punti rispettivamente. Limitare i due fenomeni (in maglia nera per questa Game 3), non è bastato per andare in vantaggio e, successivamente, sarà la loro condanna. Gli ospiti alzano l'asticella negli ultimi 5 minuti di gioco, quando un piccolo break di 5 punti, rende apparentemente in possibile un ritorno di Chicago. I Bulls sono comunque duri a morire e, con il nostro Belinelli, trovano la tripla del meno 2 con solo tre minuti di gioco restanti. Sarà l'ultimo bagliore nella notte della "città del vento" tuttavia, poichè LeBron James sale in cattedra e, dopo aver scaricato a canestro una tripla da oltre un metro fuori il perimetro, sigla sette degli ultimi dieci punti per i suoi, vanificando ogni ultimo disperato attacco di Nate Robinson e compagni.

I Bulls perdono la seconda gara consecutiva ma, senza ombra di dubbio, danno l'impressione di essere ben lontani dal poter essere considerati domi agli uomini di Spoelstra. Gli Heat dal canto loro, sembrano aver ritrovato la forma partita, valorizzando la propria miglior caratteristica di squadra di non andare mai nel panico nelle situazioni più difficili. Le risorse tra le file di Miami sembrano senza limiti e, nella notte in cui Wade e Allen non sembrano essere al meglio, Norris Cole si prende le luci della ribalta, guadagnadosi la permanenza sul parquet per tutto il quarto quarto, chiudendo con 18 pesantissimi punti. LeBron James (nessun fallo ed un solo turnover) termina la sua gara con 25 punti (12 nell'ultimo periodo) ai quali aggiunge 8 rimbalzi, 7 assist e 2 palle recuperate, rimanendo perfetto dalla linea del libero con 11 centri. Importante l'apporto di Chris Bosh, il quale chiude con 20 punti e 19 rimbalzi, registrando un suo nuovo record in carriera in gare di post-season.

Tra le file dei Bulls il miglior marcatore è Carlos Boozer con 21 punti, il quale tuttavia viene inspiegabilmente lasciato in panchina per gran parte della gara (28 minuti totali giocati) in favore di un Taj Gibson tutt'altro che in serata con appena 2 punti a referto. Noah si danna l'anima e conquista tanti rimbalzi offensivi (13 quelli totali) realizzando 15 punti e contribuendo a creare seconde occasioni per i propri compagni. Belinelli e Nate Robinson, in campo praticamente per tutta la gara, chiudono statisticamente una buona gara (16 e 17 punti, con 6 e 7 assist) ma crollano nei momenti chiave della gara.

Nella notte di lunedì (ore 1,00 italiane) i Bulls sperano di recuperare quanto meno Hinrich e Deng, per cercare di tenere in vita il discorso qualificazione per più tempo possibile. Derrick Rose continua a preferire il completo di Armani alla canotta con il numero 1, iniziando a far trapelare qualche sospetto: un giocatore che guadagna decine di migliaia di dollari all'anno e che viene definito sano dai medici da tre mesi a questa parte, può rifiutare di scendere in campo senza alcun tipo di rancore di staff e compagni?