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Fine del supplizio Lakers, Spurs e Heat già in semifinale

Dopo l'infortunio di Kobe Bryant nessuno si aspettava molto dai Los Angeles Lakers. Tuttavia, una serie fatta e finita senza neanche andare vicini ad una vittoria lascia dei dubbi sull'organizzazione di questa franchigia. Miami liquida i Bucks senza problemi ed accede alle semifinali in attesa di conoscere il suo prossimo avversario che uscirà dall'avvincente serie tra Bulls e Nets.

Fine del supplizio Lakers, Spurs e Heat già in semifinale
parker e duncan festeggiano il passaggio del turno contro i Lakers
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Di Jacopo Pozzi

Inutile negare che, nel finire di questa stagione, gli infortuni Nba hanno colpito grandi giocatori di grandi squadre, rovinando o comunque limitando le chance Playoff a più di una franchigia. Se, nel caso dei Lakers, l'infortunio di Kobe ha smantellato interamente la storia di un'intera squadra, per Denver e Golden State le assenze di Gallinari e David Lee, hanno inciso in maniera differente. Insomma, vince la squadra, non il singolo.

DENVER NUGGETS - GOLDEN STATE WARRIORS 101 - 115

Nella storia dell'Nba nelle 211 occasioni un cui una serie ha visto una squadra portarsi per prima a tre vittorie, solamente 8 squadre hanno saputo ribaltare il risultato. Golden State mette non un sasso bensì un macigno sulla qualificazione, centrando la terza vittoria consecutiva, bombardando ancora una volta il canestro dei Nuggets. La squadra di George Karl, arrivata addirittura terza nella Regular Season, aveva nell'attacco il suo punto di forza, così da sopperire a qualche punto di troppo concesso. Con l'infortunio di Gallinari una grande bocca da fuoco è stata persa, e nessuno è finora riuscito a prendere il suo posto. L'esempio viene dai vari Chandler, il quale termina con 6 punti, o dagli 8 di Faried, arrivando ai soli 2 di Fournier. Igoudala e Lawson combinano per 45 punti, ai quali vanno tuttavia aggiunti 12 turnover che lasciano intuire quanto questa squadra abbia perso confidenza nella sua manovra offensiva. Confidenza che è invece cresciuta esponenzialmente di partita in partita nelle menti e nei cuori dei Warriors, i quali mai ad inizio anno avrebbero pensato di poter accedere alle semifinali Nba. Non importa se ad aspettarli c'è una piccola franchigia come i San Antonio Spurs, l'importante è il momento, godersi partita per partita. Dopo un primo tempo sottotono (il primo field goal arriva a 2 minuti dall'intervallo) Steph Curry risorge nella ripresa, arrivando a terminare con 31 punti in 33 minuti, registrando 6-10 da tre punti. Se J.R. Smith ha vinto il titolo di Sixth Man of The Year con merito, possiamo dire che Jarret Jack avrebbe meritato sicuramente più considerazione. L'immagine delle due franchigie è differente, ma nessuna squadra ha potuto fare affidamento come i Warriors, su di una vera "seconda linea" come Jack. Diventato titolare dopo l'infortunio di David Lee, la guardia di Golden State ha continuato a mantenere medie straordinarie. Chiude la sua gara 4 con 21 punti e 9 assist. Nella notte di mercoledì le scene si ristabiliranno in quel di Denver, per assistere ad una Gara 5 da brivido.

SAN ANTONIO SPURS - LOS ANGELES LAKERS 103 - 82

Si poteva davvero chiedere di più a questi Lakers? Forse sì, forse no. A posteriori sono bravi tutti a parlare, ma perdere il proprio simbolo e giocatore sul quale è impostata l'intera squadra a sole due gare dai Playoff, è un danno di proporzioni inclassificabili. Certo la differenza mostrata in questa serie dalle due squadre è stata forse troppa rispetto alle previsioni, ma forse è stato meglio così per tutti. I Lakers possono concentrarsi già da ora su quella che sarà la prima stagione dopo quasi vent'anni, nella quale bisognerà fare a meno all'inizio di Kobe. Dal canto loro, gli Spurs potranno godersi qualche giorno in più di riposo, in attesa di scoprire chi sarà il prossimo avversario alle semifinali tra Nuggets e Warriors. Il migliore della gara è sempre Tony Parker, il quale sigla 23 punti, nonostante resti sul terreno di gioco per appena 26 punti.

MIAMI HEAT - MILWAUKEE BUCKS 88 - 77

Non ce ne voglia il caro Brandon Jennings, ma dopo averla sparata grossa pronosticando il passaggio del turno dei suoi Bucks in 6 gare, ci si aspettava tutti un po' di più dei 3 punti con cui termina gara 4, che per la cronaca sancisce l'eliminazione senza vittorie dei suoi, sconfitti per quattro volte consecutivamente sopra la doppia cifra. Dopo un primo tempo tranquillo, in attesa di un'inspiegabile ritardo nell'assegnazione del suo 4 Mvp, LeBron James spazza via Milwaukee con un secondo tempo da 18 punti, 6 rimbalzi e 5 assist, a completare una gara che finisce con 30 punti, 8 rimbalzi, 7 assist e 3 palle recuperate. Se questi dati non dicono nulla di più rispetto a quanto fatto vedere nella Regular Season, il fatto che in questi Playoff il numero 6 di Miami viaggi con la media del 63% di tiro dal campo fa tornare le antenne dritte a tutti quanti. Se, come accadde a Micheal Jordan, la vittoria del primo anello rappresenta lo stapparsi di un buco mentale, nei prossimi anni LeBron James potrebbe non avere limiti.