Nessun problema per i Knicks che passeggiano su quel che rimane dei Celtics e portano la serie sul 3 – 0. Senza Rondo e con un Pierce irriconoscibile che tira col 39% questa serie sembra già conclusa. La prova di forza di Antohny (26 punti) e compagni è a tratti imbarazzante e in questo primo scorcio di off season fa veramente pensare a New York come una delle candidate ad arrivare in fondo ad Est. La partita dura solo mezzo quarto, poi i Knicks rompono gli argini e dominano su ogni aspetto del gioco. 50% da due e 40% da 3 punti per la squadra della Grande Mela, che però manda a registro anche un inquietante 37,5% dalla lunetta che a questi livelli è decisamente inaccettabile. A fine partita un Carmelo Anthony molto motivato parla della possibilità di chiudere la serie sul 4 – 0. “Farlo con i Celtics sarebbe spettacolare. Un sogno che si avvera. Non l'ho mai fatto con nessuna squadra.” E' proprio Carmelo Anthony a dare il via al break che porterà New York a dilagare con 4 jumper di fila e 11 – 2 di parziale. 32 punti la sua media in queste prime 3 partite dei Playoff. L'ala di Syracuse è sempre più vicina al primo titolo di Mvp grazie a una stagione solidissima che gli ha permesso di portare New York ai vertici della Eastern dopo anni e a vincere il titolo marcatori. Ottime anche le prestazione di J.R Smith fresco vincitore del sixth man award, che segna 15 punti in 24 minuti, e Raymond Felton che smazza 10 assist e li condisce con 15 punti. Domenica gara 4 che suona quasi come una sentenza per i Celtics.

San Antonio 120 L.A Lakers 89

Stagione sfortunatissima per L.A che agguanta i playoff nelle ultime giornate ma che perde Kobe Bryant per un grave infortunio. Se poi ci aggiungiamo un accoppiamento con gli Spurs che in offseason sono quasi sempre letali, il quadro che ne viene fuori non è dei migliori per la squadra di Coach D'Antoni. Anche ieri sera i gialloviola sono stati strapazzati da Duncan e soci e il 4 – 0 è all'orizzonte. 26 punti per il caraibico, 20 di Parker bastano per spazzare via le esigue speranze di Los Angeles, nonostante l'impegno messo e la voglia di Howard (25, 11 rimbalzi) e dei gregari che non ti aspetti Morris (24) e Goudelock (20). Senza Kobe L.A non ha punti di riferimento. Howard non sembra più il leader dominante che era a Orlando e contro una squadra rocciosa, ordinata e perfetta come San Antonio le possibilità di vittoria sono veramente poche. I 31 punti di scarto sono la peggior sconfitta nei playoff per la squadra losangelina. “E' stato un anno durissimo, ma non cerchiamo scuse. Non molliamo.” Dice uno sconsolato Dwight Howard a fine partita. E per non farsi mancare nulla si infortuna anche Steve Nash. Anno Horribilis questo per i Lakers. Dall'altra parte invece i soliti fortissimi Spurs formato playoff. Se c'è una pretendente a Ovest siamo sicuri siano loro.


Denver Nuggets 108 Golden State Warriors 110.

Questa è sicuramente la serie più equilibrata e spettacolare di inizio playoff. Sulla carta partivano leggermente favoriti i Nuggets ma la squadra di San Francisco sta dimostrando di non avere alcun timore reverenziale di essere solida in ogni aspetto del suo gioco e di avere uno straordinario direttore d'orchestra in Steph Curry che sta giocando a livelli altissimi. Nonostante un fastidio alla caviglia il figlio di Dell piazza 29 punti e 11 assist e regala ai suoi un'altra vittoria tiratissima che porta la serie sul 2 a 1 per i californiani. La partita come le precedenti di questa serie è tiratissima fino agli ultimi secondi. A 9 secondi dalla fine Golden State commette un'incredibile infrazione di 5 secondi sulla rimessa e Ty Lawson fin li perfetto (35 punti career high) ha in mano la palla per mandare i titoli di coda; ma il play pasticcia e regala il pallone a Golden State. Harrison Barnes subisce un fallo tattico e non sbaglia i due liberi che fissano il punteggio sul 110 a 108. Vano il tentativo di Iguodala si segnare da metà campo. “Quello che gli scorsi anni abbiamo imparato lo stiamo mettendo in pratica. Siamo diventati più abili a gestire i finali di partita. C'è stato il momento in cui abbiamo fatto quell'infrazione di 5 secondi, ma siamo stati bravi a non andare nel panico. Così è come si vincono partite come queste.” Sono le parole di un soddisfatto coach Mark Jackson alla fine. Gara 4 domenica a San Francisco.