Gioie e dolori nella mattinata azzurra - pomeriggio in Italia - all'Olympic Stadium. Marco Lingua incappa in una giornata storta e con tre nulli abbandona la gara del martello già in sede di qualificazione. Yusneysi Santiusti si batte invece con coraggio negli 800 e conquista la seconda posizione nella sesta batteria - 2'00"45 - bruciando in una volata difficile Almanza e Akkaoui. La posizione vale di diritto l'accesso alla semifinale.
Da segnalare, nel martello, l'uscita di scena del favoritissimo Fajdek. Il polacco - a terra, con le mani a coprire il volto - non va oltre i 72 metri e chiude in settima posizione nel Gruppo A. Il verdetto arriva poco dopo, nel B diversi lanciatori volano oltre la prestazione di Fajdek e di fatto condannano in via definitiva il campionissimo. La miglior misura è di un connazionale di Fajdek, Nowicki. 77.64 per lui.
Nei 5000 U, nessuna sorpresa. Mo Farah punta alla doppietta dopo il titolo dei 10.000 e conclude, senza alcun rischio, in terza piazza la prima delle due batterie, con Gebrhiwet davanti e il vecchio Lagat in quinta posizione e quindi qualificato alla finale. Nella seconda, successo per Chelimo davanti ad Edris.
Detto dell'ottima prova della nostra Santiusti, occorre analizzare gli altri risultati delle batterie degli 800. Caster Semenya scende in pista già nella seconda e coglie l'affermazione parziale senza spendere eccessive energie. La più veloce è la quarta, con una Bishop d'alto livello che sfreccia sulla retta d'arrivo per sopravanzare la Arzamasova. 1'58"38, con evidente facilità. La seconda favorita della distanza, la Niyonsaba, si impone invece nell'ultima batteria, con crono di poco inferiore ai 2'00"00.