Elia Viviani porta a casa la medaglia d'oro nell'omnium, la prova più completa del ciclismo su pista in questi Giochi Olimpici di Rio de Janeiro. Ottava affermazione per la Nazionale italiana nell'edizione brasiliana della rassegna a cinque cerchi, al termine di una gara in cui l'azzurro dell'Isola della Scala ha rimontato in questa seconda giornata, resistendo al tentativo di rimonta di Mark Cavendish, che chiude con l'argento, e di Lasse Norman Hansen, il quale conquista il bronzo.
La corsa inizia con Gaviria che prova a prendere il largo e porta a casa il primo sprint, con Viviani che brucia Cavendish. Poi la scena se la prende Hansen, che riesce addirittura a completare il primo doppiaggio di serata e accorcia sensibilmente le distanze sull'azzurro, scavalcando l'atleta dell'Isola di Man al secondo posto. Ma il danese è ora a soli quattro punti di ritardo dalla prima posizione, messa seriamente a rischio da una caduta prima del sesto sprint. Viviani cade dopo un contatto tra lo stesso Cavendish e Park, che è costretto a ritirarsi, mentre l'azzurro prosegue.
Nel frattempo anche Gaviria e Kluge riescono a guadagnare i venti punti del giro di vantaggio sul gruppo, tanto che la classifica si fa sempre più corta, con quattro atleti nello spazio di 15 punti. La giuria sospende il conteggio dei giri per consentire i soccorsi per Park, che viene portato via in barella. Si riparte con Boudat che batte un colpo nel settimo sprint e Hansen che vince a metà gara e si porta a -1 da Viviani. I due capofila della classifica si sfidano a suon di punticini, mentre Kennett ottiene venti punti insieme a Prado e si riavvicina alla vetta. Fase importante della corsa a 50 giri dalla conclusione, con Elia che prende un paio di secondi posti agli sprint e riallunga su Hansen sul +8.
L'azzurro gioca al gatto col topo contro i suoi principali contendenti per la vittoria e per il podio, mentre Boudat si sgonfia come un palloncino in vista degli ultimi quattro sprint. A meno di trenta giri dalla fine torna a muoversi Hansen, con Gaviria e Viviani che mantengono la ruota e lasciano il lavoro sporco al danese, mentre Kluge vede vanificare un nuovo tentativo di completare il giro da solo. Lo sprinter italiano osserva tutti, poi piazza uno sprint clamoroso vincendo alla terzultima campana prima di un nuovo tentativo di Hansen, subito rintuzzato. Ultimi due giri con il cuore in gola, Viviani che se ne va con Veldt e Zakharov e si assicura l'oro con la vittoria del penultimo sprint. L'ultima volata la vince , ma ormai è tardi per tutti.