Usain Bolt è un personaggio, IL personaggio. La sua presenza nobilita la rassegna a cinque cerchi, accende i riflettori sull'Olympic Stadium. Una batteria in controllo. Non ama, Bolt, la corsa mattutina. Passeggia, sguardo a sinistra, sguardo a destra. Sornione attende la ribalta. In semifinale la corsa è più fluida, il lanciato dirompente. 9"86 per bruciare De Grasse e lanciare il primo messaggio a Gatlin.
La finale va in onda una manciata di minuti dopo. Bolt è in corsia centrale, Gatlin, silente in questo avvicinamento alla sfida, ha il volto tirato. Per indole, sente la gara, più di Usain. Rispetto alla stagione in archivio, il giamaicano si presenta in miglior forma, Gatlin con un anno in più nel motore, ma meno usurato. Una programmazione attenta per conservare energie in vista dell'atto ultimo.
La finale - per contenuti - si rivela inferiore alle attese. Basta un crono normale a Bolt per fregiarsi dell'ennesimo titolo olimpico, in attesa di 200 e 4x100. 9"81 per scaraventare nuovamente Gatlin alla piazza d'onore. 8 centesimi dividono i due attori principali. Sul gradino più basso del podio - col personale - sale il canadese De Grasse. In una serata "normale", la cosa straordinaria è sua. Blake - la bestia - il dopo Bolt, almeno sulla carta, esce senza medaglia al collo.
Vicaut - favorito da una semifinale agevole, dopo un primo turno anonimo - chiude settimo, la nuova sensazione americana, Bromell, ottavo. Al momento vige l'ordine stabilito e tutti sembrano accettare la situazione, l'inferiorità. C'è Bolt, ed è festa, sugli spalti, in pista.
La classifica:
1) Bolt 9"81
2) Gatlin 9"89
3) De Grasse 9"91