Sun Yang non è in acqua. Il campine cinese, fuori in batteria, osserva a distanza l'atto conclusivo dei 1500. Occorre identificare nuovi avversari. L'australiano Horton, per tempi di stagione, l'americano Jaeger, per sensazioni di vasca. Paltrinieri tira dritto, si tuffa e parte. Impone il suo ritmo, rapido. Bracciata continua, una progressione letale. Il vantaggio di Greg si fa corposo con lo scorrere delle vasche, nessuno può mantenere l'andatura. Jaeger è sì vicino, ma non abbastanza per spaventare. Presto, Paltrinieri è solo, in un dialogo d'oro con sè stesso. Mentre Detti risale con un potente finale per vestirsi di bronzo, Paltrinieri spende le ultime energie per concludere una prova maiuscola, all'apparenza semplice.
“Ho sognato questo momento per tanti anni e ora non riesco a credere che sia arrivato davvero. Però è stato molto più difficile di quanto crediate”.
Difficile attende l'epilogo olimpico per lanciarsi in gara. Favorito, specie dopo il titolo mondiale, favorito, per le ultime uscite e per la straordinaria regolarità. Rispettare il pronostico senza cedere al morso della tensione.
“E’ stato un mese di aspettative, di pressione, tutto abbastanza duro. Perché una cosa è dire sì, puoi vincere, ma poi devi farlo, e tutto diventa più complicato. Così devi cercare di escludere le emozioni, di tenerle da parte, di non pensare a niente”.
Una linea in acqua da domare. La mano protesa per anticipare quel segno che riconduce al passato. Il primato del mondo di Sun barcolla a lungo, Paltrinieri è, a tratti, nettamente avanti, vira più volte sotto il limite, poi concede qualcosa nel finale, cede all'impressionante rush di Sun - strepitoso in occasione del record - e a un pizzico di stanchezza. L'azzurro avvicina il suo primato europeo. L'appuntamento con i libri di storia della distanza è solo rimandato, per ora "basta" l'oro, luminoso.
“Morini, il mio allenatore, tenta a volte di consigliarmi una gara meno forte all’inizio, lo so, lo capisco, ma stavolta me ne sono fregato. A me piace stare in testa, mi fa sentire bene, così l’ho fatto, ho cercato di mettere più distanza possibile fra me e gli avversari. E al record del mondo non ho minimamente pensato, non so neanche i passaggi, è stata una cosa che non mi interessava. Forse con tutto l’allenamento che ho fatto, penso di valerlo questo primato. Ma arriverà, arriverà magari la prossima volta”.