Team USA suda molto più delle proverbiali sette camicie, quasi oltre ogni pronostico. La vittoria per 98-88 contro un'eroica Australia è probabilmente una delle più difficili della storia recente dei marziani, della selezione più forte del pianeta, ma l'organizzazione e soprattutto la forza di volontà per superare gli ostacoli più difficili degli oceanici regalano una partita da sogno, chiusasi solo grazie a un Carmelo Anthony on fire nell'ultimo quarto. Gli americani mantengono intatta l'imbattibilità nel torneo di basket maschile di Rio 2016, mentre l'Australia cade per la prima volta, ma è una caduta decisamente morbida.
Sono l'ala dei Knicks e il pariruolo dei Jazz Joe Ingles ad aprire le danze con una personalissima sfida interrotta da Patty Mills, Bogut e tre liberi di Dellavedova e Baynes: dopo nemmeno tre minuti tutto il roster dell'Australia si è iscritto a tabellone, che segna 13-9. Sono George e Irving a ribaltare, ma i Boomers riescono a rimanere a contatto ribattendo colpo su colpo, toccando anche un massimo vantaggio di +8, prima che coach K riesca a trovare soluzioni dalla panchina nelle figure di Klay Thompson e DeAndre Jordan, nonostante i problemi ai liberi del secondo minino la redditività di buona parte del suo operato sul parquet. A 67 secondi dalla prima pausa è il solito Carmelo Anthony, nuovo top scorer della nazionale statunitense, a realizzare la tripla valida per il nuovo vantaggio a stelle e strisce, pareggiato a pochi secondi dalla sirena da David Andersen a quota 29.
Inizio fotocopia anche nel secondo quarto, con il primo break piazzato dagli States e il controbreak con addirittura sorpasso firmato dalla regia di Dellavedova da 11 assist ed una serie di canestri da parte dei lunghi, sui quali Team USA fatica tremendamente a difendere, non solo i soliti Bogut e Andersen, letali in ogni angolo del campo, ma anche Bairstow stesso. L'intesa tra il neo-playmaker dei Bucks e il neo-centro dei Mavs, freschi avversari delle NBA Finals, è ogni volta una coltellata al cuore di una difesa che non riesce a trovare contromisure e deve affidarsi sempre ad un Anthony da 17 punti a metà gara (col 60% dal campo) per rimanere a contatto, tornando negli spogliatoi addirittura in svantaggio di 5 lunghezze (54-49).
Lo strappo viene immediatamente ricucito con un parziale di 9-0, interrotto da una penetrazione di Mills (30 a fine partita, il migliore dei suoi) che rimette le cose più in equilibrio. La guardia di San Antonio non molla il colpo e risponde anche in seguito con una tripla ed una penetrazione che portano la situazione sul 67-65, ottimizzando il movimento di palla che crea più di un disagio nella difesa di Krzyzewski, specialmente quando gli Aussies riescono a passare dalle mani di Bogut nel pitturato. Riesce a spezzare il ritmo Draymond Green con un gioco da tre punti indotto da un'ingenuità di Bairstow, ponendo il punteggio sul 70-67 alla fine del terzo quarto.
Grinta e ball movement ritornano dominanti nei primissimi minuti di ultimo quarto, giusto prima che Carmelo Anthony riprenda in mano la situazione segnando 6 dei suoi 31 punti finali con due triple di pura leadership fissando il +4, sfruttando anche le mani fredde degli avversari, svegliati però dal rientro in campo di Bogut e da un Mills nuovamente in fiducia. A togliere le castagne dal fuoco per gli Stati Uniti è ancora una volta il numero 7 con il tiro dalla lunga distanza. Quattro punti dell'incredibile Patty dimezzano l'iniziale svantaggio di 8 punti, ma Kyrie Irving con una tripla alla sua maniera ripristina i tre possessi di differenza (chiuderà a quota 19). Due difese alla morte dell'Australia permettono addirittura il recupero del pallone con 36 secondi sul cronometro, ma Ingles trova solo il ferro, costringendo i suoi a spendere il fallo che provoca un 1/2 di Irving e il conseguente +6.
Gli ultimi frenetici tentativi non sono sufficienti per la squadra di Lemanis per recuperare il punteggio: Team USA riesce, con buona precisione ai liberi e difese chiave, a non soffrire nel finale e a portare a casa la vittoria più sofferta del torneo, sul 98-88. L'Australia cade, ma non solo esce a testa alta: tenere botta fino alla fine contro gli alieni rappresenta un'iniezione di ulteriore fiducia verso quel sogno chiamato medaglia. E i Boomers si candidano a prima avversaria, sognando un remake all'ultimo atto.