Bisogna diffidare sempre dell'orgoglio di un campione. Campione certamente è Emil Hegle Svendsen, fuoriclasse assoluto, capace, nel Biathlon, di vincere tutto. Fino ad oggi, qui a Sochi, tanta rabbia e poca gloria per il norvegese, bloccato da una condizione non al top e da materiali non all'altezza. Il rischio di concludere l'esperienza a cinque cerchi senza una medaglia individuale era alto, dopo quanto espresso nelle prime tre uscite. I dubbi vengono invece spazzati via da una gara condotta col piglio del leader. Già ai nastri di partenza uno Svendsen diverso. Sceglie di portarsi subito al comando, per evitare i rischi di una neve resa imprevedibile dal meteo beffardo. Al tiro, come già nell'Individuale, lo scandinavo fornisce una prestazione super. Addirittura 20/20 qui. A decidere la 12.5 km è una volata con il rivale più atteso. Svendsen contro Fourcade, il Biathlon degli ultimi anni. Ne ha di più Svendsen, eppure rischia, perché alza le braccia, senza considerare l'orgoglio del suo avversario. Si salva di una punta ed è festa Norvegia.
Fourcade non vince, ma si conferma straordinario. Parte male, sparando con tempi lunghi e commettendo un errore, ma recupera ed esce addirittura davanti all'ultimo poligono. La stanchezza, palesata nei giorni scorsi, si manifesta nel rush finale. La risposta a Svendsen è tardiva e poco lucida, ma l'argento infoltisce un bottino straordinario. Bronzo per il ceco Moravec. Regolare, brillante, perfetto. Si stacca dai due fenomeni sull'ascesa decisiva, quando Svendsen alza il ritmo per tastare il polso ai rivali.
Ai piedi del podio lo sloveno Fak, uomo da grandi appuntamenti. Qualche imprecisione di troppo per salire ancora sul podio in una manifestazione di prestigio. Sfortunato Boe, che, quinto dopo la quarta serie, accusa problemi nel giro conclusivo e chiude ottavo. Resta a bocca asciutta la Russia. Garanichev, quinto al traguardo, sbaglia tre volte e saluta i migliori dopo metà gara, come Shipulin. Poca gloria anche per la Germania. Il migliore è Schempp, tredicesimo. Disastroso in piedi Lesser.
Rammarico per Ole Bjoerndalen, alla ricerca dell'ennesima medaglia olimpica. Due errori a terra non condannano il pluridecorato, capace, grazie a una velocissima terza di serie, di rientrare sui tre battistrada. All'ultimo poligono però accade l'imponderabile. Mentre Moravec, Svendsen e Fourcade si lanciano alla ricerca del successo, Bjoerndalen sbaglia quattro volte e termina addirittura ventiduesimo.
Mai in gara l'Italia. Hofer e Windisch intepretano male le sessioni di tiro e si ritrovano lontanissimi. Lukas si ritira dopo tre serie, mentre Dominik taglia il traguardo al venticinquesimo posto. Zero solo nel quarto poligono per lui.
Ordine d'arrivo:
1) Svendsen (0+0+0+0) 42:29.1
2) Fourcade (1+0+0+0) + 0.0
3) Moravec (0+0+0+0) + 13.8
4) Fak (0+1+1+0) + 28.1
5) Garanichev (0+1+1+1) + 56.2