Emozioni olimpiche. I giochi a cinque cerchi, quelli Invernali ancor di più, regalano sensazioni inattese, nuove. Portano alla ribalta discipline che per anni chiudiamo nel cassetto impolverato della memoria. Nell'Italia che ama il calcio e poco altro, di raro si ricorda il bello che c'è e che cresce. Come un fiore, trascurato, queste splendide realtà si aggrappano al filo d'acqua per respirare e riemergono nelle avventure più belle. Arianna Fontana è la donna dei giochi, il simbolo di una Nazionale di cuore e coraggio. Non siamo una potenza, ma abbiamo tanto da dare. Uno scricciolo biondo capace di agguantare medaglie in tre consecutive Olimpiadi. Un concentrato di centimetri in grado di azzannare il bronzo, dopo l'argento dolce amaro dei suoi 500, nei più difficili 1500 metri.
Il carattere e la voglia di vincere non si increspano col passare di gare e turni. La fame con cui Arianna tiene in scia la Ten Mors, negandole la prima piazza in semifinale e poi il bronzo in finale, è da antologia dello Short Track. La sorte pone l'azzurra in batteria con la britannica Christie e ancora una volta è squalifica per una delle favorite della distanza. La sfida è con i colossi del ghiaccio, Cina e Corea. Potenze chiamate a confrontarsi con l'Italia che sorride. Ancora sul podio, sognando la staffetta e i 1000 metri. Sochi illuminata a festa, col tricolore, tinto di rosa, che sventola orgoglioso.
Lo spettacolo dello Short Track, disciplina infida, di contatto, di intelligenza ancor più che di forza. Un volo rapido, sul filo del rischio, col fiato in gola e il rischio calcolato. L'oro va a Yang Zhou, mentre la piazza d'onore è per Suk Hee Shim. Fuori causa Li, penalizzata Kim.
Ordine d'arrivo:
1) Zhou 2:19.140
2) Kim 2:19.239
3) Fontana 2.19.416