La tre giorni di Abu Dhabi si chiude quest'oggi con l'epilogo maschile. Mancano i grandi nomi. Prima del via, il ritiro di Raonic, Wawrinka e Nadal, assente anche a Brisbane e alle prese con i noti problemi al ginocchio. Di ieri, invece, la defezione di Novak Djokovic, qualche ora prima della semifinale con Bautista Agut. Nubi nere si addensano nel cielo serbo, il fastidio al polso persiste, la prima parte di 2018 è da riscrivere. Da Djokovic a Murray, interrogativo comune. Un set con il citato Bautista, esibizione di breve durata. Una manciata di minuti, giusto il tempo per "ammirare" un Murray in versione ridotta, non certo pronto al debutto. 62 e disco rosso per Andy, chiamato a sciogliere la prognosi e a prendere una decisione definitiva per risolvere acciacchi di vecchia data.
L'atto ultimo oppone così Kevin Anderson e Roberto Bautista Agut. Il sudafricano detiene per più motivi i favori del pronostico. Una condizione eccellente, una dose di fiducia importante, dettata dai recenti risultati. Un filo collega la chiusura di 2017 all'apertura di 2018, ripetute conferme di campo. Primo step giovedì, due set per acuire le difficoltà di Carreno Busta, per affermare una candidatura. Ottimo rendimento al servizio, propensione all'attacco. Una seconda di livello per evitare di subire le controffensive spagnole. Ieri, due parziali per sbarrare la strada a Dominic Thiem. 76 64, decisivo il prolungamento d'avvio - 8 punti a 6 Anderson - per indirizzare la contesa.
Bautista è un giocatore solido, regge tranquillamente l'impatto con un terreno veloce, ma non ha ovviamente colpi definitivi come Anderson. Predilige lo sviluppo dello scambio, coglie, quando possibile, le altrui carenze. Con A.Rublev, una cartolina del suo tennis. In finale, grazie al forfait di Djokovic, punta a sfruttare la maggior freschezza.
Un solo precedente, lontano però nel tempo. A Valencia, nel 2013, sigillo di Bautista su superficie rapida. Tre set, una rincorsa vincente dopo il primo timbro sudafricano. Si parte alle 16, diretta su Sky Sport.