Per ritrovare lo smalto migliore c'è tempo, ma intanto Vika Azarenka passa all'incasso e si prende il biglietto per la seconda settimana dei Championships. I sei mesi di stop per la maternità, e le poche partite nelle gambe, imballano l'azione della bionda di Minsk, una coriacea Watson - spinta da un pubblico molto caldo fra cui un partecipativo David Beckham - aumentano il carico di zavorra sulle spalle della bielorussa.

Che, pronti via, sembra infatti accusare il colpo: tanti errori in risposta così come al servizio, lanciano subito la britannica sul 3-0, che dal canto suo sembra trovarsi perfettamente a proprio agio su un palcoscenico che qualche farfalla nello stomaco la provoca sempre, anche ad attori e attrici più navigate e titolate. Un solo momento di difficoltà per lei, nel settimo game, quando il break subito riporta Azarenka pericolosamente sotto sul 3-4: ma il tilt della stessa bielorussa nel gioco successivo le ridà il +2, è il trampolino migliore per chiudere i conti sul 6-3.

Di fatto, però, la bella storia della Watson finisce qui: perché la reazione della Azarenka è di quelle rabbiose, da vera campionessa. E mentre Vika sale in cattedra, la Watson viene travolta dal ciclone, con la bielorussa che in men che non si dica sale sul 3-0 e poi mena le danze senza alcuna esitazione, mentre la britannica - navicella sballottata qua e là dalla tempesta - si salva dal 6-0 strappando un game. 

Copione ancora diverso segue la terza e decisiva frazione, con le due tenniste a rispondersi colpo su colpo per i primi sei game. Il settimo gioco è battaglia pura, durato dieci minuti e risoltosi con il break a favore della Azarenka: ma quello che aveva tutti i crismi di essere il momento decisivo del match, delude in realtà le aspettative. Merito di una mai doma Heather Watson, che risponde subito per le rime e controbreakka l'avversaria. Ma se la britannica fa, la britannica disfa: è il nono game la chiave di volta del match, quando arriva l'ennesimo break griffato Azarenka. Che si prende il 5-4 e va a chiudere alla prima occasione utile sul 6-4, vanificando i tentativi di aggancio di una comunque encomiabile Watson.