N.1. almeno sulla carta. Angelique Kerber procede con cautela, scruta il recente passato, fatto di batoste e dubbi. Ricorda la finale dello scorso anno, con Serena, assente nell'edizione corrente. Vince la Kerber, senza però cancellare domande ormai note. Batte la Falconi, più per demeriti della rivale che per meriti propri. Doppio 64, un'iniezione di fiducia in vista di impegni di altro tenore. Sorride poi ai microfoni, rinfrancata.
L'avvio della Kerber è ottimo. Strappa la battuta alla Falconi in due occasioni, un battito di ciglia ed è 30, la teutonica cavalca gli errori dell'americana - 24 gratuiti nel set d'apertura - e si infila in una seconda non irresistibile. La Falconi subisce l'impatto con il centrale, impiega qualche minuto per assimilare l'atmosfera londinese. Intuisce, Irina, le difficoltà della Kerber. Recupera una rottura, si avvicina sul 32. Il parziale si gioca sul servizio della prima testa di serie, la Kerber difende il fortino, conduce in porto il set. 6 giochi a 4.
Nel secondo, si segue il regolare andamento della battuta, almeno per i primi quattro games. La Kerber mostra consistenza, sfodera un servizio efficace, concede le briciole. Nel quinto gioco, due errori della Falconi portano la Kerber sullo 0/30. La nativa di Portoviejo ricuce, ma viene poi inchiodata dal dritto tedesco. Prima palla break, salvataggio a stelle e strisce. La seconda è decisiva, Angelique intravede il traguardo. Manca, però, la necessaria concretezza, lo si denota visibilmente nel successivo frangente. La Kerber è come intimorita, nonostante il punteggio. Affonda al servizio e rimette in carreggiata la Falconi. 33. Il punto di volta sul 44, l'americana inciampa, cala fisicamente, alla Kerber basta rigiocare, tenere la pallina in campo. La mette al centro, in attesa del gratuito. Break e chiusura, al servizio. Secondo 64, vale il secondo turno, ma le nubi oscurano il cielo teutonico.