Non c'è storia allo Stadion di Halle. Il centrale è tutto per Roger Federer, acclama il suo Re, numero uno assoluto per la nona volta sull'erba tedesca. Non c'è storia in finale. Sascha Zverev non ha nemmeno il tempo di entrare in partita, in ritmo, in fiducia; l'elvetico aggredisce dal primo all'ultimo punto la contesa, azzanna il morbido rivale, tiepido nell'approccio, frustrato sul nascere sulle sue certezze. Il tennis del giovane campioncino viene imbrigliato nell'uno due svizzero, implacabile in risposta, eccelso al servizio: un battito di ciglia, 4-0, gara in archivio. Zverev indietreggia, mentalmente prima ancora che tatticamente, cede il passo alla storia, al blasone ed al nuovo tennis di Federer. 

Quindici minuti dal fischio d'inizio, parziale impietoso: quattro punti in risposta ad aprire la gara, a squarciare ed aprire una ferita enorme nel petto di Zverev; impietrito il tedesco, break a zero, confermato subito dopo dal game conservato a quindici dello svizzero più quotato. Ci si aspetta una risposta, arriva invece il secondo macigno, impossibile da digerire, nonostante le stimmate del campione teutonico provino ad emergere: altro break, non c'è partita. La risposta di Federer entra facilmente nelle seconde di Sascha, la cui prima latita, le palle corte a ripetizione imbrigliano il talento del ventenne, gli spezzano il ritmo con i colpi da fondo campo. Dritto e rovescio fanno il solletico a Roger, il cui incedere sull'erba è maestoso. L'elvetico procede legittimando il vantaggio e mandando agli archivi il primo set in scioltezza. 61, si cambia pagina, o quantomeno ci si prova. 

I primi due game del secondo set sembrano riaprire una flebile speranza per il tedesco: la prima inizia ad entrare con più continuità, resa più solida da una palla break - non sfruttata nel primo game - che gli infonde una leggerissima certezza. L'avvio promettente lascia spazio però al canto solitario dell'elvetico nel secondo game in battuta di Zverev: una palla break salvata, prima dell'inevitabile crollo. Troppo profonde le risposte di Federer, impeccabile nelle scelte, lucido come nei giorni migliori, cinico, malefico e spietato nel chiamare costantemente il rivale a rete, dove la terra sotto i piedi di Zverev diventa sempre meno consistente. I colpi del Re feriscono a morte, il cigno scivola a rete, istantanea di una giornata storta. Altro break, il terzo di giornata, quello definitivo. Roger ipoteca al servizio senza concedersi pause, lasciando due punti negli ultimi due game al rivale e beniamino - futuro - di casa. Per il passaggio di consegne bisognerà attendere ancora qualche mese. 

R.Federer b. A. Zverev 2-0 (61 63).