A distanza di quasi cinque anni dall'ultima volta, Roger Federer torna ad alzare al cielo un trofeo del Grand Slam. Nell'estate 2012 il fuoriclasse svizzero aveva superato Andy Murray a Wimbledon, per poi perdere le successive finali disputate contro Novak Djokovic. Ora, a 35 anni e mezzo, Federer trionfa nel modo più inatteso agli Australian Open, conquistando il diciottesimo Major della sua carriera, battendo Rafa Nadal - il rivale di una vita - in un match intensissimo conclusosi al quinto set.
Un Roger particolarmente emozionato si presenta in conferenza stampa con il trofeo. La prima domanda riguarda proprio la rivalità con il maiorchino, adesso più lontano di quattro titoli (18 a 14): "Francamente è la cosa che conta di meno - dice Federer - mi interessa solo di essere tornato e di aver giocato un'altra partita epica contro Rafa. Vincere un titolo dello Slam dopo non averne conquistato nessuno negli ultimi cinque anni è fantastico. Il conto dei Major non mi interessa, è l'ultimo dei problemi. Però è vero, Rafa è stato un rivale particolare nel corso della mia carriera. Ci sono stati Roddick, Hewitt, Djokovic e molti altri, non vorrei dimenticarne qualcuno, ma Nadal mi ha reso un giocatore migliore. Il suo tennis è sempre stato complicato per me, non l'ho mai nascosto. Ecco perchè giocare contro di lui rimane la sfida più difficile, estrema, e aver vinto è molto speciale. Era dal 2007 che non riuscivo a batterlo in una finale Slam, dalla vittoria di Wimbledon. Anche in quel caso in cinque set, e ora ce l'ho fatta di nuovo. Sarebbe stato giusto che ci fossero due vincitori, ma nel tennis non esiste il pareggio: a volte è un gioco brutale. Rafa dovrebbe essere contento di ciò che ha fatto in questo torneo, anche lui rientrava dopo mesi di inattività. Io invece avrò bisogno di un po' di tempo per rendermi conto di cosa è successo. Magari quando tornerò in Svizzera, mi dirò "Wow". So che questa partita è stata seguita in tutto il mondo, ma alla fine si tratta di sport, anche se lo sport è uno strumento potente: riesce a rendere felici le persone, a far dimenticare i problemi quotidiani".
Sulla partita: "Avevo discusso della strategia da adottare con Ivan Ljubicic e Severin Luthi: il piano era di giocare il mio tennis e di essere libero di testa. Sapevo che su questi campi il coraggio sarebbe stato premiato. Non volevo stancarmi in lunghi scambi per poi vedermi piovere addosso tutti quei dritti di Rafa. Direi che è stata la scelta giusta. Nel quinto set ho avuto subito diverse opportunità per tornare pari. Non le ho sfruttate, ma ho continuato a lottare, a crederci. Ed è per questo motivo che ho giocato il mio miglior tennis alla fine del match. E' stato sorprendente anche per me, perchè tra la fine del quarto e l'inizio del quinto set ero in calo. E' stato emozionante vincere in questo modo. Sono estremamente felice, come potete immaginare". Ancora sull'importanza di aver conquistato il diciottesimo Slam della carriera: "Vincere qui è speciale, questo è il torneo in cui sono stato più costante nel corso degli anni. C'ero anche l'anno scorso, mentre ho saltato il Roland Garros e gli US Open. Per me tutto è cominciato qui, la prima vittoria in uno Slam contro Chang, nel 2000, le qualificazioni nel 1999, il torneo juniores nel 1998. Quando vinci qui, il viaggio di ritorno non è un problema: in caso contrario è terribile. Credo che l'importanza di questa vittoria possa essere paragonata solo a quella del Roland Garros del 2009. In quel caso ci avevo provato e riprovato, avevo fallito, ma poi ce l'ho fatta. Ora la sensazione è simile". Domanda finale relativa a un possibile ritiro, scaturita dalle dichiarazioni dello svizzero durante la premiazione, quando aveva adombrato l'eventualità di non tornare più sulla Rod Laver Arena: "Sapete tutti che penso di avere ancora del tennis da giocare, ma se dovessi infortunarmi ancora forse non riuscirei a tornare. Chissà cosa succederà. Impossibile sapere se avrò un'altra opportunità a questo livello, e neanche sapere cosa accadrà nel prossimo Slam. L'anno scorso è stato durissimo, aver giocato tre partite al quinto in una settimana di certo non aiuta. Comunque non ho programmato niente, quindi non so se sarà il mio ultimo Australian Open. Ovviamente spero di tornare. Questo è tutto, oggi come oggi".