Due incontri di doppio, poi il clou di giornata. Rafael Nadal contro Grigor Dimitrov, la Rod Laver Arena come teatro di qualità. La seconda semifinale pone a confronto due giocatori dalle opposte caratteristiche, pronti a cogliere - dopo mesi difficili - il frutto di talento e lavoro. Rafa corre, suda, lotta, Grigor ricama, crea, disegna. I dolori del "vecchio" Nadal sono ormai un ricordo, i problemi di tenuta fisica dello scorso anno riposti con cura nel cassetto. La mente - sgombra - guida il corpo, Nadal è un animale incontenibile. Le paure del "giovane" Dimitrov sembrano finalmente in evoluzione. Un talento in perenne oscillazione tra grandezza e anonimato, incline all'errore, al fallimento. Un giocatore completo, incapace però di compiere il passo decisivo verso l'altare della racchetta. A Brisbane - vittorie in sequenza con Thiem, Raonic e Nishikori - la conferma dei recenti progressi. Uno schiaffo alle titubanze di carriera, a remore e timori, la presa di coscienza di un valore assoluto.
Il cammino qui a Melbourne è per entrambi convincente, diversa, però, la caratura degli avversari. Nadal giunge alla semifinale rodato, pizzicato da un tabellone arduo, complicato. La prima tesi di "laurea tennistica" con A.Zverev, il prototipo della nuova generazione, il ragazzo prodigio in grado di stuzzicare già oggi i migliori al mondo. Un set sotto, successo al quinto. Con Monfils e Raonic, due ulteriori attestati. Giocatori diversi, un funambolo il primo, un bombardiere il secondo. Colossi schiacciati dal peso di Rafa, da un ritmo martellante, dalla sofferenza di pensiero e azione. Per Dimitrov, il quarto con Goffin - artista come Grigor - e in precedenza l'ottavo con la sorpresa Istomin. Maggiori energie in corpo, forse qualche risposta in meno. Incontro al via aperto a più soluzioni, ma Nadal per storia ha quantomeno un minimo vantaggio.
Vantaggio che trova conforto anche nei precedenti. 7-1 Rafa, l'unico successo di Dimitrov lo scorso anno, nei quarti a Beijing. Tra il 2009 e il 2015, tra Rotterdam - sede del primo incontro - e Basilea, i sigilli di marca spagnola, sette vittorie consecutive, a sottolineare la confidenza di Nadal con un avversario di fioretto più che di spada. Melbourne, come nel 2014. Allora, partenza di stampo bulgaro, poi tre set Nadal, con due tie-break. Fasi di bel tennis ed equilibrio, epilogo naturale. Domani un'altra puntata.