Con la chiusura della stagione 2015, Vavel analizza il cammino dei primi dieci giocatori del mondo, dando un voto all'annata di ogni singolo tennista.
Djokovic voto 10. Una stagione mostruosa, meglio quasi del 2011, l'anno della consacrazione a numero uno del mondo, la lode viene negata dalle sconfitte in finale al Roland Garros e a Cincinnati, per mano dei due svizzeri Wawrinka e Federer. Sconfitte pesanti, quanto amare per il serbo, soprattutto la prima, una chiusura al Career Grand Slam, visto che il torneo parigino è l'unico torneo dello slam che manca alla collezione di Nole. Così come il master 1000 di Cincinnati, perso in finale contro sua maestà Roger Federer, che distrugge il sogno del Career Golden Master (ovvero la vittoria di tutti i Master 1000 stagionali in carriera). Queste, più altre quattro sconfitte indolore (a Doha contro Ivo Karlovic, a Dubai e al Master di Londra sempre contro Federer e a Montreal contro Andy Murray), le uniche note stonate in una stagione da incorniciare, a partire dal quinto trionfo a Melbourne (2008, 2011, 2012, 2013, 2015) su Andy Murray in quatto set 7-6 6-7 6-3 6-0, passando per la doppietta a Indian Wells (su Federer 6-3 6-7 6-2) e Miami (sempre su Murray 7-6 4-6 6-0). Si arriva alla stagione sul rosso col secondo trionfo nel principato di Montecarlo sul ceco Berdych per 7-5 4-6 6-3 e la quarta affermazione agli Internazionali BNL d'Italia su Roger Federer in due set 6-4 6-3. Saltati tutti i 500 e i 250 sull'erba, si presenta a Wimbledon per la terza conferma sui campi green dell'All England Club di Londra, sconfiggendo in finale, di nuovo, il re di questa superficie, Roger Federer (come nel 2014) questa volta in quattro set 7-6 6-7 6-4 6-3. Nel ritorno oltreoceano, dopo le sconfitta già accennate a Montreal e a Cincinnati, vince, per la seconda volta (dopo il 2011), l'Open statunitense, sempre in quattro set, ancora ai danni di Federer 6-4 5-7 6-4 6-4, centrando, in seguito, un'altra doppietta in Cina (a Pechino su Nadal 6-2 6-2 e a Shanghai su Tsonga 6-2 6-4). Torna in Europa con la quarta affermazione a Parigi Bercy su Andy Murray in due set 6-2 6-4, concludendo questa fantastica stagione con la quinta vittora al Master di Londra (eguagliando Sampras e Lendl), sconfiggendo per la quinta volta in stagione Federer 6-3 6-4.
Murray 8. Ottima stagione per lo scozzese, ma ancora troppe finali perse, come quella all'open australiano (quarta in carriera), a Miami e a Pargi Bercy, tutte contro Novak Djokovic. Arrivano, però, grandissimi trionfi a Monaco di Baviera su Philip Kohlschreiber in tre set 7-6 5-7 7-6 e a Madrid su Rafael Nadal in due set 6-3 6-2. Si ritira a Roma agli ottavi per la troppa stanchezza e all'open di Francia raggiunge la semifinale, sconfitto ancora dal serbo in 5 set 6-3 6-3 5-7 5-7 6-1. Trionfa per il quarto anno in carriera al Queen's di Londra (2009, 2011, 2013, 2015) su Kevin Anderson per 6-3 6-4 e, a Wimbledon, il suo cammino si ferma in semifinale per mano di Federer 7-5 7-5 6-4. Oltreoceano, viene sconfitto a Washington da Gabashvili in tre set 6-4 4-6 7-6, ma in Canada, a Montreal, arriva la vittoria più importante su Djokovic in tre set 6-4 4-6 6-3, con la quale supera Federer al secondo posto in classifica ATP. Posizione persa una settimana dopo, sempre per mano di Federer a Cincinnati 6-4 7-6. Prova opaca allo US Open, sconfitto in quattro set da Anderson 7-6 6-3 6-7 7-6, convince in Cina, dove arriva in semifinale, di nuovo sconfitto da Djokovic 6-1 6-3, una settimana dopo approda per la prima volta in carriera in finale a Parigi Bercy, dove si arrende nuovamente al serbo. La vera impresa, Murray, la fa in Coppa Davis, regalando l'insalatiera alla Gran Bretagna dopo 79 anni, con una statistica impressionante di 11 vittorie su 11 (solo McEnroe e Wilander detenavano questo record) e chiude la stagione al numero 2 per la prima volta.
Federer 7.5. 34 anni e non sentirli, arrivare all'atto finale in due slam come Wimbledon e lo US Open e portare a casa ancora un titolo del Master 1000, sono statistiche proibitive, se si pensa che i vari Agassi, Sampras, Safin e Borg alla sua età avevano già attaccato la racchetta al chiodo da molto tempo. Dopo il trionfo a Brisbane su Raonic, viene sconfitto a sorpresa dal nostro Andreas Seppi al terzo turno all'Open australiano in quattro set 6-4 7-6 4-6 7-6, trionfando successivamente su Djokovic a Dubai e venendo sconfitto da quest'ultimo al primo Master 1000 stagionale: Indian Wells. Buona, anche la stagione sul rosso (superficie meno gradita da sua Maestà) col trionfo al 250 di Instanbul e la quarta finale persa a Roma per mano nuovamente del serbo. All'open di Francia, disputa un ottimo slam, sconfitto ai quarti dal futuro vincitore e connazionale, Stan Wawrinka. Si conferma ad Halle, prendendosi la vendetta su Seppi in finale, arrivando, poi, in finale a Wimbledon, ma deve arrendersi ancora al serbo. Così sarà anche all'open statunitense dove lo svizzero non concretizza 23 palle break. Riesce ad imporsi (sempre in finale contro Djokovic) a Cincinnati, recuperando la seconda posizione in classifica, ma a Shanghai crolla con Albert Ramos. Al master di Londra un'altra finale persa contro il numero uno del mondo per 6-3 6-4, ma, vista l'età avanzata, una ottima stagione anche se conclusa al numero 3.
Wawrinka 7.5. Come il connazionale, con qualche vuoto in molti più tornei (come Montecarlo), ma di nuovo, per il secondo anno consecutivo, la conferma in un torneo dello Slam, il dispiacere più grande a Novak Djokovic al Roland Garros. Rammarico per lo zero nella casella titoli nei Master 1000, due vittorie nei 500 (Rotterdam, Tokyo) e un 250 di Chennai.
Nadal 6-. La peggior stagione dello spagnolo, nessun titolo dello slam così come nessun Master 1000, sufficienza striminzita per le ottime finali a Pechino e a Basilea (perse contro Djokovic e Federer), entrambe Indoor. Uniche vittorie a Buenos Aires su Monaco, a Stoccarda su Troicki e ad Amburgo sul nostro Fabio Fognini (il quale in tutta la stagione lo ha battuto tre volte a Rio, Barcellona e allo Us Open).
Berdych 5+. Stagione di ordinaria amministrazione per il ceco, stabile al numero 6 del mondo, ma ancora troppo poco cinico quando si tratta di dare la zampata finale ad un incontro. Ottimo risultato all'open australiano dove batte Rafael Nadal in tre set, ma viene sconfitto successivamente da Murray in semifinale, ottavi al Roland Garros, Wimbledon e Us Open sconfitto, rispettivamente, da Tsonga, Simon e Gasquet. Finale persa a Doha contro Ferrer e a Rotterdam da Wawrinka, vittoria a Stoccolma su Sock 7-6 6-2 e a Shenzen su Garcia Lopez 6-3 7-6. Brutta prova al Master di Londra, tre sconfitte nei tre incontri di Round Robin.
Ferrer 6+. Stesso discorso per Federer, rimane in top ten ad un'età avanzata; come nel 2014 vince quei pochi tornei (Doha, Rio, Acapulco, Kuala Lampur e Vienna) che gli permettono di restare tra i primi dieci tennisti al mondo. Brutta prova al master di Londra dove perde tutti i tre incontri di Round Robin.
Nishikori 6. Piena sufficienza per la conferma a Barcellona su Andujar e le vittorie a Memphis, su Anderson, e, a Washington, su Isner. Finale ad Acapulco persa contro Ferrer e semifinale a Tokyo persa contro Paire, in più, visti i nuovi acciacchi fisici nel periodo del Green, riesce comunque a qualificarsi per Londra dove viene eliminato al Round Robin.
Gasquet 5+. Insufficienza per la mancata qualificazione in Davis a favore della Gran Bretagna, ma buoni risultati negli slam, terzo turno all'Austalian Open, ottavi al Roland Garros, semifinale a Wimbledon e quarti allo US Open.
Tsonga 5+. Stesso discorso per Gasquet, una formazione come la Francia, dovrebbe essere in finale tutti gli anni. Per quanto riguarda Jo, è sfortunato per l'infortunio alla spalla che lo costringe a saltare il primo slam stagionale, ma si rifà con la semifinale al Roland Garros, persa contro Wawrinka. Un brutto terzo turno a Wimbledon e un buon quarto di finale a New York, rispettivamente contro Karlovic e Cilic, gli permettono di entrare in top ten.