Capelli tirati, completo bianco come Wimbledon richiede, lo sguardo all'apparenza perso, in realtà ben presente, la racchetta stretta con forza, Camila Giorgi calca l'erba londinese, per affrontare, nel secondo turno, la spagnola Arruabarrena. L'Italia del tennis si stringe attorno a Camila.
L'ultima carta azzurra ha le sembianze di una dea "altera". La Giorgi gioca un primo set perfetto, travolge Lara Arruabarrena, il verde di Wimbledon diventa teatro di un'esibizione di forza e talento. La cornice non contagia l'artista, la Giorgi spinge a tutto braccio, disegna il campo, alza lievemente il pugnetto e segue la sua strada, senza proferire verbo.
Lo sguardo saltuariamente si alza, ma nella testa della Giorgi tutto è scritto. Arrivano tre break in rapida successione, 60 Giorgi. Con passo rapido la tennista di Macerata va a sedersi, abbraccia l'asciugamano e ascolta i mormorii dell'esigente pubblico inglese. Cenni d'approvazione, per una ragazza di coraggio, talvolta sfrontata, estremamente convinta di poter arrivare in alto.
Le difficoltà si manifestano nel secondo set. La Giorgi incappa nei consueti problemi al servizio - commette, nel parziale, 7 doppi falli - e perde i primi due turni in battuta. Aumentano i gratuiti - dei 18 totali, 14 sono nel secondo set - e la Arruabarrena bussa alla porta della partita. La spagnola è avanti 42, quando la Giorgi torna a scuotere il campo di Wimbledon. Bordate che colpiscono le velleità iberiche, tre giochi consecutivi, tre match point nel decimo gioco, sul servizio della Arruabarrena. La Giorgi non chiude, brava è la spagnola a rimettere in sesto il parziale, cancellando un ulteriore palla match nel dodicesimo gioco. Si giunge al tie-break ed è ancora Giorgi. 63 e tre possibilità per approdare al terzo turno. L'ultima, con servizio a favore, è quella giusta.
Camila Giorgi avanza e attende ora Caroline Wozniacki - 61 76 alla Allertova - per un match di cartello a Wimbledon.