Testa, cuore, grinta. E umiltà. Di rimettersi a fondo campo e giocare un'altra pallina. Perchè fin che ci sono palline giocabili, c'è vivo il lumicino della speranza. Sono quelle tre parole magiche, citate in apertura, la chiave del successo di Maria Sharapova e Andrea Petkovic. I grimaldelli che scardinano la resistenza di Alexandra Dulgheru e Monica Puig, consegnando alla siberiana e alla tedesca il pass per il terzo turno.
Del resto, che entrambe siano due combattenti è fatto risaputo. Si prenda ad esempio Maria Sharapova, che parte contratta e mette insieme un numero spropositato di doppi falli ed errori gratuiti che proiettano in orbita Alexandra Dulgheru. Che, detto per inciso, in fatto di generosità non lesina nemmeno lei: finchè le energie fisiche la sostengono, schizza come una pallina da flipper e prende tutto ciò che Masha le scaglia dalle sua bande. Sono scambi durissimi quelli che le due intraprendono, spesso facendo a mattonate. Un gioco che di certo non spaventa la siberiana - l'anno scorso appiedata da un problema alla spalla che mandò a monte il suo ingegnoso piano di marketing, secondo cui avrebbe dovuto giocare lo slam americano con il cognome modificato in Sugarpova, ossequioso omaggio alla linea di caramelle da lei stessa lanciata - ma che anzi la esalta. Il secondo ed il terzo set sono un continuo lavorio ai fianchi dell'avversaria, che pian piano perde efficacia e comincia a rimanere senza benzina. Il tattico medical timeout per fascair un polso bizzoso è nel terzo set, ì l'ultima carta giocata dalla romena. Tanto disperata quanto vana, perchè dopo olte due ore di battaglia Maria ottiene il tanto sospirato Game, Set and Match. Finisce 4-6/6-3/6-2.
L'altra gladiatrice scesa oggi nell'arena infernale - per il caldo e per il tifo del pubblico americano - di Flushing Meadows è stata Andrea Petkovic. Sul campo 11, la tedesca dapprima va sotto contro la portoricana Monica Puig, quindi impatta nel conto set prendendosi la seconda partita. Nel terzo il suo capolavoro: sotto di 1-4, a un passo dal baratro dell'1-5, Petkorazzi trova insperate energie per annullare il punto del ko, e da lì piano piano, mattoncino su mattoncino edificare la sua rimonta. Come un tarlo rosicchia punto dopo punto tutto il vantaggio a una sperduta Puig, arriva sul 4 pari e riapre la partita. Da quel momento in poi è un trhiller, che ha la più logica soluzione nle tie-break. Andrea Petkovic scappa sul 3-0, la Puig risorge con un perentorio 5-0 di aprziale e alla fine... la spunta la tedesca, che trova il rush finale per imporsi 7-5. Il lancio i naria della racchetta è il modo migliore per sprigionare tutta la tensione e la gioia, prima di un lungo e intenso abbraccio con l'attrice co-protagonista di una battaglia durissima e bellissima. Andrea Petkovic batte Monica Puig 3-6/6-3/7-6.
Molto più facili invece le vittorie delle prossime avversarie di Sharapova e Petkovic: da una parte Sabine Lisicki, che soffre giusto nel primo set contro la giocane americana Madison Brengle, prima di batterla 6-4/6-1. Più che la forza dell'americana, a tenere viva la Brengle è sta la stessa Sabine, che ha parecchio pasticciato in avvio di partita, concendendo subito break e rischiando di subirne un secondo due game più tardi. Ma una volta assestatasi, la tedesca ha vinto il primo set e poi è filata via fino al 6-4/6-1 finale. Semplice anche la vittoria di Caroline Wozniacki: la bielorussa Aliaksandra Sasnovich è la più comoda delle avversarie per la danese, che vince 6-3/6-4.
Liscio come l'olio anche il secondo turno di Simona Halep: la romena numero 2 al Mondo, dopo le difficoltà incontrate nel primo turno per avere ragione di Danielle Collins, non ha invece alcun problema nell'estromettere dal torneo Jana Cepelova, regolata per 6-2/6-1. Bene, infine, anche Angelique Kerber, Jelena Jankovic e Lucie Safarova, che battono rispettivamente Alya Kudryatsveva (6-3/6-4), Tsvetana Pironkova (7-5/6-4) e Shuai Zheng (6-3/4-6/6-2).