Flushing Meadows porta con se ricordi dolorosi. Roger Federer calca il cemento che tante volte lo ha visto protagonista e pensa al passato, recente. Dodici mesi fa, su questa stessa superficie, un Federer irriconoscibile viene travolto da Tommy Robredo, onesto spagnolo che nulla ha da spartire con la classe di Roger. Un buon giocatore, sulla terra soprattutto. Una vittima sacrificale, in un mondo tennistico perfetto. E invece Federer annaspa, vuoto. Cade, in ottavi, in tre soli set. Sembra la fine di un'epoca. 

Un anno dopo l'ingresso di Federer All'Arthur Ashe Stadium porta con sè altri contorni. C'è fermento attorno a Roger. Inizia, contro Matosevic, la sua cavalcata verso il titolo n.18 in tornei del grande Slam. Incredibile a dirsi, ma gli infortuni di Nadal e i patemi di Djokovic contribuiscono a far dello svizzero se non il candidato principe al trono, uno da prima fila. 

Con il supporto di Michael Jordan, in un incontro tra leggende, Federer sorvola l'ostacolo Matosevic, risparmiando preziose energie, fondamentali in un torneo lungo due settimane e imperniato su sfide da tre set su cinque. L'avversario, Marinko Matosevic appunto, è sparring partner perfetto. Gioca, mettendo in campo il proprio bagaglio tecnico, e nel terzo parziale ha addirittura un sussulto, togliendo il servizio a Roger sul 4-3 per lo svizzero. Raggiunto il tie-break, il nativo di Melbourne si guadagna un mini-break, prima del ritorno conclusivo del signore di Basilea.

Federer mette a referto 41 vincenti contro i 26 di Matosevic, limitato da un esagerato numero di gratuiti, ben 44. Intoccabile Roger al servizio. 88% di punti con la prima in campo. Ora per la testa di serie n.2 un altro test australiano. Al secondo turno Sam Groth. 6-3 6-4 7-6.

Risultati:

Federer - Matosevic 6-3 6-4 7-6

Monfils - Donaldson 6-4 6-2 6-4

Tomic - Brown 7-6 6-4 7-6