Ci è andato ancora vicino. La crescita dello svizzero è evidente, il primo a farne le spese è stato Andy Murray, campione in carica. Esattamente come a Melbourne pochi mesi fa, l'epilogo tra Nole e Stan è affidato al quinto set.

Parte a strombattuto l'elvetico, che pianta le tende nella metàcampo del serbo e non sbaglia un colpo. Micidiale il suo rovescio. Novak, invece, non gira. pessimo al servizio, 4 doppi falli nel solo primo set. Anche Wawrinka non eccelle in battuta, solo il 36% di prime palle in campo, ma comanda sempre lo scambio e costringe il numero 1 al mondo ad un continuo tergicristallo. Doppio break a favore e primo set in cascina per lo svizzero. 6-2 in 34 minuti.

Nel secondo parziale, Nole sale leggermente di livello, ma è lo svizzero a strappare per primo il servizio all'avversario. Djokovic recupera lo svantaggio e, a fatica, trascina il set al tie break, in cui fa valere il suo maggiore tasso di esperienza e si aggiudica il set, anche grazie a qualche errore di troppo di Stan, compreso un sanguinoso doppio fallo. Il gioco di Nole continua a non convincere, dritto ballerino e decisamente troppi errori. Quantomeno migliora il rendimento al servizio e non commette ulteriori doppi falli. Dopo l'impresa contro Murray, Stan è consapevole di potersela giocare e, memore dell'impresa sfiorata agli ultimi Australian Open contro lo stesso Djokovic, rientra nel terzo con grande convinzione.

Il terzo è un parziale che si può definire interlocutorio. Segue l'ordine dei turni di servizio fino al 4-3 Wawrinka. In battuta, Nole cade in un clamoroso passaggio a vuoto, cedendo il servizio a zero e aprendo la strada all'elvetico, che accetta, ringrazia e torna avanti nel computo totale dei set. 6-3 Wawrinka e Djokovic di nuovo ad inseguire. Inevitabile la reazione del serbo, che strappa il servizio all'avversario in apertura di quarto set. Si innervosisce lo svizzero e, nel terzo game, subisce un penalty point dopo aver maltrattato ripetutamente la sua racchetta. Sul 4-1 per il numero 1 del seeding, l'elvetico rientra negli spogliatoi accusando un dolore agli adduttori. Questo problemino fisico lo condizionerà per il resto dell'incontro, non riuscendo più a rendere al meglio con il rovescio lungolinea, suo cavallo di battaglia. Djokovic si aggiudica il quarto set per 6-3 e si presenta ai nastri di partenza del quinto con i favori del pronostico, anche grazie ad una tenuta fisica migliore rispetto al diretto concorrente.

La sensazione che il match si stesse incanalando sui binari del serbo è nitida nel terzo game dell'ultimo parziale. Wawrinka fatica tremendamente ed impiega addirittura 21 minuti per tenere la battuta, annullando 5 palle break al serbo senza capitolare. Invocando l'aiuto del pubblico, Stan the Man riesce così a portare a casa il game, dopo la bellezza di 31 punti. Ma il suo destino sembra scritto. Sul servizio di Nole non si scambia, lo testimonia il fatto che l'elvetico non salirà mai sopra i 30 con il serbo in battuta. Nel successivo turno di servizio, lo svizzero cede di schianto e apre la via per la finale a Djokovic. Il numero 1 del ranking ATP non rischia più e chiude 6-4, in 4 ore e 9 minuti. Nole, dopo l'harakiri del terzo set, non concederà più palle break allo svizzero.

L'anno scorso in finale perse al quinto contro Murray, che vinse a Flushing Meadows il primo Slam della sua carriera. Quarta finale consecutiva a New York per Novak Djokovic, la quinta dal 2007. Nonostante non stia giocando il suo miglior tennis, lontanissimo parente di quello del 2011, Djokovic cercherà di conquistare il settimo titolo Slam della sua carriera. Terza semifinale consecutiva al quinto set per il serbo, dopo Parigi, persa contro Rafa e Wimbledon, vinta contro Del Potro.

Da elogiare Stan the Man Wawrinka, che nove mesi dopo Melbourne, costringe ancora Nole al quinto set, evidenziando una crescita di tennis e personalità esponenziale. Dopo la finale di Madrid contro Nadal, ha confermato qui a Flushing Meadows di poter diventare un'insidia costante per i Fab 4, chiedere conferma a Murray. Nole dovrà indubbiamente alzare l'asticella del suo tennis in finale se vorrà alzare al cielo il trofeo.