Ci ha provato Flavia da Brindisi a tenere testa alla sua più giovane e titolata avversaria. Ci ha provato lottando leoninamente su ogni pallina, piegandola a braccio di ferro quando il numero di colpi di ogni rally si avvicinava a quota venti. Un primo set giocato al massimo, da entrambe le contendenti che al massimo hanno anche alzato il volume degli errori: su dieci game, sette break e tre soli turni di servizio conservati. Statistiche del primo set. Il secondo è equilibrato per i primi tre game, che seguono il copione del primo: da lì in poi è quasi sempre monologo bielorusso, con Vika Azarenka che chiude 6-2 la seconda contesa, dopo aver strappato per 6-4 il primo set. E' lei la prima finalista, con l'immediata possibilità di riscatto dopo la sconfitta dell'anno scorso. E la possibilità di sollevare un'altra coppa dello slam dopo l'Australian Open a inizio stagione.

Fiera dell'errore - C'è grande rispetto reciproco fra le due: Flavia è quella che no ha nulla da perdere e il suo approccio alla partita è sereno. Giro in Central Park, un po' di palestra molto relax: così è trascorsa la sua vigilia. "Voglio godermela tutta, questa semifinale è un regalo per me" aveva detto prima del match. Dall'altra parte una Azarenka che in un paio di occasioni si è trovata a inseguire le avversarie (vedi Cornet e Ivanovic) ma ne è sempre uscita vincitrice. "Di Flavia non mi fido, l'ultima volta che l'ho incontrata mi ha battuto". Era Doha 2011. A Wimbledon, quest'anno, l'infortunio patito da Vika nel primo turno impedì alla bielorussa di scendere in campo e Flavia beneficiò del walk over.

La partita di oggi però è un capitolo tutto nuovo da scrivere, e le due protagoniste decidono di farlo a modo loro, ovvero rekkandosi e controbrekkandosi con regolarità quasi surreale. Inizia Flavia a perdere il primissimo turno di servizio, la imita subito la collega. Ciascuna a suo modo: l'una, l'italiana, con una seconda che non impensierisce per nulla Vika, che dal canto suo commette una quantità industriale di doppi falli. Fatto sta che, con l'eccezione del terzo e del quarto game, nessuna delle due riesce a mantenere il servizio. Si arriva così sul 5-4 in favore della bielorussa, che ha così l'occasione di servire per il set.
Questo game, che potrebbe essere decisivo per indirizzare il corso del match, diventa un furioso combattimento a colpi di scambi durissimi, con Vika che scappa e Flavia a inseguire.

Spaziale il rovescio lungo linea a pizzicare la riga con cui la brindisina annulla una delle sei palle set che sono state necessarie alla Azarenka per portarsi a casa il set. In mezzo anche l'immancabile doppio fallo, il quinto del set, con cui la numero due al mondo da il suo fattivo contributo alla causa... di allungare il set! Finalmente al sesto tentativo la bionda tennista venuta dal freddo azzecca una prima di battuta che piega le mani a Flavia, il cui tentativo di risposta si spegne a rete. Game e set in cascina, dopo quasi un'ora di battaglia.

Assedio - Portato a casa il primo set, per Vika la partita si fa in discesa. Più calma e tranquilla, la Bielorussa comincia pian piano a portare la partita sui binari a lei più consoni. La chiave di volta al quarto game: dopo un inizio di set fotocopia del primo, con break, controbreak e contro-controbreak (in soldoni, 2-1 Azarenka), la bielorussa riesce finalmente a mantenere un turno di battuta. E lo fa con le armi a lei più congeniali: ovvero bombardando di palle violentissime la Pennetta, che viene costretta alla difensiva e di fatto disinnescata. Da quel momento in poi la brindisina non sarà più capace di creare grattacapi all'avversaria, che di contro la cingerà sotto un vero e proprio assedio.

Finchè è nelle sue corde (e in quelle della racchetta, che a un certo punto salutano e la costringono a cambiare ferro del mestiere) Flavia resiste, ma alla lunga deve cedere, con Vika che in men che non si dica vola sul 4-1. Non molla però la Penna, a cui non manca certo un cuore grande così, pur non supportata dalle energie fisiche e dalla lucidità, che ormai van scemando di pari passo. La generosità con cui riesce a strappare il break per il  2-4 è encomiabile, ma è anche il canto del cigno: nel game successivo le sue speranze si spengono su una pallina facile facile sparata in rete con tutto il campo spalancato di fronte. Un break subìto che  significa 5-2 Azarenka e la possibilità per la bielorussa di servire per il match e per la finale. Elmetto ben calato in testa e trincea, Flavia si difende, annulla due match point ma al terzo deve capitolare: game, set and match Azarenka, che ora attende la sua avversaria nella finale di domenica sera.

Applausi per Flavia - La Pennetta esce a testa alta. Si porta in valigia i ricordi di un torneo comunque memorabile, ma soprattutto si porta a casa un bottino di cinquanta posizioni in classifica guadagnate. Una bella iniezione di entusiasmo e ottimismo in vista del proseguo della stagione. Sorride anche Barazzutti che, in attesa di una pronta ripresa di Sara Errani, può contare di nuovo su una colonna portante delle trionfali scorribande in Fed Cup. Oltre, naturalmente a Roberta Vinci e a una Camila Giorgi che, dopo un inizio di stagione difficile, sta dimostrando che tutt le belle parole spese su di lei non sono di circostanza.