Si aveva già la sensazione che Stan potesse essere in grado di “fare uno scherzo” a Murray ma addirittura di “scherzarlo”… Dopo aver iniziato la collaborazione col campione svedese Magnus Norman che aveva dichiarato di essersi ripromesso di insegnargli il “killer istinct” – l’istinto dell’assassino – lo svizzero mette in campo il suo miglior tennis di sempre…eccome se Magnus ha confermato le sue aspettative!
Fin da subito si ha l’impressione che lo scozzese – diventato leggenda dopo aver finalmente conquistato il titolo di Wimbledon quest’anno – abbia più di un problema: reattività decisamente al di sotto dei suoi standard, poca lucidità e di conseguenza colpi senza senso totalmente scissi da una tattica, errori grossolani e una seconda di servizio al burro.
Il primo di crack arriva nel decimo gioco del primo set, complice un doppio fallo molto sconveniente, Wawrinka ottiene il primo break e set point. Andy cerca di arginare i danni ma dopo il quinto bp cede e regala allo svizzero l’opportunità per giocare ancora più in sicurezza: da fondo, a rete, in controtempo, in difesa, in attacco, al servizio, neanche una pecca può essere trovata oggi nel suo tennis. La qualità del gioco aumenta mano a mano che il traguardo si avvicina e non una volta il suo polso trema contro il vincitore della scorsa edizione dello US Open. "Iron Stan" non solo dimostra una solidità e un agilità degna di uno dei migliori giocatori del circuito, ma ci regala una perla dopo l'altra: smash da fondo campo, vincenti in corsa, rovesci lungolinea al di là del credibile e un attacco a rete che lo farebbe passare per uno specialista agli occhi di qualsiasi frequentatore non proprio assiduo dell'ATP. Davvero impeccabile. Prima semifinale di Slam conquistata a 28 anni e non all'ombra dello svizzero più famoso, Roger Federer: Stan non poteva meritarsela più di così.
Murray abbandona il campo con aria sconsolata, consapevole di aver buttato all'aria l'opportunità di rivendicare nuovamente il titolo di New York e non di non aver saputo vincere da vero campione nonostante fosse la classica "giornata no". Probabilmente la vittoria dei Championships non ha poi così mutato la propensione alla vittoria dello scozzese e Ivan Lendl - incredibile ma vero, considerata la sua rinomata impassibilità durante i match del suo assistito - dovrà far ben altro che cambiarsi di seggiolino col suo assistente a mo' di rito scaramantico se vuole davvero che il suo pupillo faccia il salto di qualità che tarda sempre di più..
Un match bellissimo con colpi da manuale, caldamente consigliato per chiunque l'avesse perso nella diretta di oggi pomeriggio!