Sabine Lisicki, scricciolo tedesco, dalla carica agonistica inesauribile, giunge in finale di Wimbledon. A farne le spese è Agnieszka Radwanska, polacca, numero 4 delle classifiche mondiali, incerottata peggio di una mummia ad entrambe le cosce. L'anno scorso aveva raggiunto l'epilogo di questo torneo battuta in tre set da Serena Williams. Serena Williams, battuta lunedì da Sabine Lisicki, in tre set. Tennis: sport di intrecci, sport di emozioni forti. Come quelle vissute quest'oggi sul Centrale. Una partita ricca di vincenti, equilibrata,drammatica, dall'esito incerto. 

LA PARTITA - La tedesca, nata a Troisdorf, cittadina di 75'000 abitanti in Westfalia, è una tennista dalla buona mano, solida nel servizio, molto abile nel cross di diritto e da fondo. Non le manca niente tecnicamente. Le manca qualcosina mentalmente. Spesso instabile, non è nuova a perdere match dominati per sottigliezze. Dall'altra parte della rete, l'esatto opposto: Radwanska, polacca di Cracovia, campionessa di costanza e continuità, abile nelle variazioni di ritmo che mettono in difficoltà le "sparatutto" moderne, tennista di classe e di eleganza, solo negli ultimi anni ha potenziato i suoi fondamentali, sin dall'inizio molto leggeri per questi livelli. Dotata anch'ella di una buona mano, servizio che non rispecchia la sua altezza (172 cm), brava mentalmente a leggere le partite, dedita alla sofferenza. La quarta posizione del ranking, insomma non è un caso.
I bookmakers e gli addetti ai lavori, però, sono per Sabine, soprattutto per il grande colpo che ha ottenuto lunedì: Serena Williams, eliminata agli ottavi, con un tennis ad alto livello.

E così inizia a giocare Sabine, ad alto livello, mulinando il braccio alla ricerca del punto, aggredendo da fondo la polacca, accorciando lo scambio con "servizio-dritto". La polacca non riesce a rallentare il ritmo, ad effettuare le sue variazioni, ad allungare gli scambi. E quando finalmente ci riesce, come un cagnaccio con l'osso, la Lisicki non molla, anzi rilancia e alle prima opportunità mette il turbo: subito 00-40, la tennista di Cracovia riesce ad annullare le prime tre palle break dell'avversaria ma ai vantaggi è costretta a cedere il servizio. Un game di battuta giocato male, con poche prime per lei. Lisicki conferma il break nel game successivo a zero. Monumentale al servizio. La polacca risponde per le rime e lascia l'incombenza di chiudere il set, quindi, alla tedesca (5-4). Subito un doppio fallo, poi le geometrie ritrovate della polacca: il controbreak sembra scritto nel marmo ma proprio in questi momenti così poco benevoli, Lisicki si appoggia al servizio e con due ace ed una prima di servizio (dopo aver sbagliato il primo set-point con una voleé da dimenticare), chiude la contesa. 6-4. Set Germania.
Il secondo set è contraddistinto dagli enormi sbagli di Sabine. Sbaglia tutto, affonda il dritto in rete, concede doppi falli e cede tutti i game di servizio. La parte "cattiva" e sbagliata di Sabine, riemerge nel momento sbagliato. E pensare che aveva brekkato la polacca al primo gioco. Fossimo dei "pagellisti" , giudicheremmo il primo set della tedesca da 10, il secondo da 2. La polacca, contenta come una fanciulla la mattina di Natale, ringrazia e respira aria positiva. E' al terzo set, inaspettatamente dopo la prima frazione.

Avete pagato il biglietto all'ingresso? Siete pronte per il giro sulle montagne russe? Tanto pagano Sabine e Agnieszka, tranquilli! Perché non c'è altra definizione che "un giro sulle montagne russe" per definire questo terzo e decisivo set. I primi 3 giri (leggete game) li offre la polacca, approfittando dei troppi errori della tedesca, ormai spacciata ad essere una meteora o comunque un'atleta troppo limitata mentalmente, ed invece, quando meno uno se l'aspetta, ecco arrivare 5 giri offerti da Sabine (due break!), ritornata a giocare a tennis divinamente. Il pubblico è dalla sua parte. Fendenti potenti e precisi affondano sul campo della polacca che, nonostante il suo "inchino", sembra condannata alla sconfitta. Il braccino incombe, però. Ed ecco che al momento di chiudere, rispuntare prepotentemente la polacca, giocando il miglior game della partita. Non basta, infatti, il servizio della tedesca che regala tanti punti diretti per spezzare la palla break. Tutto da rifare, non c'è tie-break, si andrà ad oltranza. 
6-6, serve la tennista di Cracovia: 15-40. Due palle break che sanno di match point per la Lisicki. Annullate con un nastro fortunoso ed una "riga" pizziccata quel tanto che basta per far rimanere la palla dentro. Pressione sulla tedesca che rispedisce al mittente. Si gioca solo sul servizio della polacca, ormai, stanca e quasi a corto di fiato.
Arrivano due palle break. La prima se la annulla stesso la Lisicki spedendo out un dritto semplice, semplice. Alla seconda, però, è l'errore della Radwanska a pesare. 8-7. Sabine Lisicki serve per la finale. Nemmeno il tempo di scriverlo che la tedesca chiude. E' dai tempi di Steffi Graf (1999) che la Germania non ha rappresentanti femminili in finale, qui, sul prato inglese più famoso al mondo. Chissà se l'epilogo sarà lo stesso... Bartoli avvisata, mezza salvata!