Non serve essere drastici come ha annunciato Sergio Marchionne per far valere le idee della Ferrari, perchè a Maranello possono sfruttare un potere che solo al team del Cavallino Rampante è stato concesso e si tratta del diritto di veto. Non è necessario, dunque, che la Ferrari minacci la sua uscita di scena per far tornare indietro FIA e Liberty Media, perché Sergio Marchionne ha un asso nella manica che era stato concesso da Bernie Ecclestone al team emiliano. Infatti, secondo quanto concesso dal presidente onorario della F1, la Ferrari ha la possibilità di bocciare qualsiasi soluzione che non sia in linea con la visione del team riguardo il futuro della Formula 1.
La prima opportunità, arriverà a breve, martedì 7, quando si riunirà lo Strategy Group per discutere di vari argomenti, tra cui la proposta sui motori 2021 e anche sul come effettuare il taglio dei costi e la redistribuzione dei proventi dai diritti. Marchionne sarà proprio a Parigi e siederà al tavolo delle trattative nell'attesa di vedere le varie proposte, a livello tecnico, commerciale e politico, prima di decidere se far valere o meno il suo diritto di veto, perché Ferrari sa di dover fronteggiare i rivali sia sul punto di vista tecnico che da quello politico, dove la rossa ha un peso non da poco grazie alla sua storia.
Marchionne sa quanto è importante la Ferrari per il mondo della F1 ed è consapevole che un eventuale addio potrebbe danneggiare tutto il circus, dunque la palla è nelle sue mani: "Ce la metteremo tutta per cercare di ridurre l’impegno economico necessario a concorrere in F.1 e questo aiuterà lo sport. Ma la cosa più importante è che non si cerchi di snaturare la F.1 per cercare delle ragioni commerciali, perché questo è un discorso che alla Ferrari interessa pochissimo. Bisogna stare molto attenti a non togliere dal DNA di questo sport la sua storia e quello che importa alla Ferrari. Se quelle due cose verranno a mancare l’interesse della Ferrari di rimanere nel circuito andrà a diminuire. Questa non è una minaccia: la Formula 1 fa parte della storia della Ferrari e ho tutta l’intenzione di proteggere il suo coinvolgimento nello sport, ma non lo si potrà fare a qualsiasi costo e non lo si può fare per ragioni commerciali. Sono disposto a parlare di tutto, ma se vogliamo trasformarla in una cavolata, in uno shopping mode non m’interessa minimamente”.
La proposta di FIA e Liberty Media è quella di continuare ad utilizzare gli attuali V6 1.6, ma con ampie modifiche, poichè i propulsori dovrebbero girare a 3.000 giri in più grazie a minori vincoli sul consumo istantaneo (oggi 100 kg/h a 10.500 giri), e si rinuncerebbe all’MGU-H, potenziando la MGU-K. Subito, però, sono arrivate le proteste di Toto Wolff, che si è lamentato poiché per due anni i Costruttori di motori sarebbero costretti a sviluppare in parallelo due power unit teoricamente simili, ma in realtà molto diverse, buttando a mare centinaia di milioni di euro già spesi in ricerca. Al manager della Mercedes si è aggiunto Cyril Abiteboul, che ha spiegato che per migliorare la qualità del suono non bisogna aspettare il 2021, poichè basterebbero alcuni interventi come l’aumento del regime di rotazione, che potrebbero essere approvate già in vista del 2019.
Proprio per questo, la Ferrari avrà l'appoggio di Mercedes e Renault, fortemente critiche sulla proposta, mentre alcuni dubbi riguardano il budget-cap. Con questa situazione sembra probabile che il punto d’incontro potrebbe avvenire nel mantenere le attuali power unit, semplificandone la complessità con un ERS standard nel quale tutti gli elementi ibridi sarebbero uguali per tutti, modificando solo il limite di rotazione, che verrebbe aumentato di 3000 giri come proposto da FIA e FOM.
Con questa soluzione si potrebbe trovare il punto d'incontro ideale tra Mercedes, Ferrari e Renault e i nuovi costruttori, come Porsche e Cosworth-Aston Martin, che sarebbero pronti ad entrare solo in virtù di una riduzione dei costi. La battaglia è solo all'inizio, ma aspettiamoci un lungo confronto.