Non è tutto oro quel che luccica, o almeno questo è quanto emerge dal Gran Premio del Messico sulla vittoria di Max Verstappen. Questa volta, però, non è il talento olandese a finire sotto accusa, bensì la sospensione anteriore della sua RB13. In molti, durante il week-end messicano, hanno alzato polemiche nei confronti dell'ultimo aggiornamento del team anglo-austriaco, che avrebbe messo mano ai sistemi idraulici in seguito alle dimissioni del polacco Marcin Budkowski, ex-responsabile tecnico della FIA.
Dopo le polemiche di Simone Resta e i test di Barcellona, il tecnico polacco aveva iniziato una vera e propria campagna contro le sospensioni di Red Bull e Mercedes, giudicate irregolari perchè i sistemi utilizzati dai due team erano in grado di emulare il comportamento di un correttore d’assetto. Il polacco, così, aveva fissato cinque punti che hanno chiarito a tutti ciò che la Federazione avrebbe punito. Infatti, proprio all'esordio in Australia, Red Bull e Mercedes erano state richiamate dalla FIA perchè i loro sistemi non rispettavano a pieno le norme imposte dallo stesso Budkowski.
Ciò che ha provocato le voci su una possibile infrazione della Red Bull è stata la crescita del team avvenuta proprio in seguito alle dimissioni di Budkowski, avvenute prima del tour asiatico del circus, durante il quale Verstappen ha innestato una marcia superiore. 2° posto in qualifica a Singapore, vittoria in Malesia, 2° in Giappone, rimonta da applausi ad Austin e vittoria, con tanto di dominio, in Messico. Risultati che nessuno metterebbe in dubbio, considerano il talento dell'olandese, ma che fanno sorgere qualche dubbio se uno guarda ai risultati di Max prima di Singapore.
In tutto ciò, la Red Bull in questi giorni sta anche sperimentando una sospensione anteriore con il bracket che è più più estrema di quella che è stata montata sulla Ferrari. Per ora però solo voci, anche perchè si parla di una crescita generale della Red Bull, spinta anche da un motore Renault più competitivo, ma Resta&co sono già in agguato.