Una delle tante notizie di questo week-end di Formula 1 statunitense, cominciato nella serata italiana di ieri con le prime due sessioni di prove libere, è quella riguardante Brendon Hartley, debuttante in sostituzione di Pierre Gasly impegnato in Giappone per l’ultima tappa del campionato Super Formula.
Il neozelandese, che ha avuto modo di assaggiare la STR12 nei primissimi chilometri sul magnifico tracciato di Austin, ha spiegato come a monte della scelta di Helmut Marko ci sia stata una telefonata fatta dal pilota del team Porsche del WEC, una volta saputo del disimpegno del programma LMP1 da parte della casa di Stoccarda: “Ho chiamato Helmut una volta saputo che il programma LMP1 sarebbe stato chiuso dicendogli che se ci fosse stata una possibilità, io sarei stato pronto".
Pronti via, complice l’impegno da parte di Gasly per questo fine settimana, Marko si è assicurato il campione del mondiale WEC, insieme a Mark Webber e Timo Bernhard, nel 2015: “Prima di tutto ho fatto un test al simulatore senza fare troppe domande. Mi hanno semplicemente detto "vieni" e "ok". Non sapevo che ci sarebbe stata la possibilità di correre ad Austin. E' nato tutto molto velocemente, diciamo che non ne sapevo molto di più fino a quando non ha iniziato a parlarne la stampa”.
Hartley è stato uno dei piloti scartati dal programma giovani piloti Red Bull. Il ragazzo ha ammesso come oggi si senta un pilota diverso rispetto a quello di qualche anno fa: "Ora torno in Red Bull come pilota più forte e completo di quando l'ho lasciata. Ho passato momenti difficili, ma mentalmente sono molto più forte e non commetto gli stessi errori di una volta. Sono più preparato che mai come pilota".
Voci nel circus vogliono che il neozelandese possa essere confermato per un rapporto più duraturo con il team di Faenza, sempre se la prestazione potrà essere considerata positiva ma su questo ha aggiunto: “Non mi va di pensare troppo avanti, ora mi concentro su questa gara”.