Come via abbiamo già detto attraverso diverso articoli, quella che si andrà a concludersi con il Gran Premio degli Stati Uniti è una settimana che porta con sé una quantità di news veramente notevoli, non solo riguardanti la lotta per il campionato del mondo tra Lewis Hamilton e Sebastian Vettel, con l’inglese che avrà la prima opportunità utile per chiudere il discorso proprio ad Austin.
Uno degli argomenti che sta tenendo banco nel circus riguarda la Red Bull per due motivi sostanziali, riguardanti lo sviluppo della vettura per il prossimo anno ed il rinnovo di Max Verstappen fino al 2020 con il team di Milton Keynes.
In questo articolo proveremo ad interpretare il primo aspetto, visto che la scuderia anglo – austriaca sia quest’anno che nel 2016 è stata una vettura che ha cominciato parecchio indietro nella prestazione per poi risalire la china e portare in pista una monoposto che nelle ultime gare del campionato è sembrata veramente di livello. Il 2017 in particolare è stato un anno che ha visto la RB13 accusare circa un secondo e tre decimi al giro nella gara inaugurale in Australia per poi andare a strappare la vittoria a Lewis Hamilton nel penultimo appuntamento in Malesia.
Da quanto fatto sapere da Chris Horner, quest’anno si è accusato parecchio il ritardo nell’inizio dello sviluppo per la vettura, soprattutto considerando che il 2017 è stata una stagione che ha presentato diverse novità regolamentari e tecniche. Va ammesso che recuperare questo gap in meno di un anno è dannatamente difficile e solo uno staff come quello capitanato da Adrian Newey è in grado di fare imprese simili.
Per ovviare a tutto questo, a Milton Keynes hanno anticipato lo sviluppo della vettura del 2018, proprio per evitare di ripetere l’errore commesso già troppe volte, visto che arrivare a produrre il miglior telaio (secondo molti) nell’ultimo quarto di stagione, quando si è fuori dalla lotta in entrambi i campionati, aumenta solamente il rammarico.
Questo ha soprattutto fatto registrare il parere favorevole di entrambi i piloti, con Daniel Ricciardo che ha candidamente ammesso i suoi dubbi circa il non aver applicato prima questo metodo di lavoro. Ma ormai il passato è passato, e la Red Bull comincia già a fare sul serio per il 2018.