La gara di domenica è stata senza dubbio un ulteriore tassello a quello splendido mosaico che è il campionato del mondo del 2017. Perché si è ammirato un ulteriore duello ravvicinato tra i due contendenti al titolo, non solo dal punto di vista cronometrico, che sembra riportare la massima competizione automobilistica indietro di circa 10 anni, con evidente entusiasmo alle stelle da parte di tutti i portatori d’interesse di quel giochino chiamato Formula 1.
Ma quella di ieri è stata anche, purtroppo, l’ennesima dimostrazione di un fallimento tecnologico, per i soggetti coinvolti “al di fuori” della pista e per quelli che, invece, si trovano sotto la macchina mediatica che la massima categoria porta con sé.
Per chi non lo avesse capito, stiamo parlando ovviamente del ritardo tecnico di Honda, che si ripercuote su una scuderia storica della massima serie a quattro ruote come la McLaren, per non parlare poi dell’impossibilità per i piloti di non riuscire ad esprimere al meglio le proprie abilità di guida. Non ce ne voglia Stoffel Vandoorne, ma l’attenzione dell’articolo verterà su Fernando Alonso e non per valutazioni, da parte di chi vi scrive, positive o negative per il primo, ma semplicemente perché “la scena” è stata monopolizzata dallo spagnolo, sempre molto bravo in questo.
Intendiamoci, per i problemi causati dal deficit di potenza della power unit nipponica, ci si poteva aspettare che su un circuito “high power sensitive” come quello di Spa – Francorchamps la MCL32 potesse soffrire parecchio, a differenza di tracciati come Montecarlo o Budapest dove la prestazione relativa è stata tale da consentire ad Alonso e Vandoorne di fare una gara dignitosa.
Dopo l’ottima partenza di Alonso che è uscito dalla prima curva in settima posizione, dunque dietro le sole Mercedes, Ferrari e Red Bull, purtroppo lo spagnolo si è trovato come un leone in gabbia all’interno della sua vettura che ad Eau Rouge, Kemmel e Blanchimont di andare non ne voleva sapere. Quindi impietosi i sorpassi subiti dagli avversari, anche senza l’attivazione del DRS, senza che un mastino come l’asturiano potesse replicare. Su questo, come suo solito, il campione del mondo 2005 – 2006 ha tuonato al termine della gara: “Gli avversari mi passavano senza utilizzare il DRS! Non è possibile difendere la posizione in questo modo, tanto meno ingaggiare un ruota a ruota ed impensabile puntare alla zona punti”.
A dimostrazione dell’insofferenza dello spagnolo, qui vi estrapoliamo alcuni team radio tra il pilota ed il suo ingegnere al muretto box. Si va da un laconico “Imbarazzante, molto imbarazzante” durante i primi sorpassi subiti a seguito della partenza, per arrivare ad uno un po' più eclatante nel momento in cui gli viene comunicato il pit stop del suo compagno di squadra: “Perché? Era l’unica fottuta macchina che avrei potuto superare in questa gara”
Come se non bastasse al giro 25, la Mclaren Honda numero 14 imbocca la corsia dei box per il definitivo ritiro. Ed è qui che si insinua qualche sospetto. Alonso infatti ha dichiarato che il motivo era da individuare in un problema di affidabilità della sua vettura, cosa alquanto plausibile visto cosa è successo negli ultimi 3 anni a Woking. Quello che non torna è che il responsabile del progetto Formula 1 di Honda, Yusuke Hasegawa, ha ammesso che a seguito della comunicazione dello spagnolo, secondo cui vi era un problema sulla sua MCL32, i tecnici non avevano riscontrato nulla di inconsueto dalla telemetria ma ha poi aggiunto: “Alla fine abbiano deciso di fermare la vettura per motivi precauzionali”.
Premesso che il circus è sempre un ambiente dove le voci si rincorrono, si amplificano, le indiscrezioni diventano dichiarazioni ufficiali e via discorrendo, pare che il “no power, no power” di Alonso significasse più una sorta di scusa per potersi dissociare dalla brutta figura sportiva che stava facendo a bordo della sua vettura. Sarà vero? Sarà una boutade? Poco importa. La cosa importante per un pilota che al momento non riesce ad esprimere le proprie potenzialità è quella di cambiare aria, il più presto possibile.
Sarebbe dunque ora che un pilota del calibro di Fernando Alonso vada via da Woking. Ma dove?