Molti, guardando il Gran premio del Canada, avranno avuto la sensazione che le lancette della storia della Formula 1 fossero state riportate indietro di un anno, dal momento che nelle ultime 3 stagioni assistere ad una doppietta Mercedes era cosa abbastanza comune. La stranezza invece è il fatto che nelle precedenti gare di questo inizio di 2017 il team di Brackley non fosse mai riuscito a portare a termine una gara con le sue due monoposto davanti a tutti; i motivi per cui ciò non era accaduto sono noti e sono sia interni che esterni. Quest'anno la Ferrari è una concorrente agguerrita e competitiva, in grado di lottare ad armi pari ad ogni gara per la vittoria, mentre la W08 nelle prime sei gare dell'anno era sembrata davvero poche volte un'astronave, alle prese con problemi di sovrasterzo e di difficoltà nello sfruttamento degli pneumatici.

In Canada però il vento sembra essere cambiato: la W08 è tornata grande ed apparentemente senza più i problemi citati in precedenza, perché in qualifica, dove si porta la macchina al limite, la monoposto era decisamente stabile, a tratti addirittura meno nervosa della SF70H, che su una pista dove bisogna scaricare tanto le ali per avere velocità di punta elevate è apparsa meno brillante del solito. Tuttavia Mercedes e Ferrari nei long run del venerdì erano sembrate assolutamente alla pari e la vera differenza a favore dei tedeschi è stato il solito overboost di cui dispongono per la qualifica, oltre ad un Lewis Hamilton in formissima su una pista che ama particolarmente: l'inglese merita una menzione particolare, perché ha  raggiunto 65 pole conquistate in carriera, eguagliando una leggenda del motorsport come Ayrton Senna.

Quello che poi è successo in gara lo hanno visto tutti. Vettel non ha avuto uno spunto perfetto alla partenza e ha dovuto pensare più a difendersi da Bottas che ad insidiare Hamilton, ma così ha lasciato aperto un corridoio esterno dove con molto ottimismo si è infilato Verstappen, che nel passarlo ha danneggiato l'ala della vettura numero 5. Da qui in poi sono svanite le possibilità di avere un confronto diretto in pista tra le Frecce d'Argento e le Rosse, rallentate inoltre da problemi al fondo: sarebbe stata una contesa decisamente interessante, ma in tutta onestà è lecito pensare che contro il Lewis Hamilton visto ieri, ringalluzzito sia dalla pista amica sia dal paragone con Senna, probabilmente ci si sarebbe dovuti comunque inchinare. La Mercedes ha ritrovato la sensazione di condurre una gara con entrambi i suoi piloti in testa, copione già ampiamente visto in passato, e ha potuto così anche permettersi il lusso di poter evitare di spingere al massimo, specialmente con il suo numero 44.

Non sapremo mai purtroppo come sarebbe andata se le Ferrari l'avessero portata a dover forzare, ma, per quanto visto, nelle condizioni di ieri la W08 non ha avuto sbavature mentre Bottas e Hamilton la guidavano tra le curve canadesi, sintomo che probabilmente a Brackley hanno lavorato molto e bene per arrivare alla risoluzione dei problemi con cui la monoposto era nata. Sembrano dunque lontane le difficoltà riscontrate a Monaco in trazione ed inserimento in curva, ma tutto andrà riverificato tra due settimane a Baku, pista dove nel 2016 Hamilton andò in crisi e dove la Ferrari sarà chiamata a dare risposte convincenti alle piccole incertezze dimostrate in Canada.