Il week-end di Formula 1 appena passato si porta dietro, oltre ai risultati sportivi, la notizia dell’accordo tra la Sauber e la Honda per il 2018. Ho già trattato in un altro articolo come questi ultimi anni, per il team elvetico, rappresentino un periodo di rifondazione societaria e tecnica.
Ma allora proviamo a fare il punto dei primi 25 anni della Sauber nella massima competizione automobilistica.
Impossibile cominciare senza il citare il suo fondatore, al quale va dato atto di aver fatto esordire in Formula 1 gente del calibro di Felipe Massa, Kimi Raikkonen e Robert Kubica. Peter Sauber era una sorta di geniaccio, capace di costruirsi la prima vettura da solo, la Sauber C1 spinta dal motore Ford, con la quale partecipò alle cronoscalate del campionato svizzero nel 1970.
Milita molti anni tra gli sportprototipi fino a giungere nel 1993 ad esordire in Formula 1 al Gran premio del Sud Africa; la Sauber, che si schierava con la vettura C12 guidata da Karl Wendlinger e J.J. Letho, conquistò già alla prima gara due punti in ottica campionato grazie al quinto posto del pilota finlandese. Il resto dell’anno pare seguire l’andamento della prima gara, con la scuderia elvetica che chiude in sesta posizione con 12 punti. L’anno successivo succede poco di diverso, a parte l’arrivo in squadra di Heinz Harald Frentzen ed una peggiore affidabilità della vettura che però non impedisce agli svizzeri di ottenere gli stessi punti iridati del campionato precedente.
Il 1995 è una sorta di anno zero, sia dal punto di vista societario che tecnico; infatti è l’anno dei contratti con Red Bull e Petronas, sponsor di rilievo che consentono alla Sauber di affermarsi come azienda in Formula 1 ed anche l’esordio dei motori Ford-Cosworth sulle vetture di Peter Sauber, visto l’abbandono della Mercedes volta a stringersi a doppio filo alla Mclaren. Tutto questo, convogliò in un campionato concluso al settimo posto con 18 punti costruttori, con l’exploit di Frentzen nel GP di Monza in cui conquistò il primo podio nella storia della scuderia, giungendo terzo. Nel 96 c’è da registrare un altro podio con Johnny Herbert, ottenuto sotto l’acqua a Montecarlo e poco altro, visto i soli 11 punti ottenuti in campionato.
Il 97, dopo che la Ford decise di portare i suoi motori in dote alla Stewart, pur mantenendo un accordo con il main sponsor Petronas, la Sauber passò ai V10 Ferrari. I risultati non furono esaltanti, seppur migliori dell’anno precedente, tanto da concludere il campionato al settimo posto con 16 punti e registrare il podio con Johnny Herbert al GP d’Ungheria. Il 1998 fu un anno ancor più avaro di soddisfazioni, se non per il terzo posto conquistato da Jean Alesi nel pazzo Gran Premio del Belgio, visti i soli 10 punti e la sesta posizione in classifica. Questo si unisce al biennio successivo, nel quale la scuderia ottiene poche soddisfazioni, accumulando solo 11 punti nelle stagioni 1999 – 2000.
Il 2001 segna un anno di forti cambiamenti, a partire dal main sponsor che diventa Credit Suisse e con l’esordio in Formula 1 di Kimi Raikkonen. Con i quarti posti del finlandese in Austria e Canada ed il terzo posto del suo compagno Heidfeld in Brasile, la scuderia chiude il campionato con un brillante quarto posto, dietro solo alle big. Un altro aspetto da sottolineare di quell’anno per la scuderia elvetica è stata la costruzione della galleria del vento, un passo decisamente importante per una scuderia di Formula 1.
Il 2002 è un anno di transizione, in cui si può registrare il quarto posto di Heidfeld in Spagna e qualche piazzamento a punti di poco rilievo, che portano la Sauber a chiudere con un quinto posto in campionato. Il 2003 vede il ritorno di Frentzen, con il quale la scuderia elvetica ottiene un terzo posto al Gran Premio degli Stati Uniti. Non si può dire che la vettura progettata da Willy Rampf si fosse comportata male, in quanto nonostante il sesto posto in classifica mondiale, la C22 riuscì a cogliere quasi il doppio dei punti dell’anno precedente, pur considerando un diverso sistema di punteggio introdotto proprio quell’anno. Da annotare come questo fu l’anno di apertura della galleria del vento.
Segue il 2004, anno in cui Fisichella e Massa, pur non contando nessun podio, riescono ad essere costantemente in zona punti, così da portarsi a casa 34 punti ed un sesto posto in classifica. Il 2005 è un anno con poche soddisfazioni, con solo un quarto posto a testa tra Villeneuve (a causa della squalifica delle due Honda) e Massa, per il resto capaci di fornire prestazioni altalenanti, anche a causa di un mezzo che fornì diversi problemi di affidabilità.
Il 2006 fu un anno di svolta nel team elvetico. Infatti, a causa dell’abbandono da parte del main sponsor e visti gli scarsi risultati portati nelle ultime stagioni, Peter Sauber vendette la squadra alla Bmw a cui spettava la fornitura dei propulsori; venne creato il team BMW Sauber diretto da Mario Theissen. Quell’anno, partito senza troppe aspettative, in realtà si dimostrerà molto interessante, visto il quinto posto conquistato a fine anno davanti a scuderie più blasonate come Williams e Toyota.
Il 2007 è l’anno migliore nella storia della squadra svizzera. Con due podi (di cui un secondo posto) ed una svariata serie di piazzamenti a punti, si conquista la terza posizione in campionato con 101 punti, divenuta seconda dopo la squalifica della Mclaren Mercedes dal campionato costruttori per via della spy story di quell’anno.
Il 2008, se vogliamo, è stato ancora meglio. Arriva la prima vittoria in Canada con Kubica, completata dal secondo posto di Nick Heidfeld per una doppietta storica; a questa vanno aggiunti un filotto di podi e piazzamenti di gran lunga migliori dell’anno precedente, sia in termini di posizioni che di costanza, che portano la scuderia a conquistare il terzo posto in campionato con più punti rispetto all’anno precedente, ben 135, meno solo della Ferrari e della Mclaren-Mercedes.
Il 2009 è un anno di forti cambiamenti tecnici e regolamentari, di cui si prevedeva che la BMW Sauber dovesse essere la miglior interprete. In realtà non fu così, e quello diventò un anno abbastanza travagliato non solo da un punto di vista sportivo, con solo un podio e pochi piazzamenti a punti. Con l’annuncio di Bmw di ritirarsi al termine del campionato e la mancanza della firma del Patto della Concordia, Peter Sauber dovette riacquistare in extremis la scuderia ed iscriverla al campionato successivo e richiedere la fornitura dei motori Ferrari.
Il 2010 quindi si apre con qualche apprensione, considerando anche il taglio dei dipendenti che c’era stato per via del momento delicato vissuto l’anno precedente. Nonostante ciò comunque il team riuscì a mettere in tasta un discreto ottavo posto in classifica con 44 punti. Stesso trend nel 2011, che si chiude con 44 punti gran parte dei quali ottenuti dal giapponese Kamui Kobayashi.
Il 2012 invece fu un anno discretamente migliore, con il duo Perez – Kobayashi che conquista 3 podi, di cui due secondi posti con il messicano in Malesia sotto la pioggia ed al GP d’Italia. Infine, concluderà in sesta posizione con un discreto punteggio subito dietro al gruppone delle scuderie più blasonate. Da ricordare per quest’anno fu il cambio al vertice della squadra; Peter Sauber in ottobre cede le redini alla manager Monisha Kaltenborn, prima donna team manager di una squadra di Formula 1.
Il 2013 è stato un campionato cominciato con il freno a mano tirato per poi finire a razzo; forse complice il cambio di management al termine dell’anno precedente, dei 57 punti finali in classifica mondiale, solo 7 saranno conquistati nella prima metà del campionato. Tutti gli altri invece, ottenuti nelle ultime 8 gare sulle 18 totali grazie ai piazzamenti portati da Nico Hulkenberg di cui un quarto e due quinti posti.
Il 2014 è l’anno della debacle; è infatti il primo campionato in cui la Sauber termina in classifica con 0 punti, in ultima posizione, causa scarsa affidabilità della vettura e per qualche errore di troppo dei propri piloti. Da dimenticare. Nel 2015 le cose vanno un po' meglio, con 36 punti totalizzati nell’anno, ma con prestazioni delle vetture e dei piloti abbastanza altalenanti.
Lo scorso anno ancora una classifica da dimenticare, con 2 punti in tutto il campionato ed una macchina dalle prestazioni migliori solo della Manor, che poi si ritirerà a fine campionato. Quest’anno non ci si aspetta troppo di più visto il trend degli ultimi campionati ed i risultati ottenuti nei primi quattro Gran premi della stagione in corso.
Come potete vedere questa è una scuderia che tra mille difficoltà è riuscita comunque a mantenersi in Formula 1 per ben 25 anni, alternando anni molto positivi come quelli in partnership con BMW ad anni estremamente difficili come gli ultimi. Come l’esperienza avuta con il motorista tedesco, ci attendiamo che con un partner tecnico di livello la Sauber possa tornare ai suoi albori e, perché no, riprendere a sfornare futuri campioni invece che ex piloti paganti.