Chris Horner è uno di quei personaggi che, in Formula 1, mi sono sempre piaciuti: poche chiacchiere, quando lui o la squadra sbagliano lo dice, se crede di aver subito un torto anche. Pragmatico.
E’ il 2005 quando prende il ruolo di Team Manager della Red Bull, in un periodo in cui la scuderia anglo-austriaca ancora era ben lontana dalle posizioni di vertice che da qualche anno occupa stabilmente. Dopo il primo podio a Montecarlo nel 2006 con David Coulthard, indimenticabili saranno i 4 anni di dominio incontrastato dal 2010 al 2013, che hanno portato nel complesso 8 titoli alla scuderia di Milton Keynes consegnando al palcoscenico della Formula 1 un quattro volte campione del mondo che porta il nome di Sebastian Vettel.
Dall’avvento dell’era ibrida hanno ceduto lo scettro alla Mercedes, pur riuscendo a rimanere nelle posizioni di vertice.
E’ dunque interessante provare ad argomentare quanto dichiarato da Horner in una intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, in cui prova a fare il punto al quarto appuntamento del mondiale, ma non solo.
E’ indubbio che la Red Bull quest’anno abbia cominciato nettamente indietro, rispetto alla coppia Ferrari – Mercedes, i distacchi parlano chiaro, al netto dell’ottimo recupero di Verstappen in Cina. A proposito dell’indagine FIA che ha dichiarato che le prestazioni delle power unit dei tre motoristi principali sono racchiuse in 3 decimi, Horner ha fatto (giustamente) notare come in realtà è la combinazione di diverse aree tecniche della vettura. Su questo ha riconosciuto la forza degli avversari: “Ferrari e Mercedes hanno fatto un lavoro migliore durante l’inverno in entrambe le aree, telaio e power unit, e noi stiamo cercando di recuperare”.
In attesa di un grosso pacchetto di sviluppo in arrivo a Barcellona, Horner non si sbilancia e non considera al momento la possibilità di poter lottare per il mondiale: “In questo momento non pensiamo di certo al Mondiale, il primo obiettivo è poter lottare con Ferrari e Mercedes”.
Inevitabile parlare dell’ex pupillo della Red Bull, Vettel, attualmente in forza alla Ferrari, fresco di pole position al Gp di Russia; il team manager inglese è convinto che tra Hamilton e Vettel il tedesco sia un passo avanti, in quanto capace di non fare alcuni errori che l’inglese della Mercedes sarebbe in grado di fare quando è sotto pressione.
Si è parlato anche di futuro, con quelle voci che vogliono la scuderia anglo-austriaca fuori dal mondiale dal 2021 al termine del Patto della Concordia; l’intenzione della squadra, così come riporta Horner, è quella di rimanere, visto che comunque una squadra di Formula 1 fa degli investimenti a lungo termine.
Al contempo però, le richieste di Milton Keynes sono rivolte in particolare alle motorizzazioni; infatti si chiede di poter andare nella direzione di motori più semplici e meno costosi, così da favorire l’ingresso di motoristi indipendenti.
Secondo il sottoscritto, il punto di vista di Horner non è condivisibile, almeno sul secondo punto. E’ evidente che, infatti, una squadra tecnicamente capace come la Red Bull non attiri motoristi come Ferrari o Mercedes, attualmente al vertice della classe regina dell’automobilismo mondiale. Per il più semplice dei motivi, ovvero il conflitto di interessi; se è vero che, potenzialmente, un motorista che possiede una squadra al vertice, potrebbe ricavare parecchi soldi dalla fornitura delle motorizzazioni ad altre scuderie “di livello”, è anche vero che nessuno darebbe un motore dalle buone prestazioni ad una scuderia di questo tipo, in quanto questa sarebbe capace di fare concorrenza alla squadra che il motore ha fornito.
Se quindi la questione del costo delle motorizzazioni da qui in avanti è un capitolo abbastanza ostico da analizzare ad oggi, visto l’insediamento della nuova proprietà, di sicuro l’apertura a motoristi indipendenti potrebbe essere una strada da perseguire.