Si è consumata nel tramonto incendiato dell'Albert Park, la prima rivincita della Rossa di Maranello, vittoriosa nel giorno del battesimo, dopo aver condotto una gara di passo, concentrazione ed astuzia.
La Ferrari di Sebastian Vettel, scattata dalla casella due, dopo una buona partenza è riuscita a tenere il passo del battistrada Hamilton, per poi sfruttare l'errore di strategia sul muretto Mercedes ed allungare in modo decisivo la sosta ai box. 
Il colpo di genio, è valso a Seb la prima posizione, portata al sicuro fino alla bandiera a scacchi, la prima di un 2017 iniziato come dalle parti di Maranello non accadeva dal lontano 2010.

SCUDERIA FERRARI, voto: 10.

Il massimo dei voti va a tutta la Scuderia del Cavallino Rampante, dai tecnici rimasti a Maranello, a quelli sul posto. Già, perché questa Ferrari, presentatasi ai test di Barcellona con un alone di scetticismo non indifferente, ha saputo stupire tutti rimboccandosi le maniche e lavorando sodo sin dallo scorso autunno. 
Questo successo, frutto di una vettura che lo stesso Vettel ha definito "Grande", e il giusto premio per tutto lo staff. Da Maurizio Arrivabene fino ai meccanici; dagli ingegneri, agli addetti stampa. Anche Sebastian, uomo spogliatoio - come si direbbe in ambiente calcistico - ci ha tenuto a precisare che questo successo "è per tutti noi" riferendosi ai membri della Ferrari, capaci di rialzarsi una volta di più dopo le mille avversità delle passate stagioni.

Maurizio Arrivabene attende Vettel nella pit lane. E' una delle immagini che racchiudono a pieno lo spirito della Ferrari. Fonte foto: Getty Images AsiaPac

Nel corso del weekend, la Rossa si è migliorata sensibilmente, riuscendo a trovare man mano il giusto feeling con una pista sulla quale la Ferrari non trionfava dal 2007. Questo, è ulteriore sintomo di un lavoro volto al perfezionamento di una vettura dettagliata, ricca di particolari e innovazioni. Una vettura che certamente ha colto di sorpresa i diretti rivali. 
Inoltre, ad arrotondare il giudizio verso la perfezione, va aggiunta anche la mossa strategica che ha permesso a Sebastian di conquistare la gara: dopo il precoce pit stop di Hamilton, dal box Ferrari si son resi conto della possibilità di allungare la sosta e permettere al tedesco di ritrovarsi davanti a Lewis. Detto, fatto, la strategia si è rivelata vincente, permettendo a Seb di amministrare la seconda porzione di corsa.

SEBASTIAN VETTEL, voto: 9.

Gara alla Sebastian Vettel quella condotta dal Campionissimo tedesco, tornato ad assaporare il dolce gusto del successo oltre un anno e mezzo dopo l'ultima volta. Con il sigillo ottenuto a Melbourne, per Vettel sono 43 le vittorie in carriera, quattro con la Ferrari in 40 gare esatte.
Il teutonico, che ha attribuito il nome "Gina" alla vettura del 2017 poiché diminutivo di "Regina", non ha sbagliato nulla. Allo start, impossibilitato dal sorpassare un Hamilton sgusciante, Seb ha saputo mettersi alle spalle dell'Inglese, applicando una pressione non indifferente sul tre volte Campione del mondo. 

Sebastian Vettel fa festa sul podio di Albert Park. Per lui è arrivato un successo che mancava da settembre 2015. Fonte foto: Getty Images AsiaPac

Mentre di Bottas e del compagno di team Raikkonen si perdevano le tracce, Seb è stato capace di tenere il passo di Lewis, tallonando sempre da molto vicino il retrotreno della Mercedes. Poi, l'improvvisa svolta ai box, e l'indiretto aiuto di Max Verstappen (in realtà nemico numero uno di Sebastian nel paddock) capace di bloccare la risalita di Hamilton. 
Nel momento cruciale, all'uscita dai box, Seb non ha perso lucidità, trovandosi a battagliare per qualche centinaia di metri proprio con Verstappen, ma riuscendo a respingere gli attacchi dell'olandese. Da quel momento in poi, il gp dell'ex pilota Red Bull è stato costeggiato da pochi timori. Un passo martellante e qualche problema accusato da Hamilton, hanno permesso a Seb di prendere il largo e, nel finale, di togliersi anche lo sfizio di segnare il giro record. 

LEWIS HAMILTON, voto: 8.

Rigenerato da un inverno passato in ogni angolo del mondo, 'Ginetto' come avrebbe scritto il buon Terruzzi, il suo compito l'ha svolto con dovizia e attenzione, spremendo dalla sua Mercedes tutto il possibile. Titolare di una Pole Position stratosferica, Lewis è riuscito ad aggirare anche l'inciampo dello scorso anno: lo stacco frizione. Stavolta, la partenza è stata perfetta, garantendo ad Ham strada libera davanti a se. 
Le condizioni sembravano ideali per Lewis, in controllo fin dove possibile, dato un Sebastian in grande spolvero. Il tedesco a tallonarlo, lui a respingere gli attacchi senza mai dare l'impressione di accusare la pressione.

Tutto perfetto insomma, fino al momento del rientro ai box, certamente il momento topico dell'intero fine settimana. Il muretto Mercedes decide di anticipare oltre lecito la sosta di Lewis, che monta gomme più dure ma che si ritrova ingarbugliato nel traffico. In particolare è Max Verstappen che crea le maggiori problematiche a Lewis, impossibilitato al sorpasso, e dunque costretto a procedere del passo portato dall'olandese.
E' proprio lì che si decide la gara in favore di Vettel. Hamilton borbotta con il team, ma nulla è recuperabile. Si cerca anche un "Plan B", ma dopo qualche consultazione, si decide di abortire il tentativo e difendere la seconda piazza dal ritorno di un Bottas forse ancora troppo molle per far male a Lewis.

Lewis Hamilton, come sempre sportivo dopo la bandiera a scacchi. Grandi abbracci e complimenti verso Vettel. Fonte foto: Getty Images AsiaPac

FELIPE MASSA, voto: 7,5.

Impossibile non premiare con un bel 7,5 l'ex pilota Felipe Massa. Naturalmente si scherza, dato che sull'asfalto nemico di Melbourne - mai caro a Felipe, nemmeno nei tempi d'oro - colui che qualche mese fa aveva annunciato l'addio alla Formula 1, ha condotto una gara di grande sostanza, portando la Williams al sesto posto. Probabilmente, ieri avrebbe preferito fare come Nico Rosberg il buon Felipe, (a proposito, voto 5 a Rosberg che ha provato ad attirare l'attenzione riempiendo i social con video e commenti inerenti alla gara. Crediamo che un po di nostalgia, al Campione del mondo in carica, forse sia venuta) ma fa nulla: uno come lui, orgoglioso e giudizioso, ha dato una spolverata al casco, e senza batter ciglio si è rimesso la tuta. Con un 18 enne dalla'altra parte della barricata, Massa ha dimostrato a tutti che gallina vecchia fa buon brodo.

SCUDERIA TORO ROSSO, voto: 7.

Alla vigilia della stagione, della Toro Rosso si parlava solo esteticamente. Una livrea molto accattivante quella della lattina italianizzata, certo, ma le prestazioni? 
Ottime, almeno in questo primo weekend del 2017. Sainz e Kvyat infatti, non hanno accusato alcun problema di affidabilità, giungendo al traguardo con preziosissimi punti per la scuderia. Inoltre, i due sono riusciti a metter dietro anche diretti rivali per le posizioni di rincalzo nella classifica costruttori: vedi Force India, McLaren, Renault e Haas. Questo, a dimostrazione che la vettura progettata a Faenza, di buono non ha solo quel tocco di vernice metallizzata.

MAX VERSTAPPEN, voto: 7.

Qualche ferrarista potrebbe indignarsi per il 7 pieno a Verstappen, certamente non amato negli ambienti di Maranello, e più in generale in tutto lo stivale delle quattro ruote. In realtà, il voto è più che meritato, visto che MadMax ha portato a casa il massimo da una vettura ancora in grave ritardo. 
I compiti, lo scolaro 19 enne, li ha fatti per bene, salvando l'onore di una Red Bull incappata nel weekend da incubo di Ricciardo, - già in fila per una visita gratuita dall'analista - alle prese con problemi di affidabilità, trazione e bilanciamento. Insomma, la vettura ammirata nella seconda parte della scorsa stagione, gioiello in grado di battagliare ad armi pari con la Mercedes, è solo un lontano ricordo. In vista della Cina c'è da rimboccarsi le maniche, anche se Max - protagonista indiretto per l'assegnazione della vittoria - ha dimostrato a tutti di saper utilizzare anche la razionalità, virtù a lui poco affina nel corso dell'anno 2016.

ESTEBAN OCON, voto: 6,5.

Due parole vanno spese anche per il giovane Ocon, all'esordio da pink panter, e già per questo da premiare. Colorazione - discutibile - esclusa, il francese si è dimostrato un pilota di sicuro avvenire, strappando il primo punto della sua stagione dalle grinfie di gente come Alonso e Hulkenberg. Bellissimo infatti, il duello messo in piedi nei giri finali che ha permesso ad Ocon di portare entrambe le Force India in zona punti. 

Esteban Ocon, con la sua Force India rosa, tocca l'erba durante la gara. Fonte foto: Getty Images AsiaPac

VALTTERI BOTTAS, voto: 6.

Una gara senza sale quella del finnico, per certi versi fin troppo simile al già citato Rosberg. Con una monoposto non ancora al top, (e il finale di gara passato ad annaspare lo dimostra), Bottas non ha mai impensierito il compagno di squadra, nei giorni scorsi lecitamente preoccupato dalle Ferrari, ma non dal 77. 
E la pista ha dato ragione ad Hamilton: con una prestazione sufficiente, ma nulla più, Bottas si è guadagnato il primo podio della sua nuova vita in Mercedes oltre ad un buon gruzzolo di punti che l'ex Williams spera torni utile per il proseguo di una stagione in cui ci si aspetta tanto dal sostituto del Campione del mondo.

KIMI RAIKKONEN, voto: 5,5.

Se qualche paragrafo più in alto stavamo celebrando il magico weekend della Ferrari, Kimi Raikkonen ci riporta alla realtà. Un quarto posto in cui il bicchiere appare mezzo vuoto, soprattutto per quanto fatto vedere dal suo compagno dotato di monoposto gemella. Mentre Vettel sfrecciava davanti alle due Mercedes, Kimi annaspava, solitario in quarta piazza. 
Per fortuna dell'IceMan, i cui punti al traguardo sono comunque valsi per portare la Ferrari in testa alla classifica costruttori, Verstappen ha tentato la rimonta quando era ormai troppo tardi, graziando un Kimi molle, apparso deconcentrato già dalla qualifica di sabato, anch'essa macchiata da errori di guida estranei al vocabolario di un Campione del mondo come lui. 

LANCE STROLL, voto: 4.

Il giovane canadese, figlio d'un miliardario tra i più ricchi del suo Paese, alla prima recita della sua carriera ha fallito miseramente. La scusante dell'età regge solo parzialmente, dato che il 18 enne baby prodigio nelle categorie inferiori ha preso una paga notevolissima da nonno Massa, sesto al traguardo.
Qualifica da dimenticare con l'uscita già in Q1. Gara anonima, se non per un sorpasso - uno dei pochi - alla curva uno, e un'escursione nei prati alla curva 13. Per il resto un lungo vagare nelle ultime posizioni fino al problema tecnico che lo ha costretto ad alzare bandiera bianca al giro 40. Come esordio non proprio il massimo della vita.

Stroll a bordo della sua Williams. Per lui un esordio da dimenticare. Fonte foto: Getty Images AsiaPac

MERCEDES AMG F1, voto: 4.

Il voto è severo ma doveroso. Per l'ennesima volta negli ultimi anni, Lewis Hamilton ha buttato al vento il lavoro di un intero weekend, dando retta alle cervellotiche scelte maturate sul muretto argento. Il pugno di Toto Wolff, ripreso in tutta la sua frustrazione nel momento in cui Vettel è riuscito a sopravanzare Lewis, è la cartolina di una domenica in cui la Mercedes ha scelto ancora male. Far rientrare Hamilton così presto, ha costretto Lewis nel traffico, facilitando di fatti, la scelta della Ferrari con Vettel.
A pesare sulla decisione, non possono esser prese in considerazione le gomme, visto che il compagno di squadra Bottas, è stato richiamato molti giri dopo Hamilton. Questo, per smentire chi, frettolosamente, parlava di una Mercedes non in grado di gestire l'usura delle gomme ultrasoft. 

Nel concitato finale, Niki Lauda ha provato a gettare acqua sul fuoco, ribadendo che la strategia era quella corretta, e che è stata la Ferrari a battere d'astuzia la Mercedes. In realtà, il ragionamento non tiene soprattutto se vengono presi in considerazione i giri in cui si sono fermati un po tutti i piloti del Circus. Hamilton si è fermato prestissimo, e questa scelta ha inficiato in modo decisivo sulla sua prestazione finale. 

KEVIN MAGNUSSEN, voto: 4.

Quando è andato a travolgere Ericsson, alla curva tre del giro uno, un flashback m'ha fatto rammentare d'un Magnussen prodigioso. Era appena il 2014, e questo giovane danese, all'esordio assoluto in Formula 1, raccoglieva un clamoroso podio proprio sui 5303 metri disegnati in Albert Park.
Oggi, a distanza di tre anni, di quel pilota è rimasto poco e niente. La sua involuzione non è riuscita a spiegarla proprio nessuno: dal ritorno alle corse dopo l'anno passato come terzo pilota McLaren, Magnussen non è stato più lo stesso. Prima la stagione opaca in Renault, ora l'avvio col botto in Hass. A.A.A Cercasi disperatamente il vero Kevin.

MCLAREN HONDA F1 TEAM, voto: 3.

Parlare di disastro è ormai all'ordine del giorno sul muretto governato dal sempre più traballante Eric Boullier. La McLaren, cambiata  la colorazione della livrea, sembra ancora quella macchina malata e perdente vista nelle ultime due stagioni.
Ora, la pazienza inizia a mancare soprattutto per quel che riguarda power unit ed affidabilità: al terzo anno di esperienza, non è concepibile che la Honda continui a fornire ad Alonso un motore con meno cavalli di ogni altra vettura. Gli eloquenti team radio di Nando, non sono bastati a ravvivare l'ambiente nella scuderia inglese, incappata in due ritiri e nell'esordio più che rivedibile di Vandoorne.

Lo sguardo perso di Alonso, anche oggi costretto al ritiro. Fonte foto: Getty Images AsiaPac

FORMULA 1, voto: 3.

Abbiamo passato l'intero inverno a chiederci come sarebbe stata la nuova Formula 1. Più potenti, larghe ed accattivanti, le rivoluzionarie vetture del 2017 potevano far sperare ad un accrescimento dello spettacolo sotto ogni punto di vista. Da una maggior incertezza per la conquista della leadership, a quella che è la prerogativa del pubblico: spettacolo sotto forma di sorpassi.
E invece, a Melbourne si è assistiti ad uno show monco. Pochissime emozioni sotto forma di sorpassi, pochissime palpitazioni, ed una gara decisa come spesso accade di questi tempi, nella corsia dei box.