Il 2017 sarà il terzo anno di Fernando Alonso alla guida della McLaren-Honda, scuderia in cui il pilota era giunto nella speranza di ottenere risultati migliori di quanto fatto in Ferrari, ma le aspettative nella mente dello spagnolo si sono dovute scontrare con una realtà ben diversa. Nel 2015 il problema maggiore che affliggeva la vettura era la fragilità della power unit, costringendo frequentemente i piloti al ritiro, mentre nell'ultima stagione l'affidabilità è stata senza dubbio migliore, ma persisteva un importante gap di potenza rispetto alla concorrenza.
Alonso, nonostante il suo animo sia quello di un guerriero samurai e cerchi sempre di andare oltre il potenziale della vettura, non nasconde la sua frustrazione per la situazione che sta vivendo, affermando ad Autosport che "mi è capitato di fare parte della lotta per il mondiale cinque volte. Ti alleni in palestra ed al simulatore, vai in fabbrica, partecipi agli eventi, sei a diposizione dei media, e fai tutto questo per essere competitivo la domenica e lottare per il titolo. Negli ultimi quattro anni mi manca appunto questa sensazione di arrivare a fine stagione con le possibilità di vincere il mondiale, tuttavia mi sento molto fortunato di aver provato queste emozioni già cinque volte, e con due mondiali, perché ci sono molti colleghi che hanno grande talento e che non hanno nemmeno la possibilità di arrivare in F1".
Fernando è un pilota che spesso fa affermazioni senza peli sulla lingua, e cerca di creare una critica costruttiva all'interno del team: "la McLaren è la seconda migliore squadra nella storia in F.1 e quando si lotta per la Q1, qualcosa non va. - dice l'asturiano - Tutti all'intenro del team sentono la pressione e le aspettative che però non possiamo ancora soddisfare e questo è ovviamente frustrante." Non manca di sottolinere le noie tecniche che ancora affliggono la monoposto, simbolo di problemi non del tut superati, ed aggiunge che la mancanza di cavalli della power unit giapponese renda quasi vano ogni sforzo.
Conclude lo spagnolo dicendo che "c'è la frustrazione poi di non essere in grado di combattere per il podio, per la vittoria e talvolta nemmeno per quello che si potrebbe ottenere, perché capita che dopo 10 giri ci sono alcuni problemi e quindi si debba fare alcune regolazioni soft per il motore, le batterie o altro. Può accadere anche che una Sauber arrivi e ti sorpassi fra gli applausi, ma purtroppo noi abbiamo forse 100 cavalli in meno: non è che ti sei dimenticato di guidare, ma che ci sono situazioni che sono fuori dal nostro controllo".