Al dibattito su Halo si aggiunge la voce di Mark Webber. L’ex F1 e campione del mondo Endurance con la Porsche si unirà allo staff di Channel 4 per commentare, in qualità di esperto, il campionato 2016. Un vero e proprio 'dream team' che vedrà l'australiano affiancato da altri volti noti del Circus: Alain Prost, David Coulthard, Bruno Senna, Karun Chandhok, Susie Wolff e Nicolas Hamilton, fratello di Lewis.
Alla presentazione dell'emittente, Webber non ha mancato di accennare al tema del momento, Halo appunto, esortando i piloti a non emettere giudizi affrettati. "Sono divisi al 50%, vero? E la cosa non mi sorprende, - ha commentato - abbiamo appena vissuto un periodo davvero difficile con brutti incidenti che sono finiti tragicamente. Quindi non possiamo stare con le mani in mano, ma dobbiamo trarre un insegnamento da questi drammi”.
La morte di Henry Surtees, avvenuta nel 2009, ha avuto in tal senso un impatto decisivo, riportando all’attenzione il tema della sicurezza nella zona del casco. Da allora la FIA si è impegnata ad appoggiare lo studio di soluzioni che offrissero una maggiore protezione al pilota senza al contempo precludergli la corretta visibilità e una fuoriuscita rapida, compatibilmente agli standard richiesti.
La soluzione ad anello di scuola Mercedes è risultato finora il miglior compromesso possibile, sebbene restino ampi margini di miglioramento. “Con l'Halo c’è un primo tentativo per cercare di proteggere meglio la testa del pilota. – ha proseguito Webber - Dobbiamo domandarci se sarebbe servito a evitare delle tragedie. Poteva proteggere Felipe dalla molla che lo ha colpito in Ungheria? Chi lo può escludere? E il passo successivo sarà finalmente un abitacolo completamente chiuso? Potrebbe anche essere. Ma credo che i piloti saranno sempre divisi su questo argomento”.
Una spaccatura emersa su più fronti, che ha fatto seguito al debutto del sistema sulla Ferrari SF16-H di Vettel e Raikkonen, in occasione dei collaudi di Barcellona. La tradizione della F1, innanzitutto, che ha visto opporsi la bocciatura senza appello di “puristi” come Hamilton e Hulkenberg alle aperture di Rosberg, Massa e Ricciardo.
Non solo: anche l’impatto estetico della monoposto, così come quello sul campo visivo del pilota, ha destato uno scetticismo di cui Webber ha ammesso di condividere solo in parte le ragioni. “Ho portato la bara di Justin Wilson, e non voglio che ciò accada ancora, ma ... capisco cosa possa significare avere l’Halo all’Eau Rouge: parlo a ragion veduta perché nei Prototipi la visuale è molto critica in certe angolazioni”.
Anche l’aspetto, seppur secondario alle istanze di sicurezza, potrà migliorare nel tempo. Magari grazie all’adozione del prototipo Red Bull che il team di Milton Keynes lancerà in aprile, provvisto di schermatura frontale e più simile alla calotta protettiva di un aereo militare. “Credo che la situazione sia in evoluzione. Penso che si potranno fare dei passi in avanti anche dal punto di vista estetico. Magari si penserà una soluzione a metà strada, anche se trovare un equilibrio sarà difficile”, ha concluso l’australiano.