Vettel 9,5 Raddrizza come meglio non potrebbe un weekend iniziato col piede sbagliato. Il guasto elettronico e i due testacoda delle libere non gli tolgono serenità. In qualifica cambia marcia precedendo Ricciardo, poi lo scatto fulmineo dà il là a una marcia trionfale, in testa dal primo all’ultimo giro. Nel giorno in cui i rivali si complicano la vita da soli, guida da metronomo di lusso senza commettere sbavature: veloce e consistente.
Raikkonen 8 La perdita d’acqua nelle PL3 gli impedisce di far meglio in qualifica ma al via è un fulmine, quanto e più di Vettel. Alla prima curva sfila secondo, poi fa ciò che la Ferrari gli chiede: guardare le spalle al capitano e arrivare al traguardo più in alto possibile. Non ha il passo del compagno ma Rosberg non è mai un problema, almeno fino a quando la Mgu-k non lo abbandona costringendolo al ritiro. Un passo avanti: basterà?
Hamilton 4 La media tra prove (voto 10) e gara (2) farebbe 6 ma il rendimento in corsa ha un peso specifico ben diverso e la sua è stata un vero incubo. Ok, la partenza è madre dei successivi errori, indotti dalla smania di rimonta, ma l’inglese si conferma una volta ancora Dr Jekyll al sabato e Mr Hyde alla domenica, dilapidando in un amen le meraviglie mostrate in qualifica.
Rosberg 3,5 Mentre il compagno vola in prova, Nico annaspa (si fa per dire, data la superiorità della monoposto) perseguitato dal sottosterzo e da un bilanciamento mai pienamente raggiunto. In qualifica prende un’eternità da Hamilton, in gara non riesce a seguire le Ferrari, nel finale non azzarda le morbide, su cui era a disagio nel primo stint di gara. Fallisce una ghiotta occasione per azzerare il distacco in classifica ma, aldilà della sfortuna nel contatto con Ricciardo, non si dimostra pronto e incisivo come dovrebbe.
Kvyat 7,5 Il primo podio corona una prima metà di stagione in crescendo, al pari della RedBull, che ritrova se stessa sulle sponde del Balaton. Costruisce le premesse già dal venerdì, quando svetta con il secondo tempo. Scivola indietro in qualifica e al via, è pure costretto a lasciar passare Ricciardo su ordine del team. Poi approfitta della bagarre tra lo stesso Ricciardo e i due della Mercedes per ritrovarsi secondo, ma è comunque autore di una prestazione meritevole.
Ricciardo 8 L’aria ungherese - e una RedBull di nuovo in palla - gli giovano: dopo il successo del 2014, arriva un’altra corsa gagliarda che gli vale il podio. Le sue brutte partenze non fanno più notizia, così come le manovre di sorpasso al limite. L’assalto a Rosberg, però, non lo premia, pregiudicandogli un risultato ancora migliore. Attenzione all’aussie: dopo un avvio appannato, può diventare una spina nel fianco, soprattutto per la Ferrari.
Verstappen 7,5 Conquista la top ten in qualifica, precedendo il compagno Sainz Jr, e conclude la gara ai piedi del podio (quarto, miglior risultato in carriera) mettendosi alle spalle l’erroraccio di Silverstone. L’olandesino impara in fretta, unendo al piede destro una maturità insolita per un esordiente, perlopiù giovanissimo. La corsa gli va incontro ma lui è pronto a cogliere l’occasione.
Alonso 8 7,5 per la prestazione da campione che gli vale il quinto posto, consentendogli di guardare alle restanti gare con maggior entusiasmo: non serve aggiungere altro. Mezzo voto in più per aver spinto l’auto in qualifica, nel tentativo di riguadagnare i box dopo l’ennesimo guasto alla sua Mclaren Honda: un gesto d’altri tempi che ha entusiasmato il colorito pubblico dell’Hungaroring.