Vincere non è importante, ma è l'unica cosa che conta. Il secondo è il primo dei perdenti. La Ferrari deve vincere; questo è il suo DNA e al tempo stesso il suo limite, la sua condanna. Non riuscirci rappresenta un fallimento. Questa è sempre stata la storia del Cavallino Rampante, dai tempi del Drake fino ai giorni nostri, sia in Formula Uno che in altre categorie. Nel Circus il primo e tuttora unico pilota a conquistare l'iride nell'era post Michael Schumacher è stato Kimi Raikkonen nel 2007. Ice Man è stato ingaggiato per riportare il Mondiale conduttori a Maranello ma finora sta deludendo le attese. Allo stesso modo non è sufficiente per la Ferrari avere il 4 volte iridato con la Red Bull Sebastian Vettel, ma almeno quest'ultimo a podio ci è andato, ma non sempre. Ad esempio lo ha mancato domenica scorsa in Austria causa un errore dei meccanici ai box.
Che cosa sta succedendo in casa Ferrari? Sarà forse la frustrazione dovuta alla manifesta superiorità della Mercedes, che ha sottratto la leadership che un tempo apparteneva alla Red Bull? La Ferrari non vince il Mondiale piloti da otto anni ma nella sua storia ci sono stati periodi di astinenza più lunghi: undici anni dal 1964 al 1975 (dal titolo di Surtees al primo di Lauda), ventuno dal 1979 al 2000 (da Scheckter al già citato Michael Schumacher). Questo dimostra che il Cavallino Rampante è riuscito ad uscire da situazioni ben più difficili dell'attuale. Probabilmente però ora pare che la Ferrari sia quasi vissuta come un peso all'interno della Fiat. Il nuovo presidente Sergio Marchionne sembra lontano dalle problematiche del reparto corse del Cavallino Rampante. Mancano come il pane figure come quella di Enzo Ferrari oppure di Luca Cordero di Montezemolo, che tanto si è speso per la causa di Maranello. Al muretto dei box le cose sono peggiorate dopo l'addio di Jean Todt e dello stratega Ross Brawn. Con Stefano Domenicali è riuscito nell'impresa di gettare alle ortiche il successo nel Mondiale piloti 2010 con Fernando Alonso all'ultima gara, causa eccessivo marcamento di Mark Webber. Da lì la situazione è precipitata nelle stagioni successive fino alla sua sostituzione con Maurizio Arrivabene.
Quanto accaduto però domenica scorsa in Austria dimostra una mancanza di serenità in seno alla Ferrari. A Maranello c'è ancora tanto da fare per giocarsela alla pari con le Mercedes; ciò però non deve gettare nello sconforto lo staff, rischiando di dare vantaggi ad altri rivali come Williams o McLaren. Nel Gran Premio di Gran Bretagna in programma a Silverstone il prossimo 5 luglio ci vorrà un approccio più positivo, ricordando la prima storica vittoria del Cavallino Rampante, ottenuta proprio qui nel 1951 da Froilan Gonzalez.