La coppia scoppia e a fumare dal naso è Lewis “Gino” Hamilton, già parecchio nervoso fin dalla vigilia, un leone in gabbia alla bandiera a scacchi. L'inglese scalcia come un purosangue, borbotta, mugugna, punzecchia, col solo risultato di aprire il fianco a una debolezza emotiva, tanto palese quanto fatale. Rosberg, in posizione delicata per la serie vincente del compagno, al contrario, resta lucido, bissa il successo di un anno fa e si riprende la leadership iridata. Respira profondo, si tiene lontano dalle polemiche e allo stesso tempo prende appunti, segna e annota, per poi quasi rispondere ad una ad una a tutte le accuse, insinuazioni e frecciatine lanciategli dal compagno di box.
Sono cresciuto a Montecarlo tra il lusso per cui non ho abbastanza fame? Se ti arrivo vicino è demerito tuo e non merito mio? Sono un disonesto? Mourinho scomoderebbe altri termini, di fatto i cronometri parlano chiaro e in casa il tedesco da ranocchio torna principe. Un successo importante, più nei modi che nei termini, una doppietta prepotente, un punto di svolta forse nella carriera e nella stagione, che sottolinea la chiave su cui probabilmente si giocheranno le corse successive.
Nell'università dell'automobilismo per difficoltà e insidie, là dove la gloria è eterna, l'inglese vive di ricordi simili a incubi. Nel 2007 fu Alonso a rompergli le uova nel paniere con epilogo noto a tutti. Sette anni dopo, le lamentele via radio per strategie più o meno discutibili, assieme alla legge del sospetto delle qualifiche e all'atteggiamento indisponente, non fanno che alimentare ulteriormente il parallelismo con Senna e Prost: uniti dal bolide sotto il sedere, separati dallo stile di vivere la pista.
L'istinto contro la ragione, l'esuberanza contro la moderazione, Hamilton e Rosberg sono come una bomba ad orologeria sul punto di esplodere, con il secondo favorito proprio per la maggior capacità di gestione fin qui dimostrata. Lauda e Wolff, tanto sorridenti e soddisfatti per le performance delle frecce d'argento, dovranno riflettere e muoversi con cautela, anche perché dietro la Red Bull non è tanto lontana. La fierezza e l'orgoglio per un predominio senza diritto di replica paiono essersi ritorti contro e la competizione avvincente tra due galli nel pollaio preoccupa non poco per l'effetto boomerang.
Se non altro dietro sono ugualmente alle prese con questioni di coppia, per quanto di tutto altro genere e tipo. Vettel sogna i gatti neri pure di notte e li vede saltellare felici su ognuno dei 32 denti dello strepitoso Ricciardo, mentre l'algido Raikkonen valuta seriamente la possibilità di un viaggetto a Lourdes, bastonato anche quando in forma ruspante dal sempre mastino Alonso. La Formula1 a Montecarlo, nel paradiso delle feste e dei lustrini, scopre una nuova veste e si sveglia in versione “gioco delle coppie”, con l'intento opposto tuttavia di accendere qualsiasi cosa possa anche solo somigliare a una miccia di passione. Pena, una polveriera irrimediabile.