Il traguardo è arrivato in maniera netta e meritata: un secco 3-0 rifilato all’Eswatini, firmato nella ripresa da Rocha Livramento, ex giocatore del Verona, e completato da Semedo e Stopira, ha consegnato a Capo Verde il primo posto nel Gruppo D, davanti a una favorita storica come il Camerun. Con questa qualificazione, Capo Verde entra nei libri dei record anche per altri motivi. Diventa infatti lo Stato più piccolo per superficie a partecipare a un Mondiale: con poco più di 4.000 km², ha battuto il precedente primato detenuto dal Qatar (11.000 km²). E non solo: con circa 524.000 abitanti, è la seconda nazione meno popolosa di sempre a prendere parte al torneo, dopo l’Islanda (340.000 nel 2018). La reazione internazionale non si è fatta attendere. Gianni Infantino, presidente della FIFA, ha celebrato l’impresa con parole cariche di entusiasmo:
"Un momento storico per Capo Verde. Benvenuti alla vostra prima Coppa del Mondo! Il lavoro svolto nel calcio negli ultimi anni è stato straordinario. Ora le vostre stelle avranno l’occasione di brillare davanti al mondo intero, ispirando una nuova generazione di tifosi e calciatori nel vostro Paese."
Una favola sportiva che dimostra come anche le nazioni più piccole, con passione, organizzazione e talento, possano arrivare fino in cima. E Capo Verde, da oggi, guarda al futuro con occhi pieni di orgoglio.
Scopriamo qualche curiosità sulla cultura di questo meraviglioso popolo
Capo Verde è un piccolo arcipelago vulcanico situato nell'Oceano Atlantico, al largo della costa occidentale dell’Africa. Composto da dieci isole principali, di cui nove abitate, il paese ha una storia unica fatta di incontri, migrazioni e resistenza. Fu scoperto dai portoghesi nel XV secolo e, per molti secoli, fu un punto strategico per il commercio atlantico, inclusa la tratta degli schiavi. Dopo secoli di dominio coloniale, Capo Verde ottenne l’indipendenza dal Portogallo nel 1975.
Il popolo capoverdiano è il risultato di un intenso incrocio culturale tra africani ed europei. Questa mescolanza ha dato vita a una popolazione creola orgogliosa delle proprie radici, aperta al mondo, con persone diffuse ormai soprattutto in Europa e negli Stati Uniti. La cultura locale è profondamente musicale: la morna, genere tradizionale reso celebre da Cesária Évora, esprime in musica la saudade, quella malinconia dolce che spesso accompagna la vita isolana. Nonostante le sue dimensioni ridotte e le sfide economiche, Capo Verde ha saputo distinguersi anche nel panorama sportivo, in particolare nel calcio. Lo sport più amato del paese non è solo un passatempo, ma un vero e proprio collante sociale. I ragazzi crescono giocando per le strade di Praia, Mindelo o Santa Maria, sognando un giorno di indossare la maglia della nazionale.
La nazionale capoverdiana di calcio, soprannominata "Tubarões Azuis" (Squali Blu), ha fatto enormi progressi negli ultimi decenni. Dopo le prime partecipazioni alla Coppa d’Africa, dove ha stupito per il suo gioco organizzato e combattivo, Capo Verde ha continuato a crescere, attirando anche giocatori della diaspora che militano in club europei. Il sogno di partecipare a un Mondiale è sempre stato un traguardo ambizioso, ma negli ultimi anni ha cominciato a sembrare possibile. E oggi, quel sogno è diventato realtà: Capo Verde si è qualificato per la prima volta nella sua storia alla Coppa del Mondo. Un risultato storico che ha fatto esplodere di gioia le piazze delle isole e le comunità capoverdiane nel mondo. È la celebrazione non solo di una squadra, ma di un intero popolo che ha trasformato le difficoltà in orgoglio e passione. Capo Verde, con la sua musica, la sua gente e ora anche il suo calcio, si affaccia sul palcoscenico globale, dimostrando che anche una piccola nazione può sognare in grande partecipando per la prima volta ad una competizione di questo livello