La Fiorentina di Cesare Prandelli stecca la prima, in casa, contro il Benevento di Filippo Inzaghi. Termina 0-1 con la rete decisiva segnata da Improta nei primi minuti della ripresa.

Il nuovo tecnico viola manda in soffitta la difesa a 3 e si schiera con Pezzella e Igor centrali e Milenkovic e Biraghi sulle fasce. Il primo bloccato ed il secondo che spinge. A centrocampo Bonaventura infortunato viene sostituito da Duncan. Al suo fianco Amrabat con Castrovilli, Ribery e Kouamè  che agiscono dietro a Vlahovic.

Il Benevento risponde con una formazione guardinga e ordinata attenta a coprire gli spazi e pronta a ripartire in contropiede con Sau e Ionita alle spalle di Moncini.

Primo tempo brutto, noioso e senza occasioni da rete anche perchè Ribery fatica a inventare tanto che verso il 35' è costretto a chiedere il cambio a causa di problemi muscolari. Al suo posto il redivivo Saponara. La prima frazione si chiude così sul risultato di parità. Risultato di parità che probabilmente sarebbe durato fino al novantesimo se un errato controllo di Biraghi non avesse concesso al Benevento di recuperare palla sulla trequarti e arrivare alla conclusione con Improta abile a insaccare con un rasoterra preciso che si infila all'angolino. Vantaggio dei sanniti e adesso per i viola si fa dura.

Prandelli prova a ribaltare la situazione inserendo Pulgar, Lirola, Cutrone e Borja Valero ma il risultato non è quello sperato infatti sono più gli uomini di Inzaghi ad andare vicini al raddoppio in contropiede fatta eccezione per un'occasione che capita sui piedi di Vlahovic. L'attaccante serbo colpisce bene di tacco ma Montipò è sulla traiettoria e respinge. Primo e unico tiro per il centravanti viola nel corso della sfida contro una neopromossa. Alle volte i numeri dicono tutto. Cutrone dal canto suo non credo abbia toccato palla. Questo, non per accanirmi contro la squadra di Commisso quanto per dire che senza i giocatori, in panchina si potrebbe sedere anche il mago Silvan ma il risultato non cambierebbe.

Purtroppo la querelle sullo stadio non sembra favorire investimenti da parte della proprietà nel mercato di gennaio e dunque il buon Cesare dovrà rimboccarsi le maniche e fare con quello che ha. Magari riavere Bonaventura e Callejon potrà aiutare ad alzare il preoccupante livello di mediocrità che si è visto in campo quest'oggi. Certo, di sogni d'Europa non se ne parla neanche in questa stagione ma magari neanche di salvezza raggiunta soltanto nelle ultime giornate.

A fine gara il tecnico viola ha fotografato molto bene il momento che sta vivendo la sua squadra: "Ribery davanti è l'unico che ha qualcosa in più, una volta uscito la squadra ha avuto paura. Siamo una squadra con buone potenzialità ma molto fragili dal punto di vista psicologico e nervoso e nei momenti critici non viviamo la fragilità come gruppo ma ognuno la vive a modo suo. Quindi abbiamo cominciato a giocare a livello individuale senza essere lucidi, senza essere squadra. Il problema non è di sistema di gioco ma di mentalità".

Impresa ardua lavorare sull'aspetto mentale. In bocca al lupo mister.