Pensate al primo amore. A colei o colui che per la prima volta vi ha fatto battere forte il cuore e provare emozioni sconosciute. Gridare di gioia, piangere disperati o condividere silenzi assordanti colmi di tristezza e rispetto. Oppure ripensate a quando avete fatto i primi viaggi. Prima in Italia, in lungo e in largo e poi in Europa, prima quella meno blasonata dormendo negli ostelli e viaggiando in macchina, fino ad arrivare agli hotel di lusso delle capitali.
Ecco, adesso pensate che Cesare Prandelli, per la mia generazione di fede viola è tutto questo. E adesso, dieci anni dopo l'ultima volta, il mago di Orzinuovi è di nuovo sulla panchina che più lo ha amato e che lo ha lanciato verso la Nazionale con cui sfiorò l'Europeo.
Dunque addio e grazie a Giuseppe Iachini, primo tecnico esonerato della Serie A. Dopo la salvezza della scorsa stagione (parlare di decimo posto mi sembra offensivo verso l'intelligenza di chi legge), la riconferma e sette giornate in cui, oltre al solito non gioco e la ormai celeberrima difesa a 3 (oggi persino un mio alunno mi ha detto che l'ex mister viola era fissato con quel modulo) ha messo insieme otto punti frutto di 2 vittorie (Torino e Udinese in casa), 2 pareggi (Parma e Spezia in trasferta) e 3 sconfitte (Sampdoria in casa, Inter e Roma in trasferta). Probabilmente, a parte la sconfitta casalinga con la Sampdoria e il pareggio subito in rimonta contro lo Spezia il bilancio non è neanche così male. Con quei tre punti in più la Fiorentina sarebbe, con 11 punti, al pari della Lazio ad un punto dal settimo posto.
E allora perchè Beppe non picchia più per noi? Domanda lecita e credo che la risposta stia principalmente nel fatto che il suo modo di mettere in campo la squadra appariva confusionario, senza un filo logico. Inoltre alcuni giocatori erano spesso schierati fuori posizione e la squadra, per quanto con lui, non riusciva a capire e quindi a fare ciò che il tecnico chiedeva. Fraintendimento non da poco.
Se la soluzione sia il cambio di allenatore ce lo dirà soltanto il tempo intanto Rocco Commisso ha dichiarato che: “Le sue capacità, la sua storia professionale e la sua umanità, riconosciute e apprezzate da tutto il mondo del calcio, rendano Prandelli la persona più adatta a sedere sulla panchina viola”. Parole di stima e di fiducia verso un allenatore che però dopo l'esperienza sulla panchina della Nazionale ha faticato a rifarsi una vita inanellando un esperienza discutibile dopo l'altra. Galatasaray, Valencia, Al Nasr e Genoa.
Però, dicevamo, solo il tempo saprà dirci ciò che sarà. Magari Cesare aveva bisogno di tornare a casa come la Fiorentina, ma soprattutto la città di Firenze di riabbracciarlo. Difficile, soprattutto per noi sentimentali, scordarsi il minuto di silenzio dopo la morte della moglie. Quarantamila persone unite in un solo corpo, le rose bianche, lo striscione della Fiesole. Certe cose non si possono spiegare. Poi parleremo di moduli, titolari e riserve ma per adesso "Bentornato Cesare".