Il pareggio contro il Chievo Verona ha lasciato l'amaro in bocca, a Filippo Inzaghi. Ancora una volta il suo Bologna non è riuscito a giocare bene, facendo fatica sia in avanti che indietro. Anzi, negli ultimi minuti i felsinei hanno addirittura subito il mini-assalto dei clivensi, rischiando la beffa finale. Il 3-5-2 proposto dall'ex tecnico del Venezia non convince, ora non ci sono più attenuanti. Differentemente da quanto visto l'anno scorso in laguna, in questa stagione Inzaghi non riesce a ripetere le imprese del passato, faticando come un matto per cercare l'equilibrio tattico della sua rosa. Se non fosse per Santander ed Orsolini, il Bologna vivrebbe veri e propri incubi, urgono dunque modifiche in corsa per evitare altri passi falsi.
Proprio Orsolini è il punto di forza di questo Bologna. Il giovane esterno ex Ascoli sembra aver raggiunto la maturità, diventando una pedina fondamentale per lo scacchiere tattico di Inzaghi. Da fluidificante, però, Orsolini è molto limitato e le ottime prestazioni non nascondono questa verità. Il compito di Inzaghi, durante la sosta dovrà essere quello di alzare il baricentro della rosa e dello stesso esterno, ritagliando per lui un ruolo più vicino alla porta, magari al fianco di Santander, che ha spesso tolto le castagne dal fuoco ai suoi. Intanto, il tecnico si conferma tranquillo: "Non abbiamo ancora trovato la tranquillità che cerchiamo - ha detto a margine dell'evento Panchina d'Argento - l'unica ricetta che conosco è quella del lavoro. A fine stagione saremo contenti" conclude.
In vista della Fiorentina, da affrontare dopo la sosta, Inzaghi riabbraccerà Mattiello e Donsah. Contro i viola, non è da escludere un cambio di modulo, sfruttando magari il rientro dei due centrocampisti. L'ex Juve potrebbe giocare in difesa, Donsah andrebbe ad arricchire una mediana troppo spesso martoriata. Più che il modulo, come detto dallo stesso Inzaghi ieri a La Gazzetta dello Sport, a cambiare dovrà essere l'atteggiamento della rosa, troppo spesso timida e rinunciataria.