Un solo risultato utile, per non dover abbandonare del tutto le residue speranze di Final 4 e, ancora peggio, pensare ad evitare la retrocessione. L’Italia prepara la trasferta in Polonia con l’acqua alla gola: solo la vittoria può alimentare i sogni – ormai sbiaditi – di un passaggio del turno, mentre una sconfitta segnerebbe la matematica discesa nella Lega B con una partita d’anticipo.

Il pareggio consentirebbe agli azzurri perlomeno di provare a rimanere nella Lega A nell’ultimo match casalingo con il Portogallo, ma è chiaro che a Roberto Mancini servano maledettamente i 3 punti. Troppi passi falsi finora, nell’avventura del Mancio sulla panchina della Nazionale, e arrivare ultimi in un girone non così complicato – avendo evitato squadroni come Francia, Germania e Spagna – sarebbe un disastro fragoroso, ancora di più del fallimento totale di Gian Piero Ventura un anno fa con la Svezia ed il mancato approdo a Russia 2018. Per questi motivi, il CT sta ragionando sulla formazione da schierare a Chorzów: contro l’Ucraina la squadra ha disputato una buona ora di gioco e la formazione iniziale scesa in campo a Genova sarà la base su cui ripartire, con qualche aggiustamento.

Sulla corsia di sinistra in difesa, il ballottaggio riguarda Biraghi, titolare mercoledì, e Criscito, in odore di presenza dall’inizio, mentre in mezzo al campo Pellegrini e Barella si contendono la maglia che completerà la linea con Verratti e Jorginho. Per il resto Mancini dovrebbe riconfermare lo scacchiere tattico, con Bonucci e Chiellini davanti a Gigio Donnarumma e con Florenzi sulla fascia destra. In attacco verrà riproposto il tridente visto a Marassi, con Chiesa, Insigne e Federico Bernardeschi: il fiorentino ha bisogno di riscattarsi dopo l’opaca serata genovese, così come il napoletano che in Nazionale fatica a mostrare le sue doti con cui ha abituato i tifosi partenopei; lo juventino invece è apparso ancora una volta il più brillante ed è a lui e ai suoi compagni offensivi che si chiedono i goal necessari per continuare a sperare.